1. Com'è possibile?

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No, stavolta non poteva aspettare.

Solo una settimana prima aveva avuto l'idea: seguire quella ragazza fino a
casa sua. Voleva conoscere il suo segreto, voleva capire tutto. – Com'è
possibile? – se l'era chiesto tante volte. Lui aveva sempre provato per lei una viva ammirazione, la conosceva dalle elementari, per un periodo gli era pure piaciuta. Non era bella, ma per lui dai dodici ai tredici anni era stata meglio di miss universo. Erano stati amici allora, lui si era preso una bella cotta per lei...Poi a un certo punto tutta l'ammirazione che prima aveva provato per lei si era trasformata in disgusto. Aveva cominciato a nutrire dei dubbi su di lei. Aveva spiato i suoi movimenti e si era annotato ogni sua frase nel suo quaderno mentale. Aveva dieci in tutte le materie, ginnastica compresa e lì, andava anche bene, perché aveva il fisico. Nelle verifiche scritte era un mostro, ma in classe non dava alcun segno di vita, tuttavia nelle interrogazioni (programmate) brillava. Sì, perché la sua famiglia assieme a un nutrito gruppo di genitori aveva concordato con gli insegnanti un calendario annuale di interrogazioni. Le variazioni dovevano essere comunicate con una settimana d'anticipo e se qualcuno era assente veniva interrogato il successivo. Ovviamente tutto era stato deciso da una "cricca" e Montanari si era preso i periodi più sfigati, come la prima settimana di scuola e la fine dei trimestri. L'aveva presa come
l'ennesima tegola sulla sua testa. La cosa era allucinante, se poi si pensa che, qualora avesse esternato ai professori qualche dubbio sulle spiegazioni, si sarebbe dovuto sorbire le prese in giro di Giorgia. Per lei era tutto "facile", anzi la cosa che diceva più spesso era "Ma è facile!". Ma lui dava per scontato di essere stupido. Gli altri sapevano sempre cosa fare, quindi, a logica doveva essere lui quello scemo.
A dire il vero era da quasi tre anni che si era fatto un'idea, aveva soltanto
bisogno di una conferma pratica. Nelle verifiche scritte bastavano i bigliettini, tranne che per le verifiche di matematica e le versioni in cui la sentiva leggere a bassa voce la traccia. Lei stava sempre in ultima fila, sicché la prof non poteva sentirla, anche perché solitamente correggeva i temi nel frattempo; comunque la mancanza di controllo non poteva giustificare una condotta disonesta. Col tempo indagare su di lei era diventata la sola cosa in grado di tenerlo in vita. Gli permetteva di sopportare gli insulti dei suoi compagni, la pignoleria di genitori e prof, che lo facevano sentire sempre sotto pressione, perché lui resisteva. Forse il vero stoicismo non era quello di Seneca, ma il suo: quando poi gli veniva la pessima idea di guardare nell'ala sinistra c'era sempre Jasmine, pronta a fare scempio dell'ultimo brandello di felicità che gli era rimasto. Quel sorriso pieno di disprezzo lo frantumava in mille pezzi, così come quell'atteggiamento da pseudo amica. Lui si era già dichiarato e lei non aveva alcun bisogno di chiedergli di parlare di nuovo, ma forse lei si divertiva a vedere quel ragazzino impacciato, che rischiava di collassare ogni volta che lei lo toccava. C'erano però dei momenti in cui lui non era più uno stupido innamorato, una vittima di bullismo o un figlio modello un po' succube dei genitori: quando studiava o quando indagava.
Era per questo che quel giorno si trovava lì, camminando per Strada
Maggiore coi vestiti bagnati. Era una di quelle giornate buie di novembre in cui Bologna sembrava Londra, una Londra spenta e senza luci, una città di un altro secolo. La pioggia penetrava sotto i portici e sembrava impossibile evitare quell'acqua sporca e fredda. L'aveva seguita all'uscita da scuola, aveva trovato la sua casa in Via Borgonuovo, al numero 17. Allora quella casa aveva un terrazzo, al quale si poteva accedere da fuori piuttosto facilmente: bastava salire le scale della casa vicina e scavalcare il muretto e per questo non servivano doti da acrobata. Quel giorno pioveva forte e poteva stare tranquillo, ma lui temeva di essere sentito, di essere scoperto. Aspettò fuori due ore, rannicchiato sotto l'ombrello, sperando di vedere qualcosa dal buco della porta che dava sul terrazzo. Notò un uomo dentro, doveva essere entrato da poco. Logico, la porta di casa era dall'altra parte della casa e il terrazzo era sul retro. Cercò di sentire, ma non riuscì a percepire quasi nulla, solo qualche "Sì, sì ho capito."
