Capitolo 4

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Aprii la porta di casa.
No, non abitavo più con i miei. A dire la verità non ci parlo più con loro da esattamente 5 anni.
Si, esattamente dalla morte di James.
A loro non potevo mentire, così raccontai di cosa fosse successo in quella Estate.
Loro si arrabbiarono, per le bugie, per i soldi andati via, per il girone in cui ero entrata e per la persona che ero diventata ed incolparono me per la morte del mio amico.
Fui un'amara delusione per loro, sopratutto quando seppero che uccisi l'assassino.
Era un peso troppo grande da portarmi dentro da sola, così sperai di trovare conforto nella mia famiglia.. ma non accadde.
Mi dissero esattamente che non mi avrebbero denunciata solo perchè ero loro figlia ma questo portava ad un prezzo da pagare, ovvero.. dimenticarmi di loro.
Non sarei finita in carcere ma non avrei avuto più dei genitori.
Fu difficile, tantissimo.
Divenni fragile e vulnerabile. Ero sola e soffrivo da morire. Troppe cose mi erano crollate addosso in contemporaneamente..
La morte di James, l'allontanza di Brad, il disprezzo dei miei genitori e l'abbandono della mia migliore amica.
Troppo per me. Ma non avevo possibilità, che andare avanti.
Posai le chiavi sul mobiletto all'entrata e mi guardai subito allo specchio. Mi strofinai gli occhi e raccolsi i capelli in una coda di cavallo
"Sono a casa" urlai
Improvvisamente sentii una sculacciata, qualcuno prendermi dal polso e delle labbra baciarmi appassionatamente.
"finalmente sei tornata, ti aspettavo" sussurrò con la sua voce calda.
Lo guardai, senza dire una parola.
"Finalmente sei tornata. Ci hai messo di più oggi.."
"Si lo so..scusa" mi limitai a dire
"Dove sei andata?"
"Lo sai.. al cimitero" dissi girovando per la cucina senza guardarlo
"Con chi?" disse serio
"con nessuno" dissi sollevando lo sguardo.
"Lo sai che odio le bugie" disse stritolandomi il braccio
Strinsi i denti e chiusi gli occhi
"Ti dico che è la verità"
Mi lasciò andare e subito dopo aprii il frigorifero
"è vuoto. Non fai un cazzo dalla mattina alla sera! Ti permetto di andare al cimitero ogni mattina ma questo non ti permette di trascurare i tuoi doveri! Cosa dovrei mangiare ora?"
"Scusami" dissi mortificata
"NON VALI NIENTE!" Urlò con una spinta che mi fece arrivare per terra.
Arrivai con le mani sul pavimento in modo da attudire la caduta e poi rimasi immobile.
Vidi i suoi passi allontanarsi, così alzai il viso.. rannicchiandomi in un angolo
Lui tornò poco dopo con il cappotto addosso e le chiavi in mano
"non ti azzardare ad uscire" disse minaccioso.
Feci un cenno di capo,senza fiatare e lui si allontanò.
Mi lasciò sola e non appena sentii la porta dell'ingresso chiudersi.. mi sentii al sicuro.
CAPITOLO 5
Salii in soffitta e scoprii un vecchio baule.
Dentro, nascosto da vecchie lenzuola, c'era un telefono.
Il mio telefono, il mio vecchio telefono..
Avrei dovuto sbarazzarmene 5 anni fa.. ma lo avevo conservato.
Walter voleva che lo buttassi. Lui me ne aveva regalato uno nuovo, ultima generazione. Da lì poteva avermi sotto controllo e poteva controllarmi meglio.
Walter è il mio ragazzo, sì.. quello che mi ha appena trattato male. Dovrei farci l'abitudine ormai dopo 5 anni ma ogni urlo..fa male esattamente come la prima volta. E le botte..lasciano i segni esattamente come 5 anni fa, specie nell'animo.
Accesi il cellulare e ritrovai tutte le mie vecchie cose.. come il numero di Brad.
Chissà se ha ancora questo numero, pensai.
Sorrisi, ma no..non potevo provare a chiamarlo.
Sospirai e lo nascosi nuovamente per bene.
Tornai al piano di sotto e mi sedetti su un mobiletto che dava su una vetrata.
Un grande finestrone che sporgeva sulla strada.
Mi preparai una tazza di thè mentre guardavo la gente vivere la sua vita lì fuori.
Improvvisamente vidi Brad passare da lì. Rimasi a guardarlo, bloccata..tanto che mi scottai la lingua con il thè.
Feci una smorfia e posai la tazza mentre cercavo di nascondermi ma..fu tutto inutile.
Mi vide si avvicinò alla finestra sorridente.
"Ehy" capii dal labiale. Mi regalò uno dei suoi sorrisi irresistibili e cominciò a picchiettare sul vetro.
Sorrisi leggermente e posai la mia mano sul vetro in corrispondenza della sua che bussava.
Guardai l'orologio e..sì, presto sarebbe tornato Walter.
Improvvisamente..il batticuore.
Brad mi fece segno di poter entrare dentro..
Salii a ginocchioni sul mobiletto e cominciai a dire no con il dito e provai a farmi capire anche aiutandomi con il labbiale
Lui giustamente non capii, poi però vide nei miei occhi la seria paura che cresceva dentro di me
Ormai mi conosceva bene.
Smise di sorridere e mi prese sul serio, mi fece segno di "poi" con il dito e si allontanò da casa..andando via ma non smettendo neanche un attimo di guardarmi.
Lo seguii con lo sguardo poi mi sedetti per terra e tirai un sospiro, chiudendo gli occhi.
Sentii il rumore delle chiavi nella serratura.
Spalancai gli occhi e fissai la porta.. e cominciai a respirare sempre meno.
Eccolo, era tornato.
Secondo voi cosa sta succedendo?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 01, 2019 ⏰

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