capitolo 14

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Sono viva!
Giuro che sono viva.

Dunque.
Oggi il gruppo compie un anno...e io sono finalmente riuscita a completare il capitolo 14!
Coincidenze? Assolutamente sì.

Sono di una lentezza cosmica a scrivere, me ne rendo conto... ma niente. Eccomi.

Come sempre grazie alla mia eterna socia e compare Soraya.

Spero vi piaccia!

Capitolo 14

07:45
Il suono della sveglia con solo un’ora e mezza di sonno alle spalle gli penetra nel cervello ancora esausto, causandogli un principio di mal di testa.
Arriva al cellulare e lo spegne a tentoni. Solo il pensiero di vedere i suoi piccoli prima che vadano a scuola gli dà la forza di aprire gli occhi e mettersi seduto in un qualche modo, la bocca aperta in uno sbadiglio ben poco raffinato.
“Buongiorno” la voce di Ermal, per un qualche motivo, non sembra per niente assonnata, poi si ricorda che il riccio è una di quelle persone subito attive, al contrario di lui che ha il risveglio lento. Fabri lo guarda e sorride. Ermal per un qualche motivo indossa la felpa stravecchia che Fabri aveva addosso il giorno prima. Gli va un po’ grande, ma gli dà anche un’aria da ragazzino che lo rende assolutamente adorabile.
Mugugna un qualcosa che somiglia a un buongiorno e prende il telefono. Tra le icone degli utenti di Skype, quella di Giada ancora non risulta online, segno che sta probabilmente ancora litigando con Anita perchè no, le ali da fatina all’asilo non ce le può portare, il tutto mentre Libero sbuffa irritato.
A Fabri spunta un sorriso spontaneo alla scena pressochè quotidiana, solo un velo di tristezza al pensiero che, ufficializzando la fine della propria relazione, vivrà ancor meno di adesso.
Fabri sospira. Deve dire a Giada di lui ed Ermal, anche se probabilmente già se lo immagina. Della sua “cotta” per il riccio, del resto, se ne era praticamente accorta prima lei di lui. I già sporadici contatti intimi tra loro, si erano drasticamente ridotti fin quasi a scomparire da quando l’altro era entrato nella sua vita, al punto da sfociare in una furiosa litigata alla sua mancata reazione a un tentativo estremo di seduzione, di quelli che avrebbero risvegliato un morto. Da quella sera, non aveva più dormito con lei. Dormiva nello studio, sul divanetto, se non da uno dei suoi fratelli, salvo poi rientrare appena prima della sveglia per mantenere coi bimbi una sorta di normalità, l’illusione di una famiglia normale che forse era destinata a fallire ancora prima di cominciare.
“A che pensi?” la voce di Ermal è dolce.
“Dobbiamo… dirlo a Giada e... “ Fabri prende un respiro “Vorrei che stessi con me mentre… chiamiamo i piccoli”
La suoneria famigliare della videochiamata impedisce a Ermal di dare una risposta. E’ in anticipo, ma evidentemente Giada ha deciso di anticipare i tempi, ma no. I bambini erano metodici, poi, in anticipo? Libero? No, probabilmente la ragazza aveva percepito qualcosa e aveva deciso di parlare con loro da soli mentre i ragazzini erano a finire di prepararsi.
Ermal fa per alzarsi dal letto, per eclissarsi da qualche parte, ma Fabri lo trattiene afferrandogli una mano e tirandolo leggermente verso di se.
“Fabri, no” il riccio prova a protestare, ma il moro lo trattiene un po’ più fermamente.
“Stai qui, scemo” gli sorride, finendo di trascinarlo di nuovo sul letto e intrecciando le sue dita alle proprie. Lui Ermal lo vuole lì, accanto a sè. Oggi più che mai.
Fabri risponde alla videochiamata e Giada compare sullo schermo.
