«Ciao!» dissi baciandolo a fior di labbra.
«Ciao!» ricambiò amorevolmente il mio ragazzo.
«A dopo Baby!»
«A dopo!» risposi. Chiusi il portone di casa e percorrendo gli scalini dell'ingresso mi incamminai per la via.
La mia direzione? Washington Square Park.
Henry, mio se non migliore amico del mio ragazzo, mi aveva mandato un messaggio la sera antecedente avvertendomi che il nostro ormai solito quanto frequente incontro al pub dietro la stazione era stato spostato per l'appunto al Washington Square Park.
<necessito di parlarti> si era preoccupato poi di sottolineare alla sua conclusione.
Quel “necessito di parlarti” era stata la causa della mia insonnia notturna.
Ci avevo pensato tutta la notte, ci stavo pensando tutt'ora, ma non riuscivo a spiegarmi questa sua anomala riservatezza.
Henry non era mai stato un tipo misterioso. Era incapace persino a mentire ed adesso si atteggiava da tipico uomo tenebroso?
Non sapevo il perché, ma sentivo che dopo questa sua confessione, mi sarei sentita diversa. Avvertivo come una sorta di cambiamento nell'aria che avrebbe suscitato al mio cuore scosse di ansia permanenti. Manipolandolo di potenza ogni tal volta che si fosse fatta presente.
Una bambina con un palloncino a forma di cuore conquistò la mia attenzione selettiva riportandomi prontamente alla realtà e quindi alla stupida ricorrenza che si celebrava oggi.
Affondando il viso all'interno della sciarpa per ripararmi dal gelo artico che dimorava sulla temperatura, cominciai a guardarmi intorno per rendermi conto di quanto superflua importanza dava ogni singola persona a questa festa occasionale: c'erano fiori, cuori e rosso ovunque. Erano tutti intenti ad amarsi con dosi eccessive d'affetto soltanto perché oggi era S. Valentino.
Tutti appagati dall'idea di poter finalmente trascorrere un giorno intero con la propria anima gemella per dimostrargli quanto a lei tenesse.
Tutti. Certo. Tutti tranne me e il mio ragazzo.
Io avevo da sempre detestato S. Valentino.
Non l'avevo mai visto come una festa, ma un affare di business.
Una delle diecimila manovre del commercio mirate a ricavare entrate quantificabili per il proprio mercato investito.
Non c'era amore. Non c'era sentimento. Era solo una ricorrenza mondana priva di un reale motivo per il quale essere omaggiata.
«S. Valentino per noi è tutti i giorni quindi perché festeggiarlo se già lo facciamo costantemente?» avevo detto al mio ragazzo e sembrava essersi convinto nonostante amasse il romanticismo e di conseguenza questa pacchiana festa.
Potevo sembrare egoista, non rispettare ciò che era, ma in fondo se aveva acconsentito alla mia abitudine tradizionale era perché sapeva che avevo ragione.
Per questo non oppose resistenza e decise bensì di spostare i suoi programmi già premeditati per la data attuale a quella del nostro anniversario.
Proseguii dritta superando una coppia di fidanzatini che si era appena seduta su una panchina e studiarli. Si stringevano forte e lui gli baciava la guancia premuroso.
Mi ricordarono molto me e Jay: Stesso modo di comunicare. Medesima luce negli occhi. Spudorata attrazione.
A differenziarli era solo quella stupida festa che stavano correntemente acclamando.
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Now,Every February you'll be my valentine
RomantikPrendete tre amici. Tre migliori amici. Due maschi e una femmina. Pensate a due di loro come una coppia affiatata, l'altro, invece, come un Latin lover da mille e una notte. Ora,stringeteli alla visuale,immaginate il loro rapporto d'amicizia come...