Capitolo 3

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Suona il campanello e devo ancora prepararmi per uscire, ho pensato troppo ai capelli e non ai vestiti allora apro l'armadio di Sandra e tiro fuori il primo vestito che vedo e delle scarpe eleganti, prima o poi devo pur dirglielo che prendo sempre i suoi abiti più belli e lei non se ne accorge, strano.

Correndo arrivo alla porta in tempo e per puro caso c'è proprio lei li che mi guarda dai piedi fino alla testa.

"Sbaglio o quelle cose che hai addosso sono mie?!" domanda perplessa Sandra mentre gli sbatto la porta in faccia e mi butto in macchina.

Forse ho esagerato ma questa è una grande serata e non devo perdere nemmeno un'istante.

Ci mettiamo più di mezz'ora ad arrivarci e appena siamo li mi accorgo che ho dimenticato i biglietti per l'entrata ed esclamo infuriata: "Cazzo, cazzo, cazzo, i biglietti!! Dove gli ho lasciati?".

Non posso tornare a casa quindi mi devo inventare una scusa.

Arrivo all'entrata e mi chiedono i biglietti mentre le mie amiche erano convinte che io gli avessi.

"Scusi signorina, dietro di lei c'è una fila che non finisce più quindi le chiedo gentilmente di cercare i suoi biglietti qui in un angolo!" esclama il guardiano.

"Non li trovo più! Li devo aver dimenticati in camera!" esclamo facendo un po' di scene.

Lui risponde: "Non è un mio problema questo!".

"Le prego, facci entrare!" esclama Lola, una mia amica.

"Io qui lavoro mica comando, non posso farla entrare. Una possibilità c'è se vive lontano da qui. Vedi quel ragazzo alto e moro che sta facendo le foto?! Quello è il capo del pub, provate a parlare con lui, è un ragazzo molto buono." ci dice gentilmente.

Questa è l' unica possibilità che abbiamo e se ci dice di no stasera niente party.

Mi incammino verso di lui e mi nota subito guardandomi con un sorriso simpatico e penso dentro di me "Non dirmi che si è innamorato!" cammino, cammino, mi sento osservata. Mi prende per mano e mi chiede di fare una foto con lui, se non fosse stato il capo del pub gli avrei tirato uno schiaffone. Faccio un finto sorriso e il flash mi acceca.

"Ciao signorina, sei splendida!" mi dice sorridendo e io capisco già tutto.

"Grazie, ma io sono venuta qui per chiederle una cosa." sorrido arrossita.

"Dimmi pure, bellezza!" esclama.

Non sono capace di inventare scuse adatte alla situazione quindi mi tocca dire la verità, me lo sento che non funzionerà.

"Ho dimenticato i biglietti a casa e abito distante da qui. Ci sono anche delle mie amiche che hanno lo stesso problema per colpa mia e..." non mi sono mai sentita così imbarazzata "loro ci tengono e pure io e non sappiamo cosa fare perché..." lui mi ferma e dice: "Non c'è problema, tranquilla, io sono il capo del pub e qui decido io. Quante siete?". Stra felice rispondo che siamo in quattro e ci regala quattro biglietti.

Aveva ragione il guardiano a riguardo che era un bravo ragazzo e io aggiungerei anche figo. Però mi sono promessa che non farò più cazzate ma una cosa in questo momento la voglio fare: corro urlando come una matta verso le mie amiche. Ok, mi hanno guardata male tutti ma io sono fatta così, non posso cambiare questo lato di me. Sinceramente è il mio lato migliore perché dopo tutto quello che ho combinato nella vita...tra litigi, andare male a scuola, non studiare, ... ho sempre fatto la bella vita e non ho mai pensato agli altri o ai miei famigliari e proprio oggi che le mie amiche mi hanno affidato i biglietti da tenere gli ho dimenticati, insomma, non sono abituata, tutto qui. Non mi sono mai preoccupata della gente e quando i miei figli mi chiederanno cosa ho fatto quando ero giovane io risponderò: "Allora cari figli, vostra madre non ha fatto altro che fumare, ubriacarsi, andare ai pub, marinare scuola e soprattutto farsi tutti i tipi del liceo."

Saranno molto contenti di me, immagino, come i miei genitori, ovviamente.

A scuola non ci vado più da due anni e sinceramente non mi interessa più di tanto. Non lavoro e mi faccio mantenere da mia zia che è l' unica che mi vuole bene.

JennieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora