fine gennaio

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Sento l'acqua scorrermi  addosso.
È fredda, mi perfora la pelle come mille aghi.
Le mie spalle sono intorpidite.
La testa inizia a girarmi come se fossi in un vortice.
Vedo gli allenatori, ai lati della piscina, farsi sempre più sfuocati e confusi.
Ho tanta paura, paura di perdere, paura di restare delusa.
Sento le lacrime iniziare ad uscire.
Sto per crollare.
Il respiro inizia a farsi sempre più corto.
Il dolore alla spalla sempre più lancinante.
Cerco il mio allenatore tra la folla assiepata sul bordo vasca.
Socchiudo gli occhi.
Cazzo.
No.
Stavolta no.
Me lo sono promesso.
Riapro gli occhi.
Prendo un bel respiro.
Ignoro il dolore.
Inizio a pensare a tutte le cose belle che sono successe quest'anno.
Penso alle serate trascorse in soffitta a vedere film horror con i miei migliori amici, penso agli abbracci di Stephan, alle parole di conforto di Luna, la mia Parabatai, alla sicurezza con cui Mike aveva predetto la mia vittoria.
Sorrido instintivamente.
No, non posso deludermi loro credono in me.
E forse è arrivato il momento che anche io creda un po' di più in me.
Ricomincio a nuotare, stavolta con più sicurezza.

Devo solo concentrarmi su ricordi positivi, andrà tutto bene.

tutto andrà bene.

La spalla non fa davvero male, è solo ansia esteriorizzata.

I miei me lo dicono sempre che dovrei stare più tranquilla.


Ora non ho più così tanta paura di perdere.
Ora so come sconfiggere questo mostro, credo.
In ogni caso ora devo finire questa gara.
Non ho tempo da perdere.

È finita la gara, finalmente, sono così stanca.
Il getto d'acqua della doccia mi aiuta a rilassare i muscoli mentre il calore del vapore acqueo mescolato al profumo dello shampoo al cioccolato mi cullano dolcemente.
Il silenzio nello spogliatoio è interrotto solamente dallo scrosciare della mia doccia, tutte le altre ragazze saranno ancora fuori, credo.
Esco dalla doccia e prendo un telo asciutto dallo zaino.
Prendo in mano il telefono e inizio a scorrere i messaggi: la maggior parte provengono dalla mia squadra, chi mi chiede se sono passata ai nazionali, chi mi dice di stare tranquilla, chi invece mi scrive un semplice buona fortuna.
Sorrido leggendo i messaggi ansiosi di Stephan, Mike e Loren che pretendono di sapere come è andata; Luna invece è più tranquilla, come sapesse già il risultato della gara, lei era certa che ce l'avrei fatta, è sempre così con lei.
Scorro i messaggi dei miei compagni di classe che chiedono disperati informazioni sui compiti ed appunti.
Strano.
Ho realizzato solo ora che non c'è neppure un messaggio di Zoe.
Magari ha il telefono spento, non ci faccio troppo caso anche perché sento la prima chiamata per le premiazioni.
Metto la divisa della mia squadra sopra la biancheria intima, do una rapida sistemata ai capelli, un filo di mascara e rientro nella struttura principale.
Apro la porta dello spogliatoio e sento subito una vampata di calore mescolata ad un'umidità allucinante, le grida degli allenatori si mescolano alla musica scadente che esce dalle casse sparse per la struttura.
Ecco come mi immagino l'inferno, non ho nemmeno la necessità di immaginare a dirla tutta, basta guardarmi intorno.
- Le atlete che si sono classificate ai primi tre posti sono pregate di presentarsi nella zona premiazioni, ripeto ...-
Il frastuono copre nuovamente le parole dello speaker.
Mi avvio al tavolo della giuria e saluto con un sorriso le altre ragazze: nonostante la competizione siamo in ottimi rapporti. Non sopporto le persone che odiano i propri avversari, trovo solamente infantile incolpare gli altri per i propri errori.
Salgo sul podio quando sento il mio nome, stringo la mano al signore che mi porge la medaglia, faccio un sorriso di circostanza, abbraccio le altre due ragazze e aspetto che scattino le foto di rito.
Anche per oggi sono a posto.
Esco e finalmente respiro aria pulita.
Sono così stanca, eppure mi rimane ancora nel sangue l'euforia per aver sconfitto i miei demoni e l'adrenalina data dalla competizione.
Un fiocco di neve mi cade sulla guancia.
Istintivamente sorrido.
Amo la neve, mi fa ricordare mille momenti felici passati tra le mie amate montagne: sciare con i miei genitori, combattere contro i miei compagni di classe a suon di palle di neve, pattinare sul ghiaccio con i miei amici, slittare sulla neve con mia nonna e mia sorella...
Assaporo la magia della neve e mi sento completamente rigenerata.
Era da tanto che non mi sentivo così felice, così tranquilla, come se fossi tornata una bambina.
Ma è solo un attimo.
Sento il mio allenatore chiamarmi, è ora di andare

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