«Tu ti sottometterai a me, tutti cedono!» Esclama Tom.
Siamo nella sala comune del dormitorio dei Capi Scuola. Lui Slytherin, io pure. Lui maniaco del controllo, io uno spirito libero.
E cosa succede se si prova a sottomettere uno spirito libero? Si ribella.
«Tutti hanno dei punti deboli Riddle, la cosa è diversa». Lo correggo. «Tu sei bravo a trovarli, su questo non c'è dubbio, ma ti sei dimenticato una cosa, un singolo e minuscolo dettaglio», dico, l'indice e il pollice destri davanti ai miei occhi e ravvicinati.
«E quale sarebbe?» Chiede lui e fa un passo verso di me.
Il suo petto mi sfiora la mano che ho davanti al viso. Sento un brivido pervadermi la schiena, ma uso tutto il mio autocontrollo per non farlo notare.
Devo concentrarmi sul dipinto alle spalle di Tom per qualche secondo. Il corpo di Tom troppo vicino, il suo respiro alla fragranza di menta che si dissipa sul mio viso, inebriandomi il cervello; gli occhi color dell'ebano dominanti e furiosi che mi studiano, cercando di carpire ogni mio più profondo segreto.
«Io non ho punti deboli». Rispondo, gli occhi ancora fissi sul dipinto. Non posso guardarlo, ma la memoria non mi aiuta: le spalle dritte e larghe, il corpo slanciato, gli zigomi pronunciati e regali, i capelli ricci indomabili, mi tormentano i ricordi. Tutto di lui mi aveva attratto fin dal quinto anno, ma lui non mi aveva mai guardata, mai degnata di uno sguardo.
Il tutto era cambiato il primo giorno del Settimo Anno quando lui mi aveva guardata, studiata e io non era riuscita a fare altro che rispondergli, con una sottile vena di sarcasmo, che i mie occhi erano sul mio volto e non sul mio petto.
«Ne sei sicura, cara?» Mi chiede, un respiro sulla mia pelle, una capovolta del mio stomaco. La gola è secca e decido di nascondere le mani nelle pieghe della gonna per non far vedere che tremano.
«Sicura quanto il fatto di non essere la tua cara». Rispondo, ma la voce mi risulta molto più tirata del solito, deglutisco lentamente, il cuore sembra scoppiarmi nel petto.
Cosa mi stava facendo Tom Riddle? Quale incantesimo aveva usato?
«Su quello possiamo rimediare subito».
In un momento mi trovo contro al muro, la vita pressata sulle pareti di pietra dalle mani calde di Tom.
«T-T-Tom?» Chiedo un attimo disorientata, il suo naso disperso nell'incavo del mio collo, le sue labbra che mi sfiorano la pelle facendo scoppiare un incendio, il cuore che minaccia di esplodere.
«Non sai da quando tempo desideravo farlo», mi respira sul collo. Il mio cervello si scollega, l'istinto prende il controllo.
Prendo il suo viso tra le mani e faccio collidere le mie labbra con le sue. Per i primi istanti sembra che sia io in controllo, lui rimane passivo, ma quando lo shock della mia azione abbandona il suo corpo mi trova preda di un belva affamata.
Le sue mani lasciano la mia vita per prendere i miei polsi e bloccarli sopra la mia testa con una mano, con l'altra scende al mio seno, accarezzandolo lussuriosamente.
Un gemito mi esce seduttore dalle labbra e Tom non aspetta un'altra occasione per rapirmi la lingua con la sua. La temperatura nella stanza si alza d'improvviso, le nostre lingue non giocano più: lottano per una dominazione.
I nostri corpi si studiano strusciandosi l'uno contro l'altro. Le mie gambe fanno spazio a quelle di Tom.
La mano di lui trova il bordo della camicia e ci scivola sotto, avida e lussureggiante. Bloccata con le mani e in grave perdita nella guerra in cui si stanno scontrando le nostre lingue, struscio il bacino contro quello di Tom e sento un'altra scarica elettrica attraversarmi il corpo quando percepisco la sua erezione attraverso i toppi strati di vestiti che abbiamo addosso.
Rudemente Tom ritrae la sua mano dalla mia camicia e getta a terra i vasi della scrivania che abbiamo accanto.
Tom si distoglie un attimo e con precisione mi alza per la vita e mi fa sedere sulla scrivania.
«Troppi vestiti», dice con un tono di voce bassa che mi fa sentire ancora più calda.
In pochi istanti Tom è di nuovo su di me, bloccata contro il legno dal suo peso. Le sue mani che con grande precisione mi slacciano i bottoni uno a uno, le sue labbra che mi lasciano dei marchi precisi sul collo.
Le mie mani che si intrecciano nei suoi capelli, i miei denti che trovano il suo lobo e i nostri bacini si strusciano sempre più velocemente.
Le labbra di Tom trovano un strada, attraverso il solco tra i miei seni, ora nudi davanti ai suoi occhi, un bacio su uno, un bacio sull'altro, per poi continuare più in basso lungo la pelle sensibile della pancia.
Che seguono le labbra come due fide guardie ci sono le mani che accarezzano incontinenti ogni singolo centimetro della mia pelle pallida. Chiudo gli occhi quando un altro gemito si fa strada lungo la gola per fuggire e non mi accorgo di Tom che sgancia la gonna e si disfa della sua camicia.
Ma non me ne preoccupo poiché le labbra di Tom trovano le mie femminilità e le mani ripercorrono il sentiero ormai conosciuto e iniziano a giocare con i miei seni.
«Per Salazar!» Quasi urlo in un gemito quando Tom mi penetra con la lingua.
Un fuoco si accende improvvisamente nel mio basso ventre e sembra diventare sempre, sempre più grande; il fiato diventa sempre più affannato mentre il bacino si inizia a muore a ritmo con le labbra e la lingua di Tom.
Dopo pochi e intensi minuti Tom riporta il volto davanti al mio, la lingua che inumidisce le labbra. Una mano sulle mie femminilità, l'altra che si preoccupa della sua cintura.
I nostri occhi si incatenano per un secondo, prima che lui rubi di nuovo le mie labbra e le mie mani si facciano strada nei suoi capelli. Le sue mani si spostano sui miei fianchi e in pochi istanti Tom entra in me con un colpo secco.
Stringo le spalle di lui mentre il corpo si adatta alla sua virilità. Quando annuisco quasi impercettibilmente con il capo, Tom inizia muoversi con spinte sempre più rapide e profonde.
Appena apro le labbra per uscire un gemito lussurioso, Tom si fa strada alla ricerca della mia lingua.
L'incendio che prima si era acceso ora si sta trasformando in un vulcano pronto a eruttare, Tom continua con spinte sempre più forti e veloci, il calore è troppo e sento che il mio corpo è pronto ad esplodere.
Quando arrivo al culmine del piacere urlo di piacere, mentre inarco la schiena e getto il capo all'indietro. Sento Tom esalare un profondo respiro sul mio petto e stringermi più forte a lui; segnalandomi che anche lui è arrivato al piacere.
Entrambi affannati ci alziamo dalla scrivania e ci guardiamo negli occhi.
Tom si tira su i pantaloni mentre io metto a posto l'intimo e inizio a chiudermi la camicia.
Sto per raccogliere la gonna da terra quando lui, camicia in mano, mi prende il viso e fa si che i miei occhi siano puntati nei suoi.
«Avevi ragione: tutti hanno un punto debole», mi dice, un sorrisetto in volto, sapendo già di avere la vittoria dalla sua parte. «E credo di aver appena trovato il tuo, mia cara». Detto ciò mi da un ultimo bacio a stampo e scompare nella sua stanza.
Mi porto due dita alle labbra mentre ancora guardo la sua porta e non posso che dargli ragione: avevo un punto debole, era lui.
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The Bad Touch || A Tom Riddle's One-Shot
Teen FictionEssere la Capo Scuola è un onore. Condividerlo con Tom Riddle, non molto. Dal testo: "Siamo nella sala comune del dormitorio dei Capi Scuola. Lui Slytherin, io pure. Lui maniaco del controllo, io uno spirito libero. E cosa succede se si prova a sott...