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Trascinai Al per tutta la strada del ritorno a casa, mi spiegò dei suoi problemi con il sangue, dei suoi problemi a trattenere la rabbia e del fatto che voleva solo proteggermi. Arrivate a casa feci scattare nella toppa della porta la chiave che precentemente mi aveva dato, la chiave, contrariamente dalle mani della mia piccola Al erano fredde. 

Dopo pochi minuti ci ritrovammo sul balcone, con una bottiglia di vodka liscio fra le mani, guardandoci a vicenda mentre entrambe delle nostre gole bruciavano, dentro.

Andammo a letto, quando le due bottiglie eravano ormai vuote e l'ampiezza dei nostri discorsi non si dilungava molto, oltre ai nostri sguardi non c'era più niente e il sonno si faceva sentire.

Io però mi irrigidii non appena Al pronunciò: "Io e te. Dovremmo viaggiare, sai. Domani partiamo." 

Io non mi addormentai subito, aspettai i respiri della mia ragazza ubriaca, posta accanto a me, e mi faci scaldare dal tepore delle coperte che tanto amavo, con impregnato il suo odore. E sorrisi, sorrisi tanto quella notte. Da sola, con Al.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 02, 2014 ⏰

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