Capitolo 6

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Arrivata a casa, neanche il tempo di entrare che Sandra mi fa una domanda dietro l' altra e pretende risposte precise.

Oh ma che palle! Gli dico che è andato tutto bene è vado in camera, potrebbe spuntare mio padre dal nulla. Non si sa mai, meglio prevenire che curare.

Apro la porta della mia stanza e non ci sono più le mie cose: i vestiti, le borsette, i gioielli e tutto. Urlo come una pazza scatenata: "Dove sono le mie cose??" e Sandra arriva sorridente e mi dice: "Non è colpa mia. Tuo padre ha voluto riportarti da lui! Si vede che li mancavi."

Ma siamo matti? Io non ci metto più piede in quella casa di isterici. Piuttosto scappo!

"No zia, io voglio rimanere con te! Mi trovo bene qui e farò di tutto per rimanerci. Te lo prometto."

Neanche per sogno abbandono mia zia, poi lei con me in casa gli piace.

Chiamo mio padre prima che faccia un' altra cazzata come questa.

"Pronto papà, sono Jennie. Ma cosa ti è saltato in mente? È una cosa da pazzi questa, prima non mi vuoi più e dopo ti permetti di prendere tutte le mie cose senza il mio permesso o quello di Sandra, che è tua sorella poi?! Che altro vuoi farmi?".

Ridendo mi risponde: "Tu vieni a casa e dopo ti spiego tutto!"

E io infuriata gli rispondo, secca: "No, no e no! Non ci penso! Poi che problemi ci sono a spiegarmi adesso al telefono?!"

"Io e tua madre volevamo partire per una vacanza in Spagna." mi dice più tranquillo.

Io esclamo: "Wow! In Spagna...wow!" Mentre sogno ad occhi aperti.

Ci ripenso e rispondo: "No no, non vengo con voi neanche se il mondo mi cascasse addosso!!".

Lui dispiaciuto risponde: "Ok, fai come vuoi!" e gli metto giù.

Però sarebbe stato bello andare in Europa...ma perché proprio con loro? No, basta! Non ci vado! Ok, ho perso un' occasione bellissima, da non perdere ma è andata così.

Ora devo pensare a trovarmi un lavoro per far vedere che sono indipendente e lo faccio anche per me perché non voglio più restare a casa a non far niente o a usare il computer tutto il giorno a messaggiare, tutto questo si poteva fare a 13 anni ma non di certo a 19. Nessuno me lo proibisce ma ormai sono grande. Mi accorgo che si è dimenticato di prendermi la radio quindi mi metto a ballare come una matta la mia canzone preferita per sciogliermi un po' da tutta la cattiveria che ho usato con mio padre, senza motivo. Un motivo c' era, però la notizia non era così negativa anzi, molto positiva ma non posso prendermi una ferie quando io di ferie ne ho quante ne voglio, beh è domenica, spero bem!!

Mi arriva un messaggio, abbasso la musica perché è abbastanza lungo e devo concentrarmi. E dice:

"Ciao Jennie, sono John. Come stai? Meglio di ieri sera? Non so cosa avessi bevuto ma ho capito subito la situazione. Penso che non ti ricordi di me dato che il poliziotto mi ha accusato perché gli hai detto di non conoscermi. Comunque ti ho portata in camera mia e ti ho fatto riposare un po'. Volevo dirti che sei carina e mi farebbe piacere se il prossimo sabato verresti qui. Ciao bella!".

Non dirmi che è il capo, quello con cui ho fatto la foto!? Oddio si!!! Non ci posso credere! Sono andata in camera sua. Spero di non aver fatto cazzate o magari lui. Cosa gli rispondo adesso?

Mi concentro e scrivo:

"Ciao, bene grazie e tu, John? Non mi ricordavo di te perché non stavo molto bene, ieri. Spero di non averti disturbato quando sono venuta in camera tua, ma una domanda, non è successo niente tra noi, vero?! Grazie per i complimenti, sei molto gentile. Ti farò sapere per il prossimo sabato. Ciao".

Mi viene fame e vado giù in cucina a mangiare qualcosa.

JennieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora