Prologo

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Caldo e freddo.
Fuoco e acqua.
Due elementi così differenti, distinti, eppure così vicini quella notte indimenticabile.

Fuori faceva freddo e pioveva a dirotto, il ticchettio incessante delle gocce d'acqua cullava il sonno dei neonati che nei loro piccoli lettini dormivano beatamente fra le calde e dolci coperte.
Al sicuro nelle piccole case di pietra degli antichi villaggi periferici alle grandi città, il confortevole crepitare del fuoco accompagnato dal boscoso aroma della legna che lentamente ardeva nel camino, trasmettevano un senso di serenità nella serata delle innmuerevoli famiglie di campagna.
Le donne preparavano la cena, mentre gli uomini discutevano coi figli maschi più piccoli sulla loro giornata lavorativa raccontando brevi aneddoti che i più piccini ascoltavano mervagliati sgranando i loro occhioni infantili e privi di ogni oscurità del mondo.
Le bambine giocavano tranquille nelle loro piccole stanzette con qualche bambola dalle treccine bionde o more, e dai colorati vestitini, che tempo apprima le nonne avevano amorevolmente cucito intrecciando i sottili fili coi loro uncinetti grigi.
Le mani stanche e rugose che però si muovevano agili come gazzelle in un continuo ripetersi degli stessi movimenti, ormai imparati a memoria come il ritornello delle melodiche canzoni popolari che le bimbe canticchiavano dalle camerette. 

Poteva essere tutto perfetto, e forse per quelle famiglie più agiate rispetto le altre, lo era.
Ma per gli altri?
Che ne era delle persone che ogni giorno in strada si ammazzano di lavoro per racimolare qualche spicciolo, dei giovani bambini che litigavano coi cani per terra nel contendersi un misero pezzo di pane come fossero anch'essi animali.
I visi sporchi, i vestiti sgualciti e i dolci sorrisi che ogni bambino dovrebbe possedere...spenti da una realtà troppo dura e cruda per le loro giovani età.

Ma quello era Il Regno degli Uomini, dove, come due estremi di una forbice appuntita il baratro fra le due classi sociali, fra ricchi e poveri, agiati e sofferenti era netto quanto la lama della spada più affilata del mondo.
Ed eccolo che come i poli opposti, come il caldo e il freddo, il fuoco e l'acqua scrosciante, la differenza fra la popolazione era sempre più inevitabile.

Il Regno di Erir era ormai da anni nel più totale scompiglio.
Il temibile Re Alhroch aveva dichiarato guerra al mondo mistico delle creature delle foreste.
Quei luoghi lugubri, pieni di segreti, nascondevano nelle profondità del sottosuolo giacimenti di materie prime preziose, vendibili ad altissimo prezzo nel mondo umano.
L'avidità e l'ingordigia degli uomini assetati di potere era un peccato oscuro che coi suoi artigli sinuosi arpionava l'anima dei più deboli da tentare.
O forse, quel pretesto fungeva da diversivo per qualcosa di più grande, di più orribile e tenbroso.
L'odio verso le popolazioni non affini agli umani, il disprezzo per le creature che in pace avevano sempre abitato le foreste.

Le continue spese belliche per le battaglie aveva distrutto il costo persino di un misero pezzo di pane.
I giovani ragazzi forti che lavoravano nelle campagne delle famiglie erano costretti all'arruolamento nell'esercito per combattere e morire in terre sconosciute, lontani dai loro cari, sepolti in tombe senza nome perché non si era nessuno.
A vedere coi giovani occhi di chi aveva tutta una vita davanti e dovesse viverla coi piaceri di un'esistenza semplice, non gli orrori, il sangue ed i massacri.

Questa situazione sarebbe sfuggita di mano ben presto.

Il malcontento generale della popolazione rischiava di tramutarsi in una rivolta civile interna.
Tutti avevano diritto a vivere una vita dignitosa, altrimenti quale sarebbe stato il senso di averla vissuta?

Dall'altra parte i Regni delle creature che da secoli abitavano quelle terre erano adirati con gli umani, i quali accecati dalle loro manie espansionistiche e dal loro razzismo, erano pronti a distruggere intere civiltà.
Non sapevano cos'altro poter fare.
Avrebbero potuto chiedere aiuto ad altri regni umani, ma la sfiducia e la paura verso quella specie era ormai troppa per poter essere assopita.

Divoratore di anime || Kim Namjoon ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora