Prologo

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La prima volta che ti ho vista eravamo in un bar; di quelli semplici, che usano la carta da fritto come tovagliette.
Mi sentivo particolarmente nervoso quella sera, avevo quell'ombra addosso che mi faceva tremare le mani.
Non sapevo come giustificarla e, con lo sguardo perso nel vuoto, percorrevo l'intero locale sperando di veder tornare il mio amico da un momento all'altro.
Era andato in bagno, mi aveva detto.
Ma con lui anche la tua compagna, quella dai capelli rossi fin troppo impulsiva che tu tanto adori.
Eppure, nonostante la situazione, ringrazio il cielo di aver posato gli occhi su di te quella sera, Melissa.
Non mi era mai capitato, devo ammetterlo.
Ho sempre pensato che l'amore a prima vista fosse una stupidaggine, una di quelle cose sulle labbra di tutti ma che in realtà si fonda sul vuoto.
Tu però eri lì, seduta a pochi tavoli di distanza da me e sembravi persa nei tuoi pensieri, mentre arrotolavi una ciocca dei tuo capelli scuri su un dito e ti distraevi nel ticchettare le unghie sulla superficie piana del legno.
Eri una visione, lo sei sempre stata.
La tua pelle bianca splendeva sotto le luci forti del bar, come il tuo sorriso non appena la tua amica fece ritorno dal bagno dei maschi, seguita dal mio di migliore amico.
Ma tu non te n'eri accorta.
Brian me lo racconta ridendo ora, di quando lui ha cercato inutilmente di presentarsi.
Non te n'eri accorta, un'altra volta.
E lui era molto a disagio, con la mano a mezz'aria pronto per stringere la mano ad una bellissima ragazza che continuava a guardare da tutt'altra parte.
Quando finalmente ti sei girata verso di lui sei arrossita, e con un sorriso hai conosciuto il mio miglior amico.
Me lo dice sempre lui, che quella sera eri veramente splendida con quelle tue labbra tinte di rosso; e io ogni volta gli lascio scherzosamente un pugno sulla spalla per non fargli capire che un po', un bel po', mi viene da vomitare al pensiero che qualcun altro ti ha guardata come ho fatto io.
Hai bevuto a disagio un sorso dalla birra che tenevi tra le mani e io ricordo ancora il modo in cui le tue labbra carnose hanno aderito al bordo della bottiglia verde, facendomi venire un lungo brivido sulla schiena.
Non mi ero mai sentito così, davvero.
E al pensiero di come ero nervoso ogni volta che sembravi stare per guardarmi, mi scappa un sorriso.
È che eri così bella Melissa.
Poi, per puro caso, ti sei girata e hai puntato i tuoi occhi azzurri nei miei.
Ti muovevi a disagio sulla tua sedia, ma per istanti apparentemente infiniti non hai mai staccato il tuo sguardo dal mio.
E continuavi a fissarmi incuriosita, mentre io mi agitavo solo all'idea di poter scambiare una parola con te.
Ero nervoso si, lo ammetto.
E tu di quello te ne sei accorta sul serio, me lo rinfacci sempre.
Ma io mi sono alzato e ho fatto un passo verso di te, e dopo un altro ancora.
E poi mi sono innamorato.

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