***
Per l’ennesima volta, Ermal non può non notare quanto la ragazza sia bella. E’ più giovane di lui, i capelli castani e un sorriso sincero, anche se un po’ teso, che è la fotocopia di quello di Anita. E’ leggermente truccata, ma Ermal l’ha sempre vista così, anche in casa; una cosa leggera, niente a che vedere con la collezione di ciglia finte di Silvia.
Il primo scambio di saluti è teso. Ermal tace, lo sguardo puntato da qualche parte alle spalle della ragazza, sul muro bianco di quello che riconosce immediatamente come il salotto, mentre Fabrizio scambia convenevoli che il riccio nemmeno ascolta.
Probabilmente sanno tutti e tre che stanno solo rimandando quello che è ovvio debba essere ormai detto.
“Ermal…” Giada si rivolge direttamente a lui, e quando i loro occhi si incrociano attraverso lo schermo, è certo che non serviranno parole. La ragazza ha già capito tutto. Per un qualche motivo, però, sembra quasi serena, c’è solo velo di… malinconia? nella sua sua voce.
“Io… mi dispiace... per questo... casino... Giada”
La mano di Fabri stringe più forte la sua, non inquadrata, come a dirgli che no, non deve scusarsi per quello che sono, ma Ermal lo ignora. Per un qualche motivo, sente il dovere di farlo. Il sorriso dolce di lei quasi lo uccide.
“Non è colpa tua, Ermal. Non è colpa di nessuno. All'amore non si comanda” per la prima volta, Giada sembra esitare, come se fosse timorosa all’improvviso di aver preso una cantonata “Perchè tu .... voi... insomma?”
Ermal annuisce timidamente, la propria mano che va a cercare quella del compagno.
Giada sospira, come rassegnandosi all’evidenza, ma non come se ne fosse infastidita. E’ più un… non lo sa. Ermal non riesce a dargli una definizione, forse perchè non c’è una definizione a quello che può provare una donna che fino a qualche mese prima viveva una crisi di coppia e la certezza che il proprio uomo ora ami un’altra persona.
“Prenditi cura del tuo Fabrizio…” mormora, prima di alzarsi per andare a chiamare i piccoli. Ed è allora che Ermal nota, con la coda dell’occhio, le lacrime di Fabrizio. Immediatamente blocca Giada, guadagnandosi una strana occhiata da parte dell’altro.
“Cosa c'è, Erm? Hai cambiato idea?”
“Non possono vederti così” Ermal piano gli asciuga le lacrime con un lembo del lenzuolo
“Va tutto bene” Cerca di negare l’altro prendendo un profondo respiro
“Stai tremando… e hai gli occhi lucidi” il riccio gli sorride dolcemente, lasciandogli una dolce carezza sul viso. Non sa se Giada possa o meno vederli, non sa bene dove Fabri abbia messo il telefono, ma francamente poco gli importa. La sua voce è dolce mentre cerca di calmare il più grande “Prenditi un attimo per calmarti, o li turberai”
Fabri si alza dal letto, non si allontana, ma prende qualche respiro profondo, strofinandosi le dita sugli occhi nel vano tentativo di asciugarli.
“Esci sul balcone” lo incoraggia “prendi aria, fumati una sigaretta”
Ermal prega dentro di sè che l’altro gli obbedisca. Tra le altre cose, vorrebbe anche avere una conversazione con Giada da solo sui bambini, una conversazione che Fabri non gli permetterebbe mai nemmeno di iniziare, perchè Fabri agisce di pancia ed Ermal non vuole ferire o traumatizzare nessuno.
Quando l’altro semplicemente annuisce e varca la soglia della portafinestra, Ermal sospira di sollievo.
“Ermal…” la voce di Giada suona quasi preoccupata “che succede?”
“Io… “ il riccio riprende in mano il telefono che era finito vicino al cuscino “Ho bisogno di parlarti di una cosa… perchè è un argomento su cui Fabri… non vuol tanto sentir ragioni. Lui… è istintivo quando si parla di sentimenti...ma qui ci vuol cervello”
Si giustifica con un sorrisino imbarazzato che fa scoppiare la donna a ridere.
