- "Ci sei, piccolo Sole?"

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𝙽𝚎𝚒 𝚖𝚎𝚍𝚒𝚊:
Cold by
Jorge Méndez

Eri pura luce e m'invadevi le ossa d'amore, Jung Hoseok, che quasi non sapevo più come poter davvero parlare.

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𝟷𝟽 ғʙʙʀɪ
ᴏʀᴇ: 𝟷𝟿:𝟶𝟹 // ᴅᴀᴇɢᴜ

"Oggi sto bene.
È strano dirlo parlando ad una videocassetta, ma oggi sto bene.
Mi sono svegliato alle sette del mattino nel mio letto, con il rumore della sveglia sulle lenzuola grigie.
Ho mangiato dei ceriali da solo.
Mi sono svestito e vestito da solo.
Ho bevuto una tazza di caffè da solo.
Sono andato all'università da solo per darne le dimissioni, anche se un po' i piedi mi facevan male per il troppo cammino.
Ho ascoltato la musica da solo.
Sono uscito dall'università da solo.
Sono tornato a casa e ho mangiato del riso in bianco da solo.
Ho guardato la Tv sul divano da solo.
Ho gettato i miei lavori di anni da solo, mentre tentavo di comporre qualcosa.
Mi sono lavato da solo.
Sto morendo da solo.
Sì, Jung Hoseok, sto morendo da solo.
Ma tu almeno non l'hai fatto da solo.
Perché fare tutto da solo, Dio, questa monotonia uccide.
Sto morendo, Hoseok, schiacciato dal tuo stesso sorriso.

Perché io la mattina non mi svegliavo da solo, avevo te nel mio letto.
Dormivi come un bambino dal viso affusolato e i capelli sul volto, fra le mie braccia, indossando il tuo pigiamino azzurro con le astronavi bianche e verdi che un po' mi facevano sorridere, appena sveglio dopo circa tre ore di sonno.
Sembravi un bambino di cinque anni che stringeva il suo pupazzo preferito prima di addormentarsi, e devo dire che l'onore di esserlo stato mi ha sempre fatto sentire un po' speciale.

Noi dormivamo poco, ma preferivamo così.
Perché io e te passavamo la notte a parlare di noi stessi, un po' sballati ma con il cuore in gola e le mani sui corpi.
Che davvero probabilmente il mio cuore era collegato alle mie corde vocali in quegli attimi, perché mi fuggivano "ti amo" dalle labbra come essi fossero la cosa più naturale al mondo, e forse quelli erano gli unici istanti della giornata in cui ti dicevo quanto tu fossi importante.

Poi ci alzavamo insieme dopo aver staccato la sveglia alla quarta volta che questa suonava.
La odiavi profondamente, ma avevi l'Accademia di danza da dover rispettare e quindi tentavo di tirarti via dal letto ogni volta.
Strano è a dirlo, anche perché poi il pomeriggio succedeva esattamente l'opposto, dato che mi saltavi sulla schiena come se fossi un cavallo e tentavi di distruggere la mia povera e triste colonna vertebrale quando tornavamo a casa.
Dicevi sempre quanto assomigliassi a tuo nonno, ma ti rispondevo sempre con un "E allora ti piacciono i vecchi?", e le tue guance diventavano un cremisi da far invidia ai capelli di Taehyung, il tuo migliore amico.
Lo vedi ancora lassù, Seokie?
Parlate sempre come ogni giorno, vero?"

Le lacrime iniziarono a rilegare i suoi occhi mentre girava tra le dita il microfono collegato al registratore, pieno di nervosismo e nostalgia per ricordi non troppo passati.

"Scusami, sto divagando.
Quando parlo di te, mi succede abbastanza spesso.
E comunque io adesso faccio colazione da solo. Mangio ceriali nel latte come mi hai insegnato tu, sebbene preferissi e preferisca più una colazione in stile coreano, ma tu eri ossessionato dal tuo latte al cioccolato accompagnato dai tuoi biscotti alle nocciole che adesso non smetto di comprarli.
Non li uso, sia chiaro, ho sempre preferito i miei, ma l'abitudine mi porta a sprecare i soldi quotidiani che la mia famiglia ancora mi manda.
Probabilmente anche loro hanno capito che nella mia vita non farò mai nulla, visto che non la vivrò neanche.

❛RAGGI DI SOLE SULLE DITA❜Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora