Capitolo 7

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Quando successe, non fu durante un momento importante o comico, Louis si era solamente accovacciato in giardino per raccogliere delle erbacce quando sì tirò su in un flusso bagnato.

Era il primo giorno bello che avessero avuto lì da secoli; il sole splendeva, le nuvole erano gonfie nel cielo e, ovviamente, Louis avrebbe dovuto trascorrerlo in ospedale.

"Ti piace fare entrate teatrali, eh?" disse alla bambina.

Si trascinò dentro al negozio. Harry era con una cliente, stava tirando fuori qualcosa per lei da una scatola. Catturò lo sguardo di Louis, doveva esserci qualcosa nella sua espressione di così ovvio per Harry che le pinzette e il dolcetto che aveva fra le mani volarono per terra con un frastornante rumore.

"È—oddio—stai bene? Merda, dobbiamo—" Harry era sempre stato un persona maldestra ma, ora, era proprio senza speranza, inciampando su se stesso e tutto. Louis e la donna che stava servendo si scambiarono un'occhiata esasperata.

Harry era quasi arrivato alla piccola mezza-porta dietro il bancone, quando si ricordò della signora che stava servendo poco prima, girandosi verso di lei. "Mi dispiace, devo—dobbiamo andare—"

"Vai pure, tesoro," gli disse, salutandolo con le mani.

Harry si recò oltre il bancone, dov'era Louis. "Serviti pure" richiamò la donna, "prendi qualsiasi cosa tu voglia, qui nel negozio."

"Almeno capovolgi l'insegna di chiusura, per amor di Dio—" disse Louis a Harry mentre questo lo accompagnava fuori di casa usando la porta sul retro.

"Ho dimenticato di controllare la benzina nel camion, merda, dov'è la tua borsa?"

"È già lì dentro, l'ho messa lì la scorsa settimana. Calmati, mi stai innervosendo."

"Merda, mi dispiace." Harry fece scorrere una mano fra i suoi capelli, sorridendo a Louis. "Sta davvero per succedere, eh?"

"Già," disse Louis, un po' sopraffatto dal tutto.

Harry lo aiutò a salire in macchina, poi corse verso il lato del guidatore, girando la chiave con la mano così tremante che non riuscì ad avviare il motore le prime volte che ci provò. Louis si sentiva stranamente calmo. Era come se la troppa preoccupazione di Harry lo stava distogliendo da tutta la sua ansia, permettendogli di concentrarsi. Possiamo farcela, pensò rivolgendosi alla piccola.

Harry sembrava di non riuscire a scegliere se guidare velocemente o come una vecchietta. Stavano giusto per uscire dalla città quando il passaggio a livello della ferrovia iniziò a lampeggiare.

"Oh, cazzo," disse Harry, guardando il braccio rosso di fronte a loro scendere giù. "Possiamo girarci intorno, potresti prendere Madison Ave per andare in autostrada—"

"Va bene così, staremo qui solo un paio di minuti," gli disse Louis. Si allungò per afferrare la mano di Harry mentre questo parcheggiava, ancora tremando, la macchina, fatto ciò guardò in basso verso le loro dita intrecciate.

Non parlò, all'inizio, e quando lo fece la sua voce era bassa. "Lo so di non aver nessun diritto. So di conoscerti da soli due mesi. Lo so, per logica, che non avrebbe senso per noi... Ma ci sono cose che il cuore sa. Ci sono cose... Ci sono cose che, per conoscerle, per saperle, non hai bisogno di più di una manciata di giorni."

"Harry..."

Le lacrime incastrate fra le sue ciglia. "Tu meriti di essere felice, Louis."

Ora stava piangendo anche Louis. "Tutto quello che faccio è pensare sempre a me stesso."

Harry scosse la testa. "Non è vero."

"Invece sì. Sono scappato via perché non riuscivo a stare con qualcuno che mi trattava come se stessi facendo un errore. Sono incasinato e non riesco a prendermi cura di me stesso e forse dovrei semplicemente ascoltare il motivo, la ragione, per una buona volta—"

Maybe, Baby - Italian TranslationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora