Capitolo 1

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Basta, sono su questo aggeggio infernale da ormai 3 ore, seduta a fare il nulla.
Non mi è mai piaciuto stare ferma, e non mi piace nemmeno stare ferma nel vuoto assoluto.
Odio gli aerei. Ed e la terza volta in un mese che mi tocca prenderlo per il lavoro di mio padre, anche se questa volta ha detto che sarà l'ultima volta, ma per lui non è mai l'ultima volta, lo so benissimo.
Io voglio tanto bene a mio padre, ma quando mi fa fare tutti sti sbattoni mi viene voglia di prenderlo e buttarlo giù dal aereo, e senza paracadute.
Una cosa che odio? Scendere dal mio amato letto. Una cosa che invece amo? Rimanere dentro il mio bel letto caldo. Ovvio no?

"Jasmine lo so che questa è già la terza volta mi dispiace tanto, ma te lo promesso questa sarà l'ultima volta." La voce di mio padre interrompe i miei pensieri
"Stai tranquillo papà, so quanto è impegnativo il tuo lavoro." Gli sorrido comprensiva e lui ricambia con un sorriso paterno.
"Però se non scendo al più presto giuro che diventerò pazza!" Inizio a ridacchiare accompagnata da lui.
"Tranquilla tra meno di mezz'ora dovremmo essere arrivati"
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Ok non è male come posto, diciamo che per quello che sto vedendo ora non è male, calcolando la velocità del taxi.
Questo è pazzo, ci vuole ammazzare, non penso sia legale andare così veloci.
"Scusi può rallentare? Ho mangiato due panini nel aereo e potrei vomitarli addosso a lei." Mi sporgo leggermente verso l'autista dal posto dietro.
"Sono abbastanza di fetta signorina, se deve vomitare abbassi il finestrino."

Sta dicendo seriamente?

Ma davvero?? Oltre a volermi far fuori osa essere anche scortese con me?

Mio padre notando il mio viso rosso dalla rabbia cerca di trattenere una risata ma fallisce miseramente.
"Sono Jasmine Mitchell e lui è mio padre Thomas Mitchell" non voglio influenzare le persone dal mio cognome, odio farlo, ma odio anche le persone che osano rispondermi male.
Gli ho solo chiesto di rallentare.
Noto dallo specchietto retrovisore che è sbiancato totalmente in viso.
Ops, ci conosce. In questo momento viene a me da ridere per colpa della sua faccia buffa.

"Oh, certo certo, mi perdoni signorina" frena di colpo facendomi schiacciare la faccia contro il sedile davanti.
Oddio qualcuno mi trattenga, ora lo picchio.
Dopo quasi una decina di minuti siamo arrivati davanti al grattacielo in cui io e mio padre alloggeremo, piano 15, chissà che vista da dio ci sarà!

"Mi scusi ancora signorina" me l'avrà ripetuto tipo... non so 20 volte?
Però è un tipo buffo.
Mio padre paga il taxi e subito dopo entriamo nella hall.

Appena la segreteria ci vede viene subito verso di noi per prendere le valigie.
"Buongiorno signorina Mitchell" e subito alza lo sguardo su mio padre
"E buongiorno anche lei signor Mitchell" cerca di fare una voce seducente, ci sta per caso provando con mio padre proprio davanti a me?
"Buongiorno..." sposto lo sguardo per vedere il nome sulla targhetta
"G-goldina?" Oddio vorrei scoppiare a ridergli in faccia, ma che cos'è, un pesce?
Mio padre mi tira una gomitata sulla spalla e subito dopo mi riprendo

"Ci può portare le chiavi per favore?" Chiede educatamente mio padre.
"Certo, subito" e corre subito dietro al bancone.
È brutto dirlo lo so, ma sembra uno di quei cani addestrati.
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Ok questa camera è una figata!
La vista è pazzesca, e la camera è bellissima, ed e spaziosa come piace a me.
Ho addirittura un bagno tutto mio, si, confermo che è decisamente una figata.
Inizio a sistemare tutta la mia roba da vestire, e la robaccia che mio padre mi regala, fiocchettini e tacchi.
Non ha ancora capito che io sta roba non la indosserò mai nella vita?
Prendo i tacchi e li butto in un angoletto della stanza, più tardi li butterò.
Dopo aver finito, vado a farmi un bel bagno caldo e rilassante, non so precisamente quanto tempo ci passai dentro quella vasca, ma fu il momento più bello della giornata.
Appena terminai di fare il tutto mi asciugai i capelli e tornai in camera mia, misi il mio pigiama con le scimmiette e mi buttai sul mio nuovo e morbido letto.
Ahhh finalmente, sembra di stare in paradiso.
Cercai di chiudere gli occhi e dormire ma qualcuno bussò alla mia porta. Cosa c'è ancora?
Roteai gli occhi e diedi il permesso di entrare
Fece l'ingresso mio padre con il suo pigiama azzurro, che allegria che c'è in quel pigiama.
"Disturbo?" Mi chiese dolcemente.
"No no" Invece si, hai appena interrotto una cosa molto importante.
Viene verso di me e si siede sul bordo del letto
"Domani vai a scuola per l'iscrizione?" domandò
"Si papà" cerco di essere il più calma possibile.
"Brava, allora ora cerca di dormire" si alzò e mi da un bacio sulla fronte.
"Sai era proprio quello che cercai di fare prima che tu entrassi" ridacchiai e lui mi accompagnò.
"Allora buonanotte Jasmine, e..." stava per uscire ma si bloccò guardando un punto fisso
"Quelle sono le fantastiche scarpe che ti ho regalato io?" Continuò subito dopo.

Fantastiche??
"Stai parlando di quegli aggeggi infernali?" Domandai con un sopracciglio alzato.
"Jasmine questi tacchi sono bellissimi, è molto eleganti" controbatte lui.
"Papà... ti sembra che io ho qualcosa di elegante?" Sbuffò, li prese e li mise dentro la mia scarpiera. Tanto primo o poi li butterò.

"Lasciali qui, non si sa mai, magari un giorno ne avrai bisogno" chiuse la scarpiera e si diresse verso l'uscita. Contaci. Come no.

"Ora buonanotte"
"Buonanotte papà"
Chiuse la porta, e subito dopo sprofondai in un sonno profondo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 17, 2019 ⏰

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