Capitolo 5

102 4 0
                                    

Faccio fatica ad aprire gli occhi.

Non riesco a capire cosa sia successo.

Perchè mi trovo nella tenda adibita ad infermieria con una flebo attaccata al braccio?

Come ci sono arrivato?

Una miriade di domande attraversavano la mia mente, ma nessuna risposta.Ero molto debole quasi non riuscivo a parlare figurarsi alzarsi e camminare.

Non so per quanto tempo rimasi li così, sveglio ma immobile, ebbi anche il tempo di contare tutte le feriture rattoppate di quella tenda.

Erano a regola d'arte, 66, la signora Miller era una maga con ago e filo.

Doveva essere notte quando mi svegliai, c'era un silenzio che io definivo assordante.Per me era peggio del chiasso.

Finalmente l'alba, finalmente mattina, un piccolo raggio di luce si faceva spazio  all'entrata di quella tenda.

Entrò il piccolo Carlos che venne da me a sincerarsi delle mie condizioni.

《signore finalmente si è svegliato!》esclamò.Dalla voce sembrava come sollevato, cose se si fosse tolto un macigno dal petto.

Ebbi tutte le risposte alle mie domande.

Si scusò con me per non aver obbedito al mio comando e non essere tornato indietro passata l'ora.

Poi mi disse che fù lui a scendere in quel pozzo e che mi trovò li disteso a terra.Mi disse che pensava che avessi battuto la testa mentre scendevo.Che respiravo a malapena e che credeva che non sarei sopravvissuto.

La cosa però che mi fece impallidire fù il fatto che mi disse che lui non aveva visto nessun laboratorio.Nessuna scatola.Niente di quello che io ricordavo.Era solo un pozzo prosciugato mi disse.

È possibile che abbia sognato tutto?

A quel punto non ero sicuro di cosa fosse reale.

Devo aver veramente battuto la testa durante la discesa e immaginato tutto.Non c'era altra soluzione logica.

Eppure quel sogno era così vivido.

Ma se fosse stato reale come avrei fatto ad uscire da quel laboratorio?Era tutto così illogico.

Mi alzai ancora debole e dolorante.Mi rivestii ed uscii fuori.Mi venne incontro la figlia della signora Miller, Jessica.

Lei era una cara ragazza.Si preoccupava di tutto e tutti.E per me aveva sempre un occhio di riguardo.

Devo ammettere che mi faceva molto piacere perchè era una bellissima ragazza.

Aveva capelli ondulati e neri, e la sua carnagione scura le metteva in risalto gli occhi di un color verde smeraldo intenso.

Mi abbracciò e mi disse di essere contenta che mi fossi ripreso.Mi aveva preparato anche una minestra calda, così la seguii.

Mi sedetti a mangiare, é in quel momento che misi la mano nella tasca della giacca e trovai il foglietto che recitava "figlio mio salvaci".

elohimDove le storie prendono vita. Scoprilo ora