Capitolo 2

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Messaggio a Noah<3

Porca troia, come posso dirti di no. Sarò lì tra 15 minuti.

Inviai il messaggio a Noah e cominciai a prepararmi. Mi feci una doccia veloce, mi misi un paio di jeans neri strappati e una maglietta della Vans bianca. Andai in cantina e presi due bottiglie di champagne. Una volta tornata al piano terra trovai mia madre e mio padre in salotto, entrambi stavano leggendo dei libri finché si accorsero della mia presenza. Mia madre non si degnò nemmeno per un secondo di distogliere la sua attenzione dal manoscritto che teneva in mano. Mio padre invece mi guardò, poi spostò il suo sguardo sulle due bottiglie e infine ancora su di me.

"Stai uscendo?" mi chiese con disinteresse.

"Si" risposi tranquilla. Non temevo più il loro giudizio e non mi importava tanto meno della loro opinione a riguardo.

Mi misi una giacca di pelle nera, delle Adidas bianche e uscii velocemente da quell'inferno di silenzio.

*Flashback*

"Giulia togli quei pantaloni, devi mettere un vestito elegante oggi...incontrerai persone molto importanti" mi disse mia madre.

"Con tutto il rispetto, posso decidere da sola come vestirmi madre"

"Non essere sciocca. Non puoi"

"Ah si? E cosa farai? Mi vestirai di forza?"

"Cos'è tutta questa arroganza signorina? Non ti permettere"

"Sono stufa" dissi tranquillamente.

Non volevo litigare, stavo solo cercando di farle capire che molte delle sue regole non mi andavano più bene, ero grande ormai. A breve avrei festeggiato il mio diciottesimo compleanno e avevo intenzione di chiedere "la mia libertà" come regalo.

"Sei stufa...e cosa me ne importa? Sono tua madre, perciò decido io. Fine"

Mantenni la calma e misi il vestito che lei aveva scelto per me, dopo tutto dovevo solo sopportarla ancora qualche giorno.

*Fine Flashback*

Scacciai quelle immagini dalla mia mente, non volevo rovinarmi la serata pensando ai miei genitori. 

Fuori era già buio, la strada su cui stavo camminando era illuminata solo dalla luce della luna e da quella artificiale del mio iPhone. Un venticello caldo camuffava il clima autunnale che cominciava a farsi sentire. Settembre stava finendo e con lui anche l'estate. Io e Noah però al contrario delle condizioni meteorologiche eravamo rimasti alle abitudini estive: dormire di giorno, vivere di notte. Certo era un po più difficile visto che la scuola era ricominciata ma c'erano sempre i week end. 

Mi accorsi di essere arrivata all'indirizzo che il mio migliore amico mi aveva inviato quando sentii della musica provenire da una villa moderna e lussuosa. Non ero mai stata in quella villa e non sapevo nemmeno chi fosse il proprietario ma di sicuro era qualcuno di molto ricco.

Suonai al citofono per farmi aprire il cancello, mi rispose una voce maschile:

"Si?"

Era qualcuno di abbastanza ubriaco.

"Mi fai entrare?"

"Dipende"

"Da?"

"Sei figa?"

"Fammi entrare e potrai giudicarlo da solo"

"Ahaha che caratterino, già mi piaci"

Il cancello si aprì e finalmente raggiunsi la villa.

Ad aprirmi la porta fu il ragazzo che mi aveva risposto al citofono. Era davvero carino, sulla ventina, capelli corti mori, occhi verdi, alto e muscoloso.

"Hey"

"Ciao"

"Piacere, mi chiamo Davide"

"Giulia" mi presentai poco interessata, con lo sguardo stavo già cercando Noah tra le tante persone in quella casa.

"Cerchi qualcuno?"
"Si, il mio migliore amico, Noah"

"Penso sia in piscina ora..." mi stava ancora parlando quando notai un piccolo schermo sotto alla cornetta del citofono.

"Quella è la videosorveglianza del cancello?" chiesi.

Davide annuì.

"Dunque mi avevi già vista...perché mi hai chiesto se sono figa?"

Non rispose, alzò solo le spalle come per dire "non lo so". Poi aggiunse:

"Dai, ti lascio andare dal tuo amico...dopo il salotto e la cucina, sulla destra"

Cominciò ad andarsene nella direzione opposta a quella che avrei dovuto prendere io ma poi ci ripensò e si girò di nuovo verso di me.

"Ah...quasi dimenticavo...non faccio mai entrare brutte ragazze in casa mia" disse facendomi l'occhiolino.

Alzai gli occhi al cielo per poi seguire le indicazioni che mi aveva dato Davide. Attraversai il salotto pieno di persone che giocavano al gioco della bottiglia e la cucina piena di alcolici fino ad arrivare ad una piscina coperta (e a giudicare dal vapore che usciva era anche riscaldata) dove trovai Noah mentre stava baciando appassionatamente una bella bionda.

"Ei sfigato, smetti di limonare e saluta la tua migliore amica" gli urlai.

Lui non mi ascoltò. Avrei voluto togliermi la maglietta e lanciarmi in piscina per attirare la sua attenzione ma non andavo fiera del mio corpo e c'erano troppe persone che avrebbero potuto vedermi. Perciò presi una ciambella gonfiabile e gliela tirai in testa.

"Oh ma che cazzo fai sfigata"

"L'ho fatto per il tuo bene amico, non vorrai consumarti la lingua con una sola ragazza per tutta la sera..."

La biondina, stranita dalle mie parole e capendo che Noah non era il ragazzo serio che immaginava, se ne andò senza dire niente.

"L'hai fatta scappare!!!"

"Mh...era proprio figa" commentai una volta che la biondina uscì dall'acqua.

"SI. LO SO."

"Ne troverai un'altra. Esci, andiamo a farci uno shot insieme" gli dissi lanciandogli un asciugamano.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 10, 2019 ⏰

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