~•CAPITOLO 1•~

2 0 0
                                    

Cara Amy Heartart,

non crederai mai a cosa è successo oggi! Non ci credo ancora neanche io!

Ma andiamo con calma.

Come ti ho già detto ieri, oggi è iniziato il mio terzo anno in questa dannatissima scuola.

È andata come nei primi due: occhiatacce, battute cretine eccetera.

Quando siamo entrati in classe, mi sono seduta sull'ultimo banco, come al solito, da sola, occupando il posto accanto al mio con lo zaino.

Poi è entrata la prof.essa Smith.

<Buongiorno, ragazzi.>

<Buongiorno> ci siamo alzati dalle sedie per salutarla, come sempre.

E poi ci siamo seduti di nuovo, noi al banco, lei sulla cattedra.

<Ragazzi, devo dirvi una cosa. Molto importante.>

"Soffri di diarrea cronica e non verrai a più a scuola?" ho pensato, e non sono riuscita a trattenere un sorriso, breve, ma che non è fuggito  all'attenzione di quella strega.

<Matthew, vuoi una nota il primo giorno di scuola? No? Allora piantala di ridere come un'idiota> ha sbottato.

Dalla classe si sono alzate delle risatine, e tutti si sono voltati a guardarmi.

Ecco. Le lacrime. Mi sono sentita bruciare gli occhi. Il labbro in basso ha cominciato a tremarmi, come le mani. Sentivo una fitta al petto, e respirare mi è sembrata una cosa impossibile.

La odio. Odio tutti. Volevo morire. Quella stronza ha continuato.

<Ragazzi, l'ospedale della nostra città ci ha chiesto di scegliere un alunno che si occupi del reparto di pediatria questo pomeriggio, dalle 15 alle 17. Chi si offre?>

Non è volata una mosca.

<Avanti, ragazzi, è solo per un pomeriggio! Vi farà bene un po di solidarietà!>

"Senti chi parla", ho pensato.

Nessuno.

<Bene, allora andrò a sorteggio.>

Dal quel momento in poi ho fatto appello a tutta la mia sfiga di trasferirsi da Britt, una troietta che filtra pure con l'autista che ci ha accompagnato a una gita.

La Smith ha preso la scatolina che contiene i numeri di registro e l'ha scossa. Poi ha infilato la mano dentro e ha tirato fuori un bigliettino. "Ti prego non me, ti prego non me, ti prego stragiuro e risupplico non me" pensavo. Ero il 14.

<...14! Lilith, sei fortunata.>

Fanculo. Fortunato zio zighippo sotto spirito (?). Ho sopportato le successive cinque ore con la peggior agonia del mondo.

Uscita dal cancello per prendere il bus, ho trovato Britt, con le sue amiche stronzette al seguito.

<Lilth, vedo che finalmente ti rendi utile. Vai a fare compagnia agli handiccappati. Che pensiero carino, vai a trovare la tua famiglia.>

È scoppiata a ridere con loro. Non ne potevo più. Le sono andata incontro e le ho pestato il piede con tutta la mia forza.

<Cogliona! Sono nuove queste scarpe!>

<Indovina dove te le infilo!> ho sbottato, senza avere il coraggio di scendere mentalmente fra i particolari. E poi sono corsa sull'autobus.

Sono entrata in casa, e ho lasciato cadere pesantemente lo zaino sul pianerottolo. Papà al mio ritorno non è mai in casa. Lavora sempre.

Mangiai l'insalata di riso presa dal frigo e mi buttai sul letto sbuffando. Guardai l'orario. Le due e venti.

Uffffaaaaaaaaaa.

Aprii gli occhi all'improvviso. Guardai l'orario.

Le tre meno cinque. Feci un balzo. Presi borsa, cellulare, cuffie e soldi e mi precipitai letteralmente fuori.

3:11.

<Mi scusi, per la pediatria?> chiedo a un'infermiera.

<L'ultimo piano.>

Lo raggiunsi con l'ascensore e mi guardai intorno.

Sembrava tutto, ma non una hall di un ospedale. Era un'esplosione di colori; le pareti erano dipinte con disegni neanche tanto brutti, che ricordavano una foresta, e c'era un immenso acquario. In un'ospedale!

E poi lo vidi. Era seduto su una sedia di nastri colorati e fiori finti. Un bambino. Era completamente calvo e strappava, uno a uno, i petali di un fiore giallo, preso dal mazzo nel vaso accanto all'uscita dall'ascensore da cui ero entrata. Avrà avuto cinque, sei anni. Tutti quelli che passavano, dottori e non, gli rivolgevano un sorriso e gli accarezzavano la testa.

Poi una donna gli si avvicinò. Doveva essere la madre.

<Alex, com'è andata l'operazione di ieri? Ti ha fatto male?>

Lui fece di no con la testa. La donna sospirò. Poi, Alex buttò a terra il gambo del fiore e la abbracciò forte. È stata la scena più bella che io abbia mai visto.

<Mi scusi, e lei chi sarebbe?> mi chiese una voce maschile.

Mi voltai e vidi un ragazzo. Diventai tutta rossa. Lui scoppiò a ridere.

<Sarebbe cosi gentile da dirmi chi è, per favore?> domandò ancora, e giù risate.

Non ci vedevo nulla di divertente.

Per la prima volta, mi sentii imbarazzata. Ero porpora.

Siccome non rispondevo, mi prese per un braccio e mi guardò negli occhi. Sembrava preoccupato.

<Sei muta?>

<...no...> non sapevo come comportarmi. Cosa mi sta succedendo?

<Sai, perché la scorsa settimana hanno dimesso una bambina muta, non lo sapevo e allora le chiedevo in continuazione il suo nome, ma non poteva dirmelo> aggiunse.

<Io sono quella che doveva fare il volontariato oggi pomeriggio> dissi, finalmente.

<Ah. Ciao. Io sono Mark. Ma non potevi dirmelo prima?!>, e sorrise.

Mark. Si chiama come una delle persone che odio più al mondo.

<Fa niente> risposi, fredda. <Allora cosa devo fare?>

Rimase in silenzio, come se fosse ferito da quelle parole.

<Solo fare giocare i bambini. Niente di più. E scusa, se ho chiesto qualcosa di te.>

E se n'è andato cosi! Ha preso su e si è allontanato. Permaloso.

Che tu ci creda o no, ho obbedito. Mi sono diretta verso quel bambino. E poi non ricordo molto. Ricordo solo di aver riso tanto, con lui. Mi sono trovata bene come con nessun altro. E quando Alez mi ha detto: <Tornerai anche domani, vero?>

L'ho fissato. Davvero voleva che ritornassi?

<Vuoi vedermi anche domani?>

<Sì, sono stato bene con te.>

Lo abbracciai. E non mi resi conto di ciò che dissi dopo.

<Certo, che tornerò.>

E sono uscita dall'ospedale.

|Lilith|××

_________________________________

Ecco il primo capitolo☺

Continuerò a più visualizzazioni sul prologo.

Un abbraccio a chi ha letto e al prossimo capitolo

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 29, 2014 ⏰

Aggiungi questa storia alla tua Biblioteca per ricevere una notifica quando verrà pubblicata la prossima parte!

FOR.EVERDove le storie prendono vita. Scoprilo ora