dieci

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Aprii lentamente gli occhi, rigirandomi nello scomodo letto di quel sudicio motel. Faceva freddo e le coperte non tenevano molto caldo. Rabbrividii, prima di notare che nel letto ero completamente sola. Non che desiderassi davvero che ci fosse qualcuno con me, almeno, non Zayn, ma sentii come un brivido di terrore passarmi per tutta la colonna vertebrale. Che mi avesse abbandonata in quel postaccio?

Mi alzai di scatto, non badando al freddo e cominciai a cercalo, nonostante la stanza non fosse così grande. Non c'era, ne in bagno, ne dentro l'armadio, ne in qualche angolo pronto a spaventarmi… Era sparito.

Afferrai il mio vestito caldo, che avevo lasciato sul termosifone e mi tolsi velocemente la maglietta, pronta a cambiarmi, quando la porta si aprì di scatto. Mi voltai, coprendomi con il vestito, osservando l'espressione divertita di Zayn. Si mordeva il labbro inferiore, per trattenersi dal scoppiare a ridere per la mia figuraccia.

«Dov'eri finito?» strillai.

Lui alzò una busta bianca. «La colazione.» sussurrò, abbassando poi lo sguardo. Lo osservai per qualche istante, senza sapere cosa dire, prima di andare in bagno per cambiarmi e sistemarmi i capelli in uno chignon stretto.

«Potevi avvisarmi, pensavo mi avessi lasciato qua…» dissi, uscendo dal bagno e sedendomi sul letto accanto a lui.

Zayn mi passò la busta bianca, tenendo lo sguardo fisso sulle sue scarpe.

«Non sono così stronzo…» disse, per poi spostare lo sguardo su di me e sorridermi strafottente come suo solito.

«Ah no? Ieri sera hai dimostrato il contrario!» gli ricordai, prendendo il pasticcino al cioccolato a forma di topo. Sorrisi, era davvero buffo.

«Dai Sonny era uno scherzo - sospirò lui - Lo sai che non lo penso veramente. Ti prendevo in giro!»

Lo guardai, cercando di capire se stesse dicendo la verità. Sembrava davvero dispiaciuto e mai, mai avrei pensato di vederlo così. Ero troppo abituata al Zayn arrogante, presuntuoso e pieno di sé, da non immaginare nemmeno che potesse avere una lato umano.

«Ti chiedo scusa, va bene? - sbottò, come un bambino - Non pensavo ti saresti arrabbiata così tanto.»

Già, nemmeno io pensavo mi sarei arrabbiata così tanto. Sospirai, addentando la testa del topo di cioccolato ripieno di panna. Era buono.

«Scuse accettate, solo perché questo topo è buonissimo!» dissi, accennando un sorriso e finendo di mangiare il dolcetto. Zayn ghignò come suo solito, soffermandosi a guardarmi con i suoi occhi in quel momento più chiari del solito, di uno strano colore sul beige. 

«Allora dovrò regalarti un dolce ogni volta che ti arrabbi!» rise Zayn. 

«Sì, così diventerò una balena, con tutte le volte che mi fai arrabbiare!» sospirai divertita.

Zayn allungò una mano verso il mio volto, passandomi il pollice sul labbro inferiore.

«Eri sporca.» disse, prima di alzarsi, come se si sentisse a disagio. 

Mi ributtai sul letto, socchiudendo gli occhi.

«Ho chiamato il carro attrezzi - continuò Zayn - E Shelby. Fra poco dovrebbe essere qui, le ho detto di chiamare quando arrivava.»

Annuii, sospirando. «Un fra poco di Shelby significa che passeranno altre tre ore come minimo, prima che arrivi qui.»

Sentii un tonfo di fianco a me. Aprii gli occhi e notai Zayn steso sul letto, che osservava il soffitto prima di spostare lo sguardo nuovamente su di me. Incredibile come i suoi occhi cambiassero colore così spesso e incredibile come non me ne fossi mai accorta prima. Ora erano scuri, quasi neri. O forse era solamente la luce.

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