Lady Darkness mi portò in un laboratorio quasi identico alla Base.
«Signorina Anastasia, vi vorrei far conoscere i miei fratelli: Jack e James.» disse Celia mentre la donna si stava allontanando senza neanche avvertire. I due ragazzi davanti a noi si voltarono una volta che la ragazza disse i loro nomi. Avevano 20-22 anni, non di più.
Tutte e due i ragazzi mi stavano guardando dalla testa ai piedi. Mi sentivo un po' in imbarazzo, visto che le mie corna e gli occhi rossi li avevano visti solo le persone della Base, e non mi sentivo molto bene a essere così... Scoperta, peggio dell'essere nuda in mezzo a una folla, direi.
«Avete visto? Non mi sono sbagliata.» uno di loro annuì. Celia mi indicò chi era James e chi era Jack.
«Loro non parlano.» mi sussurrò la ragazza.
«Sono... muti?»
«No, vogliono solo conservare la loro voce.»
«Per cosa?» chiesi di nuovo.
«Per gridare.» Il sangue mi gelò nelle vene. Allora erano stati loro a far sanguinare le orecchie di Darcy, Sam e Ryan.
«Dov'è andata Lady Darkness?»
«A riposare. Abbiamo fatto molte cose... stancanti, ieri notte. Se vuole, le mostro la sua camera.»
«No, grazie. Vorrei sapere di più su di lei.»
«Allora la miglior persona a cui chiedere è proprio lei. Potrà farlo fra qualche ora.»
«Tu non la conosci?»
«Mi dispiace, ma non posso parlare a nome della Lady. Posso solo dire che lei è stata la persona che ha salvato molti ragazzi come me e te, ma non molte persone ne sono felici.»
«Cosa? Perché? Il dottor Hunt non ha mai avuto problemi del genere.»
«Il dottor Hunt... Lui è umano.» disse esitando un attimo. «Nessuno non biasima una persona, per di più un dottore, che cerca di aiutare dei bambini. E poi Lady Darkness non ha mai dato nessun tipo di estratto, o sangue, a nessuno di noi. Noi siamo figli di persone salvate, non mostri creati da lei.» era già la seconda volta che rimanevo senza parole. Cosa significava "figli di persone salvate"? C'era un'intera generazione di persone come me e i miei amici? Eppure la prima sopravvissuta era Darcy, quindi non era possibile.
«Ma io sono la numero 616.» dissi cercando di farle capire ciò che stavo pensando.
«E io la 9875, se la vuoi mettere così. Mi dispiace contraddirti, ma io sono figlia di una donna salvata con la trasformazione. E' morta, per questo Lady Darkness ha preso me e i miei fratelli sotto la sua responsabilità.» poi, anche senza che io lo volessi, Celia mi condusse in una camera e mi pregò di riposare fino a che non sarebbe ritornata lei.
Una volta Darcy ha cercato di farmi imparare come si una un telefono, ma il secondo giorno l'avevo fatto a pezzi perché non ricordavo come si scriveva un messaggio. Ripensandoci ora, mi sarebbe davvero stato utile uno di quei aggeggi.
Erano le 8 di mattina, e finalmente Celia rientrò nella camera risvegliandomi dal sonno senza sogni in cui più che dormire avevo solo pensato a quello che avrei dovuto fare e a quello che mi sarebbe piaciuto fare. Non ricordo quante volte la razionalità ebbe dominato sul desiderio, ma so che erano state più volte che al contrario. Alla fine comunque non contava, perché era stata l'ultima cosa pensata a dominare su tutte le altre.
Volevo delle risposte da Lady Darkness, e una volta raggiunto il mio obbiettivo avrei rubato il siero "sangue di ibrido" per farmi perdonare dal dottor Hunt e i ragazzi, ma non ero sicura di voler ridare loro quell'oggetto, almeno non dopo aver parlato con Celia. Insomma, i suoi fratelli avevano quasi fatto perdere l'udito ai miei amici, ma ancora non avevo un vero motivo per non crederla, e i miei dubbi sul dottore esistevano da prima che lei me li facesse notare. Se anche lei sapeva qualcosa in più, era bravissima a nasconderlo, perché non riuscivo a vedere qualcosa di oscuro in lei, si comportava esattamente come la sua "padrona".
«Lady Darkness è pronta a parlarti, ma tra qualche minuto dovremmo partire.»
«Giappone?» lei mi sorrise, come se sapesse da prima che io ero a conoscenza del loro piano, ma non era contraria. In fondo era stata proprio Lady a dirlo a Darcy e gli altri. Uscì dalla camera e Celia mi condusse in un'altra con una porta rossa. L' c'era una scrivania, una biblioteca e due sedie. Su una delle sedie c'era seduta Denise.
«Dormito bene?» mi chiese alzando i meravigliosi occhi accecanti su di me.
«Non ho dormito molto. Non ero stanca. Lei ha dormito?»
«Dammi del tu, cara. Ti puoi sedere.» alzai la sedia e mi piazzai davanti alla scrivania e a lei. «Neanche io ho dormito molto. Ma io dovevo occuparmi dei affari, tu invece?»
«Pensavo.» aprì uno dei cassetti della scrivania e ne tirò fuori un pacchetto di sigarette. Ne prese una, la mise nella bocca, fra le labbra perfettamente naturali, colorate leggermente di un rosa chiaro, rimise la mano con le dita lunghe, femminili e le unghie dipinte di rosso nel cassetto, prese un accendino che poi puntò nella mia direzione e lo mise sulla scrivania, davanti a me, aspettando.
«Non la accende?» chiesi stupidamente. Era chiaro, voleva che lo facessi io per lei, e io lo sapevo. Lei sorrise e appoggiò la schiena contro il schienale della sedia, toccandosi con una mano metà del viso, scoprendo l'occhio.
«Lei conosceva il dottor Hunt? Dean Hunt.» chiesi con fermezza. A un primo pensiero poteva sembrare una domanda stupida, ma era l'unica cosa che ero riuscita a ipotizzare dopo aver parlato con Celia.
«Come sei arrivata a questa conclusione?» si riavvicinò, prese l'accendino e accese la sigaretta.
«Non è una conclusione, è più una ipotesi. Celia mi ha detto che è il numero 9875, e ho subito pensato che non era fattibile, ma poi mi sono detta "E se lei e lui avrebbero creato i mostri, poi lui avrebbe continuato mentre lei no?"»
«Prima di tutto: perché mi cercavi?»
«Perché ero curiosa...» cominciai a dire.
«Sei una ragazza molto intelligente, Anastasia cara. Hai azzeccato in pieno la verità, anche se non del tutto. Io e Dean eravamo fidanzati. Successe tutto molto tempo fa, quando io ero ancora umana.»
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Paziente Nr. 616
FantasyIN REVISIONE. Se vi interessa questa storia vi consiglio di aggiungerla alla vostra biblioteca, se volete seguitemi, e non appena avrò finito di correggerla posterò un annuncio per farvelo sapere. Vi ringrazio per la comprensione! Da piccola ero se...