III

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Non sapevo di chi dei due fosse quella goccia di sangue, sapevo solo che era filtrata dal soffitto, atterrata sulla sua fronte e delineato il suo naso, fino alla punta, dove l'ho raccolta e ho riscoperto il sapore del sangue fresco. In me e nel mio amato, l'accaduto non aveva lasciato alcun segno di shock, al contrario. Nonostante siamo, a detta di tutti, la coppia più bella del mondo, nascondiamo molti segreti, e uno di questi è l'amore incondizionato per il macabro, il dolore e il perverso. Possibilmente tutti insieme. Quindi si può ben immaginare la reazione di un bacio al gusto emoglobina: visto che ero in braccio a lui, percepivo ancora meglio la sua eccitazione, come lui percepiva la mia. L'intesa è stata fulminea e il percorso fino alla camera da letto, seppur breve, ha visto il nostro lungo fissarci tra uno sguardo caricato di follia omicida, un'occhiata perversa e un ghigno malvagio. Sapevamo entrambi cosa stava per succedere, ed entrambi ci pregustavamo il piacevole dolore che ci saremo inflitti l'un l'altra, perché alla fine a noi piace così. Ma io e lui non avevamo fretta, e una volta arrivati nella stanza e chiusa la porta, mi sono ritrovata spalle al muro ancora ancorata alla sua vita con le gambe, travolta da baci euforici e dal suo profumo che a distanza di anni è ancora come se sentissi per la prima volta. Quell'aroma mi ha riportata alla nostra prima volta, stavamo insieme da pochi giorni, era un sabato sera e io sarei rimasta a dormire da lui. Avevamo in programma di andare al cinema ma io ero troppo stanca e alla fine siamo rimasti a letto a guardare un film. Ero accoccolata tra le sue braccia, ma più che guardare il film ero presa ad ascoltare la ritmicità del suo respiro, a seguire il movimento cadenzato del suo petto, magnificamente allenato a parer mio, e a rabbrividire di piacere ad ogni passaggio delle sue dita sul mio braccio e sul mio fianco. Ero talmente in pace da non riuscir a stare sveglia, cullata dal tepore che lui emanava. Come ormai so, dalle coccole è passato a dei leggeri graffi, a dolci morsi sul collo, brividi di piacere che mi segnavano tutta la schiena. Man mano che continuava, sono passata dal dormiveglia ad esser completamente lucida, e non poco eccitata. Ho iniziato a ricambiare i suoi baci sulle sue labbra così morbide, ma rese appena pungenti dalla sua barba. Le mie mani solcavano la sua schiena, lasciando definiti segni rossi verticali, orizzontali, diagonali: volevo restare su tutta la sua schiena, ma riuscivo sempre a fermarmi quando arrivavo all'altezza del tatuaggio che ha in mezzo alle spalle, un magnifico corvo con le ali spiegate. Affondavo il viso nel suo collo, inebriandomi del suo profumo, e lasciavo morsi cotonati sulla linea della giugulare, e salivo fino al suo orecchio, dove mi soffermavo a succhiarne e mordicchiarne il lobo, il suo respiro si faceva sempre più pesante e il suo petto premeva sempre più sul mio. Ho sfilato la sua maglietta con tranquillità, così come lui ha fatto con la mia poco dopo. Le sue mani esploravano il mio petto ora, lasciando qui e lì qualche segno rosso, o una carezza vellutata. Poggiandosi sulle ginocchia, mi ha tolto sia i pantaloni che l'intimo, che avevo scelto con cura, e seminando prima sul mio sterno, poi sul mio addome, scendendo sempre più verso il monte di Venere, una linea di baci, è arrivato al pube, che ha iniziato a coccolare prima delicatamente, poi con sempre più foga con mani e lingua, regalandomi dapprima brividi di piacere, che si son trasformati in spasmi incontrollabili dei muscoli delle mie gambe, e successivamente saliti fino alla schiena, inarcata ormai come un ponte a dorso di mulo. Ed ecco che, dopo aver capito dove stuzzicarmi con la lingua, mi ha regalato il primo orgasmo: una sensazione talmente piacevole da essere quasi dolorosa, da non farmi più capire il limite del mio fisico, tanto da avergli stretto la testa tra le cosce stringendo a ripetizione per assecondarlo, visto che stava ancora dandomi piacere per aumentare quello stato di meraviglia già immenso. Così facendo, mi ha fatta arrivare altre tre volte al godere, tanto da aver bagnato anche il materasso con il mio piacere. Lui ormai era arrivato con le ginocchia a terra, e non è servito parlare o chiedere il permesso, quindi senza alzare la testa, si è liberato anche lui dei vestiti, con dolcezza mi si è messo sopra, direzionando il suo membro con le mani, e con un movimento fluido l'ha fatto scivolare in me. La sensazione di averlo dentro mi dava un'isterica felicità, come se finalmente avessi trovato la persona giusta con cui condividere la mia vita, dentro e fuori dal letto. I suoi movimenti erano inizialmente cadenzati, regolari, intervallati da baci, resi umidi dalla sua barba ancora impregnata dei miei umori, si facevano via via più veloci e forti, affondi perfetti di fioretto, che puntavano solo al farmi godere. La mia schiena si sarebbe potuta rompere da un momento all'altro da quanto era incurvata, il mio respiro era ormai un ansimare continuo, e più ansimavo più lui si eccitava, facendomi ansimare ancora di più, finché ho iniziato a sentire la mia gola anidra, ma sapevo esattamente che quello che non mi bagnava l'ugola mi stava colando da qualche altra parte. Senza perdere il ritmo, mi ha preso le gambe e le ha sollevate, portandole davanti a lui, poggiandosele sulle spalle, riuscendo così ad affondare ancora meglio e facendomi conoscere uno stato di piacere nettamente superiore a quelli che avevo scoperto fino a quel momento. Continuava a farmi impazzire, cambiando continuamente posizione, poi rallentava, riprendeva velocità, affondava fino in fondo e poi solo con la punta. Ormai non capivo più nulla, sentivo solo piacere, piacere dalla sua bocca sulla mia, dalle sue mani prima poggiate sul mio petto, poi che mi tenevano il collo, dopo ancora mi immobilizzavano le mani sopra la testa, piacere dal ritmo incessante con cui mi penetrava, finché sono arrivata un'ultima volta all'apice del piacere, quasi contemporaneamente insieme a lui, che si è sfilato e liberato del suo orgasmo sulla mia pancia, crollandoci poi sopra, stringendomi in un infinito e dolce abbraccio. Eravamo entrambi soddisfatti, sfiniti, ma felici. Solo due parole sono uscite dalla mia bocca. "Ti amo" gli ho sussurrato. "Anch'io ti amo".

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