Le nuove generazioni

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Negli ultimi tempi sento dire che "le nuove generazioni sono incapaci e incompetenti per colpa dei telefoni..." prima di comprendere questa inconcludente affermazione facciamo un passo in dietro. Quali generazioni?

Le generazioni cui si è soliti prendere in considerazione sono la X, Y e Z. La Generazione X sono coloro nati approssimativamente tra il 1965 e 1980. La Generazione Y, i Millenials, sono coloro nati dal 1980 fino agli anni 2000 e infine la Generazione Z, i Centennials (o i Post-Millenials) nati circa dopo il 2000. Questi gruppi di persone vengono studiati per il loro rapporto con la società, e ognuno di loro ha una specie di resoconto, di caratteristiche che li identificano. Noi ci interesseremo principalmente della Generazione Y, i Millenials, nati all'avvento delle nuove tecnologie.

Durante una puntata del TED talks Inside Quest nel 2016, lo scrittore, motivatore e consulente di marketing anglo-americano Simon Sinek trattò dei problemi dei Millenials. Li definisce "difficili da gestire, che pensano che tutto gli sia dovuto, narcisisti ed egoisti, dispersivi e pigri". Secondo Sinek, i Millennials spesso si trovano nella condizione di avere tutto ciò che vorrebbero avere, ma ad essere ugualmente infelici perché vi sono quattro fattori che hanno influenzato la loro crescita e hanno avuto conseguenze ben precise. Il primo fattore sono le strategie fallimentari di educazione familiare, caratterizzate da fatto che i Millenials sono cresciuti sentendosi dire costantemente che erano "speciali" e che "potevano avere tutto dalla loro vita solo perché lo volevano", e ovviamente questo ha avuto effetti negativi non preparandoli alla vita reale. Un altro fattore è la tecnologia che si è diffusa negli anni e permette di rilasciare al nostro corpo una sostanza chiamata dopamina, la stessa che si produce fumando, bevendo o scommettendo. Questo ovviamente fa in modo che i giovani si rivolgano alla tecnologia per far sì che il loro corpo produca dopamina e ciò li rende dipendenti tanto che nel corso della loro vita continueranno a rivolgersi alla tecnologia nei momenti di stress. Inoltre tutto questo si ripercuote sulle loro capacità relazionali, rendendoli incapaci di creare dei veri e propri rapporti di fiducia ma solo rapporti superficiali basati su "like". Il terzo fattore è il senso di impazienza dovuto al fatto di crescere in un mondo di gratificazioni istantanee, un mondo frenetico dove tutto può arrivare subito con un click e questo crea loro un grande senso di frustrazione nel momento in cui devono ottenere dei risultati che necessitano di pazienza (come nell'amore o le gratificazioni lavorative). L'ultimo fattore è il contesto: mettiamo i Millennials in un ambiente aziendale in cui devono scontrarsi con tutte le difficoltà che questo comporta, questo non li aiuta sicuramente a raggiungere un equilibrio. Questi sono i quattro fattori che determinano la loro insoddisfazione che secondo Sinek non è una loro colpa, ma dell'epoca in cui sono cresciuti e in cui vivono che li fa convivere continuamente con un senso di frustrazione e infelicità.

Vi invito a riflettere sul discorso di Sinek, in particolare sul secondo e sul terzo fattore, sulla dopamina e sull'impazienza. Noi abbiamo leggi che vietano l'uso di alcool e l'uso del fumo. Sui social network, invece, abbiamo serie leggi a riguardo? È vero... momentaneamente WhatsApp è vietato ai minori di 13 anni (momentaneamente, perché a breve WhatsApp diventerà vietato ai minori di 16 anni) ... ma cosa impedisce loro di accedervi comunque? Esiste qualcuno che realmente controlla l'età della persona che utilizza un determinato software? Quello che intendo è che, anche se ho 10, 11 o 12 anni con uno smarphone posso tranquillamente usare WhatsApp inserendo dati falsi, e alla domanda "quanti anni hai" mettere una data di nascita a caso... Chi controlla ciò?

Un articolo pubblicato da Repubblica afferma che il 33% delle persone in Europa non riesce a resistere per un giorno senza telefono... I dati, in generale, sugli smartphone-dipendenti crescono sempre di più diventando sempre più preoccupanti. Il senso di impazienza, è una conseguenza a ciò. Ci stiamo sempre più abituando ad avere e ricevere tutto subito. Con Amazon ora puoi riceve un prodotto il giorno stesso in cui lo ordini... Prima dovevi uscire di casa, controllare gli orari del negozio, sapere la strada, confrontare quale offriva il prodotto migliore al minor prezzo... Ora no, non più, da una parte è un bene, direte voi, ma dall'altra è un male.  Da ora possiamo anche farci portare a casa il cibo, (ovviamente mal pagando i poveri cristiani in bicicletta che ci lavorano... ma questo è un altro discorso), e la domanda che dobbiamo porci è: "perché non posso uscire al ristorante piuttosto che farmi portare il cibo a casa? Cosa mi cambia?"

Pigrizia, forse, è la risposta.

Il fatto è che non siamo noi che scriviamo il rapporto con la società congiuntamente alla tecnologia, è la tecnologia che scrive e determina il rapporto che noi abbiamo con la società. Tutto questo che facciamo, acconsentire i cookies, accettare termini e condizioni senza neanche leggerli, continuare a volere il nuovo modello dell'iphone solo perché per colpa dell'obsolescenza programmata il nostro va a scatti per aprire internet, è dettato da giganti sopra di te e che ti controllano, lo scopo di questo libro non è criticare l'andamento che ha avuto la tecnologia (anche, in realtà...) ma è quello di farvi riflettere, perché questo che avete letto ora è ciò che accade oggi, ma un domani, vi siete chiesti cosa potrà accadere?

Forse qualcosa di molto peggiore.

La solitudine di massaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora