"Figlia! Svegliati, per favore, devi andare a scuola!! Devi anche arrangiarti da sola per andare a scuola, John è già partito e io sto andando. Figlia mia, è il primo giorno, non arrivare tardi."stava urlando mia madre.
Bello alzarsi il primo giorno di scuola, con mia madre che mi urla e mi prega di svegliarmi. Adorabile.
Aspetta. Adorabile un bel niente, io devo entrare un'ora più tardi, visto che devono entrare quelli di prima.
Mi ha svegliata per nulla.
"Mamma!! Sei da trucidare, cazzo! Io oggi entro un'ora più tardi, perché ci sono quelli della prima!" urlai a mia volta, preparandomi per scendere giù.
"Ah, ops. Me lo sono dimenticata. Scusami, Georgina. Ora vado, dammi un bacio."mi disse sorridendomi beffarda mentre ormai ero già giù, davanti a lei. Bugiarda.
" A stasera, mamma. Buon lavoro e grazie per il risveglio, ti voglio bene." le dissi con un sorriso finto e dandole un bacio.
Mentre andai a lavarmi, mi mandò un messaggio con scritto che c'era già del latte nel pentolino e che l'unica cosa che dovevo fare era riscaldarlo, visto che era rimasto tutto apparecchiato.
Non resiste senza di me, ovvio.
Io mi chiamo Georgina (nome un po' buffo), ho 17 anni e oggi inizio il primo giorno di scuola.
Sono abbastanza alta (ma sicuramente qualcuno mi troverà bassa), ho gli occhi chiari: azzurri come il mare, i capelli lunghi e castani chiari, con i riflessi rossicci. Non saprei definire se sono lisci o mossi, perché sono sempre stati un casin0. Li avevo sempre fatti lisci con la piastra e il phon: il risultato non era male.
Ho un fratello di 19 anni, John. Io e lui più che altro siamo fratellastri. Mia mamma si è sposata due volte, ma per noi non è mai stato un problema.
Lui, ovviamente, è alto, con un fisico palestrato, perché ha fatto per 4 anni basket, poi ha smesso; ha due occhi grandi e castani, come il caramello e i suoi capelli ricci sono la fine del mondo. Mio fratello è il ragazzo più bello e generoso che abbia mai visto.
Ai suoi 15 anni, quando mio padre iniziò a distaccarsi da noi, ci promise a me e mia madre che ci avrebbe protetto da tutto e tutti. E così fu. A mio padre gli volevo bene. Qualche volta capitava che ci sentivamo. Non abbiamo mai capito perché non stesse con noi. Suppongo però che questo allontanamento portò alla separazione.
Non mi era mai piaciuto giudicare le scelte dei miei genitori, perché erano grandi e sapevano quello che facevano.
Mia mamma lo amava ancora, ma non poteva stare con una persona che per lei non c'era mai. Si merita qualcuno che stia con lei e che affronti tutte le difficoltà e le mura che si mettono davanti ai nostri cammini.
Mio fratello nel frattempo lo detesta.
Mia mamma si chiama Kateryna, ha 45 anni, ma ne dimostra di meno perché decisamente sa godersi la vita, senza stress. È una artista. Ama dipingere e disegnare. E, mentre disegna ama essere accompagnata dalla musica classica come sottofondo. Ama il pianoforte, appunto ne abbiamo uno in casa. Ama il canto. Ama la fotografia.
Ama semplicemente l'arte. Ha la capacità di trasformare qualcosa di banale in arte e questo perché tutto ciò che le circonda è arte.
Mi raccontò che al sesto mese di gravidanza si era scocciata di stare a casa a non fare nulla. Allora, un giorno prese e ordinò a mio padre di portarla in un posto fantastico, che fosse nei suoi gusti.
La portò in un campo di fiori colorati e lei li dipinse.
Amo mia madre. Mi hanno sempre detto che ero la sua copia in tutto e per tutto. Avevo preso da lei ogni caratteristica. L'abilità dell'arte, della gentilezza e dell'apprezzamento delle cose che ci circondano.
Nella nostra famiglia, come si vede, nonostante tutto, siamo abbastanza positivi. Sì, lo so che sembra strano. In molti ci starebbero male dopo una separazione. Io non voglio dire di stare bene, ma non sto neanche male.
Quelli che ci sono sempre stati per me, mi hanno sempre reso al meglio felice ed è questo che mi ha portato a essere positiva.
Ci siamo appena trasferiti a Brooklyn, perché mia mamma è riuscita a trovarsi un lavoro e poi dalla separazione con mio padre, dice che è meglio cambiare aria, città e vita.
Io non so se sia giusto o meno, perché non l'ho provato io personalmente, quindi non la giudico, ma mi mancherà la mia amata Manhattan e i miei pochi (ma buoni) amici che avevo. Insomma, eravamo un numero giusto per essere un gruppo, ecco.
Mi mancherà soprattutto il mio migliore amico Mark.
Lui era un po' come me. Sempre solare, allegro e apprezzava l'arte.
Ha sempre adorato la mia voce quando cantavo e il mio saperci fare al pianoforte.
Lui aveva era un anno più grande di me, ci conoscemmo 2 anni prima, quando mi vide dipingere dei bambini al parco giochi e la prima cosa che mi ricordo è che mi disse un po' con tono brusco: "Io sinceramente non voglio pagare per il ritratto che stai facendo a mio fratello, cioè neanche te l'ho chiesto.." disse addolcendosi sulle ultime parole. Io lo guardai perplessa all'inizio, poi gli dissi: "Ah, scusa. se vuoi tolgo tuo fratello dal ritratto. Non c'è bisogno che tu mi paghi, lo stavo facendo per me" gli dissi arrossendo.
E l'unica cosa che mi disse di: "Oh.. Sei l'amica di cui ho bisogno.." e da lì senza che io avessi capito nulla, accettai di diventare sua amica. Non che io non volessi, però era successo tutto in un modo strano. Ma è da quel modo strano che ora siamo i migliori amici del mondo.
Mi mancherà. Mi mancherà anche la mia casa, i trascorsi, il resto della mia famiglia.
Difficilmente sono triste, ma questo rendeva triste anche mia madre e John.
E ora, eccomi qui a Brooklyn, in una nuova scuola e una nuova vita.
Spero di trovarmi bene, pensai mentre mi incamminai per la scuola.—-
buongiorno!
questa è la prima volta che scrivo e spero che come prima parte per l'inizio sia buona, ecco sì.
vi chiedo di essere clementi nel giudizio perché è la prima volta appunto e non so se ne sono in grado o meno.
è una prova che volevo fare e niente, l'ho fatta.
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Prendimi per la vita.
RomanceLei ama l'arte e come le dice sempre sua madre, tutto ciò che le circonda è arte. È una ragazza dal cuore nobile, gentile, positiva, piena di allegria. A Brooklyn conoscerà nuove persone, tra cui lui. Dan Smith. Il grandissimo stronzo della scuola. ...