Anyway The Wind Blows

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3 Novembre 1977

Alle otto di sera, Sirius Black non aveva ancora capito se fosse felice di compiere gli anni. Con le mani sprofondate nelle tasche dei pantaloni, cercava di trovare una risposta mentre camminava lungo il corridoio che portava alla torre dei Grifondoro.

Da un lato non gli dispiaceva essere diventato diciottenne: ormai era considerato maggiorenne anche nel mondo babbano e questo decretava ufficialmente la sua totale e assoluta indipendenza. Ma a parte questo, gli si erano aperte nuove opportunità: se avesse commesso un reato, sarebbe potuto finire in prigione e se avesse avuto voglia di ubriacarsi fino a perdere i sensi avrebbe potuto comprare alcolici senza problemi.

Non che prima ne avessi avuti.

Comunque, compiere diciotto anni lo faceva sentire più adulto.

D'altro canto, però, sentiva che i Diciotto fossero l'inizio della fine. Nonostante l'anno scolastico fosse iniziato solo da due mesi, la sensazione che la sua permanenza a Hogwarts fosse agli sgoccioli gli faceva contorcere lo stomaco dall'ansia. La sua adolescenza era giunta al capolinea; le partite di Quidditch, gli scherzi con i Malandrini, la voglia di tenere alto l'onore dei Grifondoro, i tentativi di persuadere la McGranitt affinché lo sottraesse dalle punizioni... tutte queste cose gli sembravano già un ricordo lontano. Il tempo correva veloce e lui aveva paura di perderlo, aveva paura di non riuscire a stare al suo passo.

Che cosa avrebbe fatto dopo aver finito la scuola? E dove sarebbe andato dopo aver abbandonato quella che era stata casa sua per sette anni? Avrebbe potuto trovarsi un lavoro per racimolare il denaro sufficiente per lasciare la casa dei Potter. E poi?

E poi, cosa avrebbe fatto Sirius Black della sua vita?

Sirius scrollò le spalle per allontanare quei pensieri. Non era quello il momento di farsi venire una crisi esistenziale, non ora che doveva prepararsi psicologicamente ad affrontare la festa di compleanno che lo attendeva nella sala comune.

Le fredde pareti di pietra erano illuminate dalla luce fioca delle torce appese ai muri; un fantasma stava intrattenendo una conversazione con la dama di un dipinto.

<< Sirius! >>

Il ragazzo alzò lo sguardo; davanti a lui, sulla scala che portava al secondo piano, Merlene McKinnon gli stava facendo segno di raggiungerla. Si era tolta la divisa e, al posto del maglione e della gonna, indossava una camiciona a fiori infilata dentro la vita alta dei jeans a zampa di elefante.

<< Wow, Raggio di Sole, tu sì che sai come vestirti per una festa >> disse lui; la bocca dispiegata in un mezzo sorriso e il tono della voce carico di sarcasmo.

Merlene alzò gli occhi al cielo.

<< Per Morgana, mi sono già pentita di esserti venuta a cercare >>

Con una lunga falcata, Sirius salì gli ultimi scalini che gli mancavano e balzò a lato della ragazza. Marlene inclinò il viso, i suoi occhi lo stavano scrutando perplessi.

<< Come fai a sapere della festa a sorpresa? >>

<< Me l'ha detto James >>

<< Ma è stato lui a organizzarla! >>

<< Appunto per questo >> concluse Sirius come se la sua fosse la riposta più ovvia.

Marlene rimase in silenzio per qualche secondo; la mente attraversata da mille domande. Dopo qualche istante, la ragazza chiuse gli occhi e sospirò. Era meglio non indagare oltre: Marlene non aveva mai capito le dinamiche che si svolgevano all'interno del loro gruppo ed era sicura che non lo avrebbe mai fatto. Non era nemmeno certa che volesse saperlo.

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