❧𝑪𝒂𝒑𝒊𝒕𝒐𝒍𝒐 𝑻𝒆𝒓𝒛𝒐: 𝒍𝒂 𝒍𝒆𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝒆̀ 𝒕𝒆𝒓𝒎𝒊𝒏𝒂𝒕𝒂

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«Cazzo, è già tardi! Tra mezz'ora devo andare a lezione.»

«Lezione?» Yoongi alzò lo sguardo dal proprio piatto, guardandolo confuso.

«Sveglia, Yoongi-Hyung! Lezione di Tango al Salon Seul, dove passo il giovedì sera da quasi due mesi, hai presente? Mi hai pure accompagnato la prima volta.»

«Um- rispose Yoongi, continuando a mangiare- sì, ora ricordo.»

«Beh, immagino cosa tu ti possa ricordare.» Insinuò l'altro, malizioso.

«Esistono due varianti di Tango: il Tango Salon e il Tango Fantasia. In uno l'abbraccio è chiuso e...»

La recita venne interrotta dalla fragorosa risata dell'amico.

«Madonna, Yoongi! Ti attizzava parecchio Hoseok-Hyung se ti ricordi ancora: penso tu non mi abbia mai ascoltato tanto in tutti questi anni di conoscenza quanto hai ascoltato lui quella sera.»

«Cosa avrei potuto fare, scusa? Ero a un bancone di un bar, solo, senza niente da bere: a quel punto anche il Tango mi è sembrato interessante... Certo, forse il fatto che foste avvinghiati ha leggermente aiutato a farmi mantenere alta l'attenzione.»

Un sorriso scaltro gli tagliò il volto.

«Beh, se vuoi accompagnarmi di nuovo sei il benvenuto: oggi ripassiamo alcuni movimenti, penso finiremo anche prima del solito e, beh, potremmo provare a chiedergli se si ferma a bere qualcosa ...»

«Vuoi davvero farmi credere che ancora non te lo sei scopato?» Domandò l'altro con un espressione incredula dipinta in volto.

«No- Ammise Jimin, sorridendo innervosito da quella reazione incredula- e non è il caso di fare quella faccia, lo so. Sinceramente la cosa inizia anche a irritarmi. A lezione è audace, non dà prova di un solo segno di esitazione, potrei infilarmi letteralmente tra le sue gambe e ci starebbe. Ma appena la musica di ferma si irrigidisce, non so, è come se fosse un'altra persona. È un tipo particolare, non lo capisco. Nonostante non si faccia problemi a ballare a meno due centimetri di distanza, nella vita sembra piuttosto riservato, decisamente troppo riservato. Però chi lo sa: magari servi tu per farlo sciogliere.»

«Beh- rispose Yoongi sorridendo furbo - nel caso in cui il merito di farlo sciogliere fosse mio, vorrei poter godere un minimo della ricompensa, non credi? Comunque mi pare assurdo, sono l'ultima persona al mondo in grado di instaurare una conversazione priva di imbarazzo, hai scelto la spalla sbagliata, Jimin-ah.»

Il ragazzo lo guardò un poco deluso; un lieve broncio prese spazio su quel viso apparentemente tanto dolce.

«A me sembrava che tu gli stessi simpatico... cioè, non che pensi che io non gli vada a genio, anzi, con me è davvero sempre molto gentile e disponibile; non fa che ripetermi che sono uno dei migliori allievi che abbia mai avuto e bla bla... solo che boh, secondo me mi vede molto, troppo, come un allievo. Ma se tu venissi con me forse si accorgerebbe che al di fuori di quella sala da ballo esiste un'altra vita, fatta di tante altre belle cose...»

«Tipo le scopate a tre? Senti Jimin, non tiriamola per le lunghe: sinceramente, non ho un cazzo da fare stasera, quindi per me non è un problema accompagnarti, solo non crearti aspettative.»

E, così dicendo, si alzò dal divanetto in pelle su cui sedeva.

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Hoseok aveva terminato la lezione di Charleston qualche minuto prima del solito quella sera; era già pronto, seduto sul divanetto nero, ad aspettare Jimin. Perso nelle proprie riflessioni, riprovò per un istante impercettibile le sensazioni che lo avevano pervaso l'ultima volta che avevano ballato insieme.

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