“Dimmi tutto”
“Io voglio che i bambini siano sereni. Non voglio entrare nella loro vita subito dopo che tu e Fabri vi siete lasciati, ma… non voglio nemmeno che lo vengano a sapere dai giornali… o a scuola”
“Ermal…” Giada lo interrompe con un tono che è a metà tra il dolce e il fermo, e il riccio subito la ascolta “Conosco Fabri da tanto tempo, e so che non ti permetterà mai di allontanarti, o di mantenere una facciata di amicizia con le persone più importanti della sua vita… e sono sicura che comunque deciderete di affrontare l’argomento, lo farete nel migliore dei modi… sempre che… tu sia convinto”
A Ermal non sfugge il leggero dubbio nella voce di Giada, ma non la condanna. Ci sono gli equilibri famigliari di due bambini in ballo, due bambini che sono, comunque, i figli della ragazza.
“Giada… io amo Fabrizio. E… sono convinto. Solo… mi rendo conto che attorno a me e lui ci sono altre persone, soprattutto due anime fragili a cui stravolgeremo la vita…”. Involontariamente, la sua voce ha un tremito. Lui sa bene cosa vuol dire crescere in una famiglia disastrata, e i figli di Fabri, Libero in particolare, hanno già un rapporto abbastanza difficile col padre. Ermal decisamente non vuole essere quello che manda tutto a scatafascio ora che Libero sembra aver ritrovato una sorta di equilibrio con Fabri.
“Lo affronteremo insieme, Ermal” Giada gli sorride attraverso il piccolo schermo del telefono (decisamente, Fabri dovrebbe comprarsi almeno un tablet), “So che… il tuo rapporto con tuo padre non è stato dei migliori… e vorrei aiutarti come posso”
Non è stato dei migliori è decisamente un eufemismo, contando che ha ancora attacchi di panico riguardo alla sua infanzia e nessuno a parte suo fratello può sfiorargli i capelli. Ernal si chiede distrattamente se la cosa urterà Fabri quanto urtava Silvia, che ne ha sempre fatto una tragedia.
Oh, già. Silvia.
Ermal solo in quel momento si ricorda di lei, il dubbio che forse sarebbe giusto fare una telefonata anche a lei, più che altro per rispetto ai loro quasi 10 anni di relazione terminati poco meno di un mese prima.
“Per questo non voglio che soffrano” è tutto quello che riesce a dire, recuperando il contatto con la realtà. “Io… magari sono solo mie seghe mentali, ma Fabri… Fabri a volte è troppo impulsivo…”
“Fabri ti vuole nella sua e nella loro vita” lo interrompe dolcemente la ragazza “e, nonostante tutto… nonostante le sue assenze, i compleanni scordati… Fabri è un padre migliore di quanto lui stesso si reputi, e non potrei sperare in meglio per loro di lui...di voi due.”
“Io non voglio farvi soffrire. Nessuno di voi tre.”
Perchè sì. Lui è fatto così. Non riesce a non pensare anche un po’ a Giada.
Anche la vita della ragazza è stata (almeno in parte) stravolta da quello che sta succedendo tra lui e Fabrizio.edendo tra lui e Fabri, ed Ermal non può proprio lasciarla fuori dall’equazione.
“Ermal, io… io, in fondo mi aspettavo che finisse così. Conosco Fabrizio. E… ho pensato molto sai, ai bambini, e non ti nascondo che avevo paura. Ma… ora credo di sapere che andrà tutto bene. Credo che i nostri figli non avranno problemi... i problemi si hanno quando l'amore viene meno, quando alle carezze si sostituiscono gli schiaffi, quando non li si ascolta, quando si ruba loro l'infanzia... voi.... noi scusami... noi non stiamo facendo loro nulla di tutto questo. Noi gli stiamo dando una dose d'amore in più, stiamo facendo entrare nelle loro vite un uomo che farebbe di tutto per proteggerli, che insegnerà loro l'amore, la forza... che sarà un esempio da seguire… Fabri ... Fabri non sta togliendo loro nulla. Presumo che, a discapito di quanto tu possa pensare, lui abbia riflettuto parecchio su questa cosa... ha sempre pensato tu volessi dei figli, ha sempre detto che saresti stato un padre eccellente e ora... ora che stai con lui... beh, capiscimi...voi non potrete mai... avere...e lui non vuole privarti di questo. Quindi ti sta facendo il dono più grande che potesse farti, i suoi stessi figli, la carne della sua carne, il sangue del suo sangue.
Lui sta regalando te a loro, e loro a te... forse l'impulsivo, irascibile, cocciuto fabrizio .... ha pensato più di noi questa volta”
Ed è allora che Ermal scoppia in lacrime. Lui così non l’aveva mai pensata. Lui, aveva forse dato per scontato che Fabrizio volesse coinvolgere i bambini semplicemente per non doversi dividere tra lui e loro. Ma quello che dice Giada ha senso, ha tanto senso, ed Ermal proprio non sa cosa ha fatto per meritarsi una persona come il romano.
Quando Fabri rientra di corsa e lo stringe tra le braccia, Ermal riesce solo a stringerlo a se, con un sorriso sereno sul viso a dispetto delle lacrime. Poi si volta verso Giada, e semplicemente la ringrazia.
***
Fabrizio non capisce. E’ uscito un attimo sul balcone, il tempo di una sigaretta. Rientra, e trova Ermal in lacrime che ringrazia la sua ex.
“Qui mi dovete delle spiegazioni” esordisce, forse più duramente di quanto intendesse in realtà “Esco un momento e trovo il mio r.... e trovo Ermal in lacrime”
Ermal lo prende per le spalle, gli solleva leggermente il mento in modo che possa guardarlo negli occhi, rossi di lacrime, ma sereni.
“Guardami, Fabri. Sto bene. Davvero” gli sorride di nuovo e lo bacia lievemente sulle labbra ”Mi dó una sciacquata e parliamo coi ragazzi, ok?”
Fabri annuisce, ma segue il riccio in bagno, dove lo aiuta a ripulirsi tra una coccola e un bacio casto. Poi stringe il più giovane a se in un dolce abbraccio
“Grazie…” sussurra Ermal vicino al suo orecchio, la voce ancora tremolante
“Di ....di cosa?”
“Per i tuoi figli”
Fabri ora è veramente confuso. E’ una delle rare volte in cui non riesce a entrare nella mente di Ermal, a capire cosa stia pensando, loro che fin dal primo giorno si erano quasi letti nel pensiero
“Non capisco, Ermal... scusa, ma non capisco”
“Giada...mi ha fatto capire... che mi stai donando la cosa più preziosa che hai, e che... non devo aver paura di far loro del male... perchè tu non permetteresti mai che soffrano per la nostra relazione. Piuttosto moriresti”
“Morirei anche per te, Cespuglietto” la risposta di Fabri è talmente rapida da essere puro istinto, ma ciò non toglie che sia assolumente seria. “Siete tutto quello che ho”
Ermal lo stringe forte, le ultime lacrime che ancora gli rigano le guance.
“Scusa se ti ho spaventato”
“Quale spaventato... spaventato stavo bene... io stavo già davanti le porte di San Pietro!
L’uscita di Fabri ha, se non altro, un effetto positivo, quello di far scoppiare Ermal in una risata sincera. Il romano allunga piano una mano, prendendo quella del riccio tra le proprie.
“Adesso vieni dai nostr.... dai miei ...bambini?”
***
Ermal sorride intenerito. E’ la seconda volta che Fabri parla di loro al plurale, correggendosi, e prima non gli è certo sfuggita quella R che stava per scappare dalle labbra di Fabrizio. Si prende ancora un minuto per darsi una sciacquata al viso e per catturare le labbra dell’altro in un altro bacio dolcissimo.
“Andiamo”
Sorridendo, Fabri lo guida di nuovo sul letto, e finalmente Giada chiama i due terremoti, che arrivano correndo felici nonostante sia ancora mattina presto.
Anità è tutta un sorriso e una festa, Fabri gli ha sempre detto che è una di quelle bimbe che come apre gli occhi è attiva. Libero invece è decisamente più calmo, resta quasi ai margini dello schermo, l’espressione che Ermal non sa decifrare, ma che, stranamente, gli ricorda suo fratello quando la loro madre doveva partire per un qualche concerto.
Lo sguardo del riccio si sposta a Fabrizio, e istintivamente sorride. Fabri avrà fatto i suoi errori, ma i suoi figli li ama alla follia, e non averli vicino gli fa male. Ora che li vede, i suoi occhi brillano.
“Amori miei! Ciao!”
Anita saltella tutta felice, soprattutto quando vede Ermal.
“Ciao papi! Ermal!! Ci sei anche tu!”
Ermal, istintivamente trema lievemente e stringe più forte la mano di Fabri fuori dall’inquadratura. Non è la prima volta che vede o parla con i figli di Fabrizio,. ma questa è la prima volta da quando le cose son cambiate e sì, deve ammettere che è un po’ nervoso, il che è stupido visto che i bambini ancora non sanno niente, e decisamente non è il caso di dirglielo tramite videochiamata.
Sono discorsi da fare di persona, specialmente con i bambini. Vanno rassicurati e abbracciati, non digli “non cambierà niente” per telefono.
“Ti dispiace che ci sia anche Ermal?”
“No! Mi è mancato tanto!!! Più di te!”
La risposta immediata e allegra lascia entrambi di stucco. Fabri, però lancia un’occhiata a Ermal come a dirgli “vedi? te l’avevo detto io!”
“A te ti vedo sempre! Lui no!!” Anita ci tiene subito a precisare il motivo di quella disparità di trattamento.
“Ti piacerebbe vederlo di più?”
Fabri di fronte a quell’entusiasmo, proprio non ce la fa a star cauto. Ermal stringe decisamente la mano di Fabrizio. Un chiaro invito a stare attento a quel che dice.
“Sì! così possiamo sposarci!”
Ermal ride e subentra. Fabri a quella frase è diventato di ghiaccio, come se fosse preoccupato che una cosa del genere possa veramente succedere
“Sei troppo piccola ancora anita... devi crescere un pochino di più. Poi ci penseremo. Promesso”
Ermal le fa l’occhiolino mentre accarezza rassicurante la mano di Fabri.
“Papi ma sei geloso? Hai fatto una faccia strana! Guarda che non puoi tenerti Ermal, eh! Lui è mio!”
Finalmente anche Fabri si lascia andare a una risata
“Mazza che caratteraccio che c hai....
“Tutta tua figlia” la risposta di Ermal è immediata quanto leggere e con solo una puntina di serietà.
Fab mette un braccio attorno alle spalle di Ermal e gli bacia una tempia, scompigliandogli i capelli non ancora pettinati dopo la notte.
“Hai ragione, cespuglietto... tutta suo padre”
“Cespuglietto! Cespuglietto!! Sì! Sembri un cespuglio!” nell’innocenza dei suoi quasi cinque anni, Anita prova subito il nuovo soprannome, facendo scoppiare tutti a ridere.
Tutti tranne Libero, che ancora non ha detto mezza parola, e non ha fatto nulla per entrare nella conversazione.
“Lì... campione, tu non parli?”
Nello stesso istante, anche il romano sembra accorgersi della presenza del figlio.
Fabri glielo chiede quasi un po’ scocciato, cosa che non passa inosservata e che sembra far chiudere il ragazzino ancora più in sè stesso.
Ermal adotta invece una tattica diversa. Sa che probabilmente Libero non è felice di trovarsi un intruso nella chiamata del buongiorno del padre. Le chiamate, del resto, erano sempre state un momento solo ed esclusivamente loro, un momento padre-figlio, in cui solitamente il ragazzino, dopo aver liquidato la sorellina, si ritagliava qualche minuto in più per raccontare a Fabrizio degli allenamenti, delle partite e in generale di quello che aveva fatto nella giornata.
Ermal comprendeva fin troppo bene la scocciatura del bambino; gli sorride dolcemente, concentrandosi solo su di lui.
“Ciao, Libero”
Il ragazzino, in risposta, accenna un saluto che sa di melanconico con la testa. E’ troppo ben educato, evidentemente, per ignorarlo del tutto.
“Come stai?” Ermal gli presta ogni briciola di attenzione, come se esistesse solo lui. La sua voce è dolce, rassicurante, come a volergli ribadire che è lì perchè interessato a lui, non perchè gliel’ha chiesto Fabri, o vuole impicciarsi.
Finalmente, il viso del ragazzino si apre in un mezzo sorriso timido
“Be... bene ....tu?”
“Sto bene…” Ermal nota in quel momento che Libero ha già indosso la divisa del calcio, segno che dopo la scuola ha qualche impegno anche lui.
“Ti alleni oggi? O hai la partita?”
“Allenamenti… a me far musica non piace.. preferisco il calcio” poi un guizzo di interesse e curiosità accende gli occhi del piccolo, come se in lui fosse scattato qualcosa. “Tu sai giocare?”
“Un pochino”
No, in realtà è una chiavica mostruosa, nonostante faccia ormai parte della nazionale cantanti, ma son dettagli.
“Lo so che la musica non ti piace... lo sai?” prosegue Ermal, in un tono che dice ampiamente che non c’è nessun problema  “Neanche a me piaceva da bambino. La odiavo”
Ermal sente lo sguardo stupito di Fabrizio su di sè, ma lo ignora. E’ concentrato solo su Libero. La sua improvvisa dichiarazione ha risvegliato decisamente l’interesse del bambino, che ora si è fisicamente avvicinato allo schermo, gli occhi sgranati dalla sorpresa.
Il riccio quasi sorride. Sa che l’espressione di Fabrizio è praticamente la fotocopia esatta di quella che vede attraverso il telefono. Libero ha preso tanto da Giada, fisicamente, ma la sua mimica facciale è identica a quella del padre.
“Perchè?”
“Perchè la mia mamma suona il violino… E quando avevo la tua età era spesso via per suonare… E mi mancava. E io davo la colpa alla musica”
“Beh ma almeno tu stavi con il tuo papà.... io no…”
Ed è lì che a Ermal arriva l’illuminazione. Nel momento esatto in cui Fabrizio gli stringe leggermente una gamba in muto sostegno. Libero non può certo sapere che lui avrebbe dato il mondo per stare lontano da suo padre.
“Piccolo... tu sei più attaccato al papà vero?”
Il ragazzino ci pensa, poi annuisce quasi timidamente, come se ammetterlo davanti ai genitori in fondo gli costasse.
“Io ero... più attaccato alla mia mamma… Come tu a papà. Sai, la sentivo più vicina, più simile a me, e mi mancava tanto quando era via. Io davo la colpa al violino” Ermal sa di avere la piena attenzione di entrambi i Mobrici, adesso. Anche con Fab, non ha mai parlato molto di sè stesso. “Quindi, una volta gliel'ho rotto. Sai, pensavo che se glielo avessi rotto...sarebbe rimasta a casa”
“Allora posso rompere anche io le cose di papà!”
Ermal si accorge di aver parlato troppo quando Libero salta su come se gli avesse rivelato la formula per avere gratis tutti i giochi del mondo… e quando riceve un calcio dal compagno.
Compagno.
Fa strano pensare a Fabri in questi termini.
Il che gli ricorda che, in effetti, deve ancora parlare con Silvia.
Ermal capisce in quel momento che non gli importa. Non gli importa perchè con Fabri è felice. Sa che dovrà dare spiegazioni a tutti, a partire dalla propria famiglia, ma… va bene così. E’ giusto così.
Ride, sia per Libero sia per l’illuminazione appena ricevuta.
“Sì, beh... il fatto è che non funziona. Si è arrabbiata da morire e non mi ha parlato per giorni. Quindi no... rompere le cose non funziona”.
“Mi piaci, Ermal"
***
A Libero piaceva Ermal.
A Libero piaceva Ermal.
A Libero piace Ermal.
Fabrizio quasi non ci crede. Libero odia praticamente chiunque fosse anche solo minimamente connesso con il mondo della musica, e solitamente se un cantante gli piaceva, nel momento in cui scopriva che aveva a che fare con suo padre, smetteva di ascoltarlo.
Ma Ermal gli piace.
Ermail. Gli. Piace.
Fabri si replica quel commento spontaneo in loop nella sua testa mentre stringe forte la mano di Ermal e, non visto, alza il viso verso il soffitto, cercando di ricacciare indietro le lacrime.
Perchè sì, il moro aveva pensato a lungo anche alle possibili ripercussioni che stare con Ermal avrebbe potuto causare nel rapporto coi propri figli, e nella fattispecie con Libero.
Anita era più piccola e, in generale, più aperta.
Per lei, lui era una specie di supereroe, perchè faceva il cantante e andava in TV, e quando se la portava ai concerti, per lei era una festa unica.
La piccola era da sempre una prima donna, e le piaceva essere al centro dell’attenzione. Amava tutta la band di Fabrizio, ma soprattutto Claudio, che sembrava avere un repertorio infinito delle canzoni preferite della bambina.
Non era mai, mai, mai riuscito a coglierlo in fallo, nemmeno una volta.
E poi lui le faceva le fotografie.
Anita da quel punto di vista, somigliava tanto alla madre.
Libero no.
Libero somigliava a Fabrizio.
E Fabri l’aveva scoperto troppo tardi.
Il bambino non parlava mai, non si lamentava mai. Non diceva mai nulla.
Era il più grande rimpianto del romano. Non aver mai capito quanto il piccolo stesse male ogni volta che lui se ne andava da casa, finchè Libero non era diventato abbastanza grande da iniziare da lanciare segnali inequivocabili.
Una delle prime cose che Giada gli aveva fatto notare, era che Libero detestava qualunque tipo di musica. Qualunque.
Se c’era un programma di musica alla TV, Libero tendenzialmente cambiava canale, e se non poteva, cambiava stanza.
A scuola, musica era l’unica materia in cui il piccolo, normalmente molto bravo, era una frana completa, e non certo per mancanza di capacità o intelligenza.
La maestra di musica era preoccupata, soprattutto perchè nominare Fabrizio Moro, o il festival di Sanremo, equivaleva a una completa chiusura in sè stesso da parte del bambino.
Quella nuova consapevolezza aveva risvegliato Fabrizio. Si era preso una giornata completamente libera, nonostante fosse in piena lavorazione del nuovo disco, e aveva portato Libero al mare.
Lì era riuscito, con molta pazienza, a farlo parlare, e quei giorni erano diventati un’intera settimana che aveva dedicato completamente a suo figlio.
E da allora, aveva cercato di mettere Libero prima di tutto.
Aveva perfino accettato il lavoro alla scuola di Amici, un po’ perchè era nella pausa tra i due album, e un po’ perchè era la scusa per restare a Roma e tornare a casa ogni sera, nonostante il suo rapporto con Giada fosse meramente ormai pura formalità.
Avevano da poco trovato un equilibrio, e ora, presentare Ermal come suo compagno, avrebbe potuto rovinare tutto quello che abbiamo costruito.
Ma Ermal gli piaceva.
Forse c’era ancora una possibilità.
“Anche tu mi piaci, Libero” Ermal sorride... “Ehi che ne dici, appena finiamo qui un giorno vengo a trovarti e giochiamo a pallone?”
Fabri non può fare a meno di scambiarsi uno sguardo col riccio, che gli fa l’occhiolino. Ermal non può saperlo, ma Fabri stava per proporre circa la stessa cosa.
Libero non sembra molto convinto, accetta molto riluttante
“Niente musica. Promesso”
Ed è solo allora che Libero si apre in un sorriso vero, sincero. Allegro