"Ma no, Montanari, cosa stai a pensare", diceva a sé stesso. Ma una forza irresistibile lo teneva lì, attaccato a quella porta.
In ogni caso una scusa per ingannare i suoi al rientro ce l'aveva: avrebbe detto di essere stato a casa di Paolo, a fare fisica e Paolo lo avrebbe coperto di sicuro. Lo aveva avvisato due giorni prima e il suo migliore amico gli aveva assicurato lealtà assoluta. Ma dentro, all'improvviso una voce – Cazzo, mi si è rotto, dimmi come cazzo faccio a fare l'interrogazione di domani! – piagnucolava Giorgia, la riconosceva benissimo quella vocina odiosa e arrogante. Si avvicinò sempre meglio al muro – Ma che cazzo, non lo puoi far aggiustare!
– Aspetta, Giorgia, non fare così che te ne compro uno nuovo.
– Ma lui c'è per le nove e mezza?
– Lui c'è. Stai tranquilla.
– Ma lo sa cosa devo sapere?
– Lui lo sa. Mi raccomando, non farti la coda.
Alessandro fu invaso da un enorme senso di schifo. Aveva voglia di andarsene, ma c'era in lui qualcosa di nuovo, un senso di trionfo, qualcosa di epico. – Potrei dirlo a tutti, potrei ricattarti, sputtanarti persino coi prof. Ho le prove. No, non sono un disonesto e nemmeno uno stronzo. Per tua fortuna. Tu continua il tuo teatrino, se vuoi. Tanto non ti servirà a niente. – questo rimuginava, mentre il sole scendeva e faceva sempre più freddo. Cominciavano a farsi le sei e Alessandro era davvero stufo. Aveva ancora con sé lo zaino di scuola e a casa sua la madre gli avrebbe fatto una partaccia se solo avesse visto lo stato dei suoi vestiti, quindi meglio andare da Paolo che aveva genitori più comprensivi. Sapeva come raggiungerlo, anche perché allora abitava in centro, al 21 di Via Marconi. Sarebbe stato meglio prendere un autobus, ma preferì andare a piedi per farsi un giro. Aveva ancora un'ora di tempo prima delle sette, che riteneva un orario ideale per fiondarsi a casa di Paolo. Fu fermato in via Ugo Bassi da due ragazzini mori e alti. Uno di loro domandò – Scusa, noi ci siamo persi... Siamo usciti a farci un giro e se lo sa nostro padre ci ammazza...
– Non sappiamo come tornare in Via Fondazza... – aggiunse l'altro. Parlavano con accento francese, scandendo le parole come fanno i principianti quando imparano a parlare una lingua straniera. Alessandro li osservò meglio: il primo aveva un'aria simpatica, il secondo era davvero bellissimo e questo gli provocò un violento attacco d'invidia. Dopo aver raccolto le energie mentali per riprendersi dallo shock diede loro le dovute indicazioni stradali. Quello dall'aspetto simpatico attaccò subito bottone – Sei stato molto gentile...Siamo qui da un'ora e non abbiamo trovato nessuno prima di te...Noi siamo francesi. Siamo qui da tre anni, noi usciamo poco e non conosciamo la città...Ah, io mi chiamo Xavier, lui – indicò quello bello – è mio fratello Mars. Tu come ti chiami?
– Alessandro... Piacere. – Montanari gli diede una non-stretta di mano, odiava qualsiasi tipo di contatto fisico. Gli sorrise, perché quei due gli stavano simpatici, anche se il secondo era davvero troppo bello per stargli simpatico e infatti gli era un po' meno simpatico.  Ma il simpatico sembrava avere voglia di chiacchierare – Hai i vestiti tutti bagnati, che ti è successo?
– Sono stato a lungo sotto la pioggia...
– Sei bo-lo-gne-se? – scandì quella che per lui doveva essere una parola difficile da pronunciare – Te lo chiedo perché qui la gente non è molto gentile...
– E' vero...Ma infatti io sono bolognese solo a metà...Mia madre è del Sud Italia.
– Non hai un'aria mediterranea...
– Eh, sono un misto. Sono mediterraneo dentro. Va bene, ciao, devo andare...E' stato un piacere conoscervi.
– Anche per noi... – il bello tirò un sospiro di sollievo. Alex corse in casa di Paolo, pensando ai due francesi. Suonò e gli rispose la madre – Va bene, vieni in casa.
La madre di Paolo era una donna mora, bassa e un po' fuori forma, che cucinava sempre per dodici. Non era la prima volta che si fermava a cena... Il padre era un tipo taciturno di cui forse nemmeno Paolo aveva mai udito la voce. La mamma di Paolo era una signora adorabile – Alessandro, sei tutto bagnato! Prendi qualche vestito di Paolino e vatti a cambiare... – dopo cinque minuti Alex riemerse dal bagno coi vestiti di Paolo – sono uscito senza ombrello oggi...Stasera posso fermarmi a dormire?
– Ma certo, Alessandro...
La madre di Paolo telefonò al papà di Alex per dirgli che il figlio si sarebbe fermato a casa sua e il padre non fece storie. Onestamente era felice di essersi liberato per una sera di Alex e delle sue fantasticherie. Paolo aspettava impazientemente che tutti andassero a letto per parlare con Alex, voleva sapere tutto – Hai scoperto qualcosa?
– Sì.
– Dimmi tutto.
– Allora...Ho seguito la ragazza fino a casa sua in via Borgonuovo e dopo un mucchio di tempo ho scoperto come fa a fare le "interrogazioni programmate"... Vabbe' che prima si offriva sempre volontaria...Adesso ha imparato a fare le cose in modo scientifico. Ora ho capito perché parlotta sempre nelle versioni e nelle verifiche di matematica. Usa un auricolare e legge a qualcuno che lavora per lei. Nelle interrogazioni ovviamente gli insegnanti chiedono e qualcuno le dice cosa rispondere. Ecco perché non sbaglia mai. – Paolo restò sbalordito – Ma tu c-come hai fatto a sapere tutto?
– Lei ha una casa col terrazzo e io ci sono salito sopra. E ho sentito dal buco della serratura. Piagnucolava perché le si è rotto l'auricolare e non sapeva come fare per l'interrogazione di domani.
– Ecco il trucco del genio.
– Nient'altro che un misero giochino...
– Questa cosa – disse, cambiando espressione – è meglio che rimanga tra noi.
– Voglio solo levarmi ancora una soddisfazione...
Paolo capì una settimana dopo quale fosse questa soddisfazione, perché Alex convinse un suo compagno, che precedeva Giorgia nel giro, ad assentarsi. Ebbe la fortuna dalla sua parte, perché questo ragazzo aveva l'influenza e aveva perfettamente ragione ad assentarsi. Si era sforzato a venire a scuola, ma stava proprio male – Ma dici che poi quelli non mi fanno il culo?
– Non ti preoccupare...Dopo di te c'è Giorgia, lei è un genio e quindi siamo tutti tranquilli.
– Ah, allora... Tutto a posto. Meglio Alex, che sto malissimo. Non mi stare troppo vicino... – ma Alessandro era troppo determinato. Aspettò con ansia il giorno dopo. Andò a scuola un po' teso, sperando che Marchini fosse assente e la prof di matematica e fisica interrogasse Giorgia sulle equazioni di Maxwell, roba che non si può studiare il giorno prima...Montanari fu a scuola e vide che Marchini non c'era. Ottimo. Poi arrivò Giorgia, quasi perfetto e infine la prof, adesso era fatta. La prof De Vincenzo cominciò – Ok, manca Marchini, mi ha telefonato sua madre stamattina...Sta malissimo, ma l'ho visto anche ieri...Quindi Giorgia, vieni, tanto sei brava... – rise – Ti farò un po' di sconto... – ma Giorgia aveva la morte sul volto. Era sbiancata e guardava ovunque, cercando il colpevole, sospettando di tutti, tranne dell'unico di cui avrebbe dovuto sospettare. Lo considerava troppo scemo per averne paura e Alessandro aveva contato proprio su questo. Giorgia cominciò a farfugliare, a balbettare, una scena mai vista. La prof stessa era incredula. Ma era sabato e dopo circa un'ora suonava la ricreazione, perciò la prof mandò tutti fuori. Marchini martedì fu linciato dai compagni, che in seguito dirottarono le offese su Montanari, perché Marchini aveva confessato in un momento di disperazione. Alex finì la quinta liceo in un clima assolutamente infernale, ma almeno quella volta si era divertito, sinceramente divertito. Giorgia se ne uscì con la lode, come se nulla fosse accaduto.

Spazio autrice

Vi piace il giovane Montanari a spasso per la città? Poverino...Da bolognese vi dico che qui quando piove, piove sul serio... ☔🌂Vi anticipo che il mio romanzo sarà molto musicale. Qui potete trovare una playlist con tutte le canzoni che ci saranno.

https://open.spotify.com/user/214gyxblyiuwzsncp2ar7wl3a/playlist/6Y5lqqXdgY9a8gsx9PxJOJ?si=e2dJeB_ATUut-E64wbOpZg

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Giulia 😘

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