8 Sei un guerriero

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《Se non te la senti io-》 Lo bloccai subito, avevo bisogno di parlare con qualcuno, per 6  anni non avevo mai tirato fuori l'argomento, ma adesso dovevo.

Tolsi le scarpe ed infilai i piedi nella sabbia, così da muoverli quando ero ancora più teso.

《Vivevo in Albania da piccolo, con mia madre, i miei fratelli e... mio p-padre》
Non pronunciavo quella parola da troppo tempo, non avevo mai voluto. Lo avrei fatto solo per Fabrizio.
《Tornava a casa ubriaco ogni sera, e picchiava mia madre, era un'abitudine...》
Sospirai, puntando lo sguardo sulla sabbia.
《Io per qualche anno mi chiudevo in camera, portavo con me i due bimbi e li facevo sdraiare a letto, solo che...》

Il professore stava per dire qualcosa, probabilmente voleva che mi fermassi, così continuai.
《Le urla erano troppo forti, dunque per farli dormire, mi mettevo al pianoforte e suonavo, cercando di nascondere le loro grida. Un giorno però, afferrò un coltello e la minacciò con quell'oggetto. Io mi misi in mezzo, e non ci pensò due volte, quell'essere, a chiudermi in una camera e a picchiarmi come mai aveva fatto. Da quel giorno cominciò a picchiare sia me che mia madre, così all'età di tredici anni scappammo in Italia alla ricerca di un futuro migliore...》

Finii il racconto portando lo sguardo verso le onde del mare.
《E ora sono qui, con te》 Dissi per cambiare argomento, rendendomi conto solo dopo di non avergli dato del lei.

Guardai Fabrizio non appena mi prese la mano. Intrecciò le dita con le mie e con il pollice accarezzò il dorso della mia mano.
Poi, inaspettatamente, portò la stretta alla sua bocca e ci lasciò sopra un bacio a stampo.
《Grazie per aver parlato con me》Mi disse, cercando di sorridere ma riuscendoci ben poco.

《Comunque per sfogarti meglio, potresti scrivere delle canzoni a riguardo》 Mi suggerì, portando le mostre mani sopra al suo grembo. Anuii piano muovendo la testa. Il vento scompigliava i ricci da destra verso sinistra e lo schianto delle onde del mare sugli scogli riempiva il silenzio.

《Hai fame Ermal?》
Risposi positivamente, poi lo vidi voltarsi con il busto e frugare dentro allo zaino nero che si era portato.
Mi porse poi un panino e una bottiglia di birra.
《Grazie》 Gli dissi prendendo subito l'alimento avvolto dalla carta stagnola.

Dopo pochi minuti, entrambi avevamo finito di mangiare e stavamo solo bevendo, lo guardavo con la coda dell'occhio, portava la bottiglia di vetro alle labbra umide e rosse e il pomo d'Adamo si muoveva dal basso verso l'alto. Alcuni ciuffi gli cadevano davanti agli occhi e la barba gli copriva le guance.

Poi d'improvviso lo vidi avvicinarsi, lasciando pochissimi centimetri dal mio corpo. Portò un pollice all'angolo delle labbra e sfiorò la mia pelle.
《Eri sporco》 Sussurrò a pochi millimetri dalla bocca.

Le sue dita passarono dalle guance alla nuca, accarezzando l'attaccatura dei ricci.
Entrambi ci stavamo muovendo in avanti,  i nostri sguardi che alternavano gli occhi e dopo le labbra. Poi successe, non so dire precisamente chi fu stato il primo perchè chiusi gli occhi lasciandomi andare.

Fabrizio stampò un bacio sulle mie labbra, durato poco più di un secondo e poi appoggiò la fronte sulla mia.
Gli sorrisi, e lui ricambiò, sembrava quasi che io mi stessi perdendo all'interno dei suoi profondi occhi.

《P-possiamo rifarlo?》Chiese imbarazzato, non smettendo nemmeno un secondo di guardarmi. Gli passai la punta del naso sul suo perfetto e riunii le nostre labbra, questa volta coinvolgendo dopo pochi secondi la lingua che cominciò a picchiettare contro le mie labbra come volesse chiedermi l'accesso.

Così glielo permisi, e prese ad accarezzare l'interno della mia bocca con la sua lingua, provocando schiocchi che rimbombavano nella mia mente.

Fabrizio si stese sul telo, strinse le mani sui miei fianchi, portandomi sopra di lui a cavalcioni. In seguito, sempre senza annullare il bacio, spostò delicatamente le dita sulla mia guancia, accarezzandomi con i polpastrelli sfiorando la pelle.

Io sono il Sasso e tu il Mare {MetaMoro}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora