CAPITOLO 3

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due settimane dopo che io e Alexandra eravamo fidanzate io feci una cazzata immensa avevo troppa paura di perderla, avevo paura che lei avrebbe cambiato un giorno idea su di me, credevo che stando senza di lei non sarei riuscita ad andare avanti ed era così ma pensavo anche che stando con lei sarebbe stata già una storia con una conclusione scritta perché a lei piacevano solamente i maschi, ed io ero un problema, perché io sono una ragazza e con me non avrebbe avuto il futuro che desiderava ma il mio futuro riuscivo a vederlo solo con lei e questo era bello ma lei non immaginava un futuro e questo mi spaventava a morte quindi decisi di lasciarla. dicendole che avevo fatto una cazzata, l'ho lasciata dicendole che non la amavo e che era passato molto tempo e stavo con lei perché non volevo farla rimanere male quella sera e non ho mai pensato di amarla davvero e mentre gli dicevo quelle cose al telefono mi sentivo prendere a pugni lo stomaco, mi sentivo la gola secca e gli occhi gonfi e alle parole che dicevo non ci credevo nemmeno io. qualche giorno dopo avevo capito la grande cazzata e decisi di chiamarla dopo quasi un centinaio di chiamate rispose; "vaffanculo!" mi disse con tono davvero deciso e incazzato. decisi di lasciare perdere così non ci sentimmo per circa una settimana poi mentre io ero ad una vacanza-studio con la mia scuola di teatro lei mi scrisse un poema dove diceva che l'avevo ferita molto che non riusciva anzi non voleva dimenticarmi e io pensavo lo stesso ma tutte le chiamate tutti i messaggi che le avevo mandato fino a quel giorno senza una risposta non lo so ero arrabbiata con lei e quindi abbiamo deciso di continuare a parlare ma non ci siamo messe insieme parlavamo e basta e mentre ero li in vacanza ho conosciuto un nuovo ragazzo e mi sentivo con lui così allontanavo sempre di più Alexandra senza farglielo capire perché non volevo stesse male, ma io ero confusa questo ragazzo era simpatico, carino, e passavamo le giornate insieme eravamo insieme ogni giorno per una settimana ma passata la settimana capimmo che dovevamo lasciarci e che era solo una cotta estiva e adesso siamo compagni, è entrato nella mia scuola di teatro e andiamo abbastanza d'accordo ma torniamo ad Alexandra tornata dalla vacanza erano un paio di giorni che non la sentivo e alla fine non ci siamo sentite per tutta l'estate sinceramente dopo qualche settimana mi capitava raramente di pensare a lei e non ci stavo nemmeno male, avevo smesso di pensare a lei, avevo smesso di pensare volevo passare la mia estate con la mia famiglia, con i miei nipoti, i miei zii, volevo solo rilassarmi.

Finita l'estate ricominciai la scuola, nuove preoccupazioni, anche l'anno scorso ho dovuto fare lo stage da ottobre a dicembre, quindi passai solo un mese nella mia classe e ne ero molto contenta anche perché avevo totalmente perso il bel rapporto che avevo con Isabella, ci parlavamo a mala pena, ma in compenso è arrivato un nuovo ragazzo da un'altra scuola si chiama Cristian è abbastanza robusto non molto alto, capelli rasati, sempre con il capellino e una passione sfrenata per gli orologi, abbiamo fatto amicizia subito, ho anche scoperto che abita molto vicino a me, così ogni mattina iniziammo a prendere il pullman insieme e oltre Domenico il ragazzo che conosco dall'asilo, ora c'era anche lui con noi e la cosa mi piaceva almeno adesso avevo qualcuno con cui passare del tempo, era l'unico della classe che non mi prendeva per il culo, l'unico che non aveva vergogna di me, non aveva vergogna di sedersi vicino a me e parlarmi, e fidatevi che io ero la tipica ragazza ce viene presa di mira perché sembra debole e effettivamente lo ero, ma non ha importanza questo, ha importanza che non mi sono mai arresa e adesso hanno smesso, o quasi, ma io non ho paura di parlare, ne di insultarli, o picchiarli se necessario, credo nell'amore verso se stessi, e io mi amo, ed è solo così che riesco ad amare.

ritorno a scuola, primo giorno del terzo anno. Entro in quella classe come se non fosse passata un'estate come se tutti ci fossimo visti il giorno prima. nessuno che ti cagava dicendoti più di un ciao, nessuno che era finalmente contento di vedermi dopo un'estate passata senza vederci, no, nella mia classe non ho nessuna persona a cui importa realmente di me, o almeno non era più così da quando Alex era andata via da quella scuola ormai ci sentivamo ma non stavamo insieme, ma il 6 settembre voleva venire a scuola a salutare me e Isabella quindi quel giorno suonata l'ultima campanella mi dirigo con la rossa (Isa) alla fine del corridoio la mia classe si trova al secondo piano, e alla fine del corridoio vicino alle scale ci sono grandi vetrate dalla quale puoi vedere al di fuori della scuola, precisamente si vede il parcheggio della scuola, e l'entrata. quindi prima di scendere ci siamo avvicinate alla vetrata, ed è li che la vidi e in quel momento ho smesso di respirare per qualche secondo. era stupenda, ma non credevo riuscisse a farmi ancora lo stesso effetto che mi faceva prima dell'estate. guardo la rossa e le dico "io scendo e la bacio!" lei basita dalla mia frase non risponde io ansiosa, non volevo più scendere, o forse si, ero in panico e non sapevo cosa avrei dovuto fare ma alla fine non potevo restare in quella scuola per sempre quindi decisi di scendere, arrivata giù non ho avuto il coraggio di fare nulla, abbraccia la rossa, poi guarda me e io le dico "CIAO" con voce fredda e tesa, non ho idea del perché, ma so che non doveva farlo, ci siamo incamminate tutti e tre verso il parco del paese in cui vado a scuola, al centro del parco, si trova una specie di mini nave costruita per i bambini e noi ci siamo appoggiate al di fuori di essa, durante il tragitto ero riuscita a sbloccarmi, quando arrivammo Alex prese una birra dal suo zaino e iniziò a berla. Alex aveva in testa un capellino e lei non sopporta avere i capelli scombinati quindi le rubai il cappellino, e sali sopra la nave, lei mi venne dietro e iniziò a ridere dicendomi di ridarglielo e io le dissi di prenderselo, me lo misi dietro la schiena quindi lei dovette avvicinarsi a qualche centimetro dal mio viso e quando tese il braccio dietro la mia schiena, l'ho afferrata con la mano libera per il fianco, e l'ho baciata probabilmente era abbastanza brilla data la birra di 12 gradi, ma rimase li qualche secondo e poi si tolse, disse che non avrei dovuto farlo, perché non sono la sua ragazza, quindi decisi di staccarmi ma era più forte me, la voglia di baciarla era immensa dopo qualche ora la rossa dovette tornare a casa. Alexandra ed io eravamo sole, facemmo un giro del percorso che si trovava in quel parco e alla fine, mi sedetti per riposare su una panchina e la tirai verso di me, facendola sedere sulle mie gambe, le feci togliere il piercing al labbro, e iniziai a baciarla nuovamente ma stavolta non smisi. fino a quando improvvisamente mi squillò il telefono, era mia madre, che mi disse che stava venendo a prendermi il tragitto da casa mia a scuola in macchina è di circa 20 minuti, tempo che ho usato per continuare a flirtare con lei. dopo questa giornata però tra di noi non era cambiato nulla continuavamo a scriverci senza mettermi insieme. senza un valido motivo.

il 28 settembre mi ha invitata al suo compleanno e c'era anche Isabella e un'amico di Alexandra, Simone. io siccome non avevo idea di che regalo potevo farle e sinceramente da quando aveva ricominciato a scrivermi non avevo fatto altro che pensare a tutto quello che ci era successo e mi mancava e si ho capito che ero ancora innamorata di lei quando dicono il destino, no?

le ho portato un mazzo di fiori con un bigliettino per ricordarle quanto è bella e quanto mi importa di lei, ero davvero molto imbarazzata non avevo mai fatto una cosa del genere, mi accompagnò mio padre, in moto quindi quando arrivai la vidi, scesi dalla moto, mi tolsi il casco, e presi questo mazzo di fiori e dopo aver salutato mio padre andai verso di lei, la guardavo capelli lunghi che le coprivano la parte destra del viso dalla parte sinistra il piercing al labbro, era vestita con una canotta nera, sotto alla giacca di pelle nera, sotto aveva dei pantaloncini corti, con le tasche di fuori e messi sopra alle calze a maglia nere. era una meraviglia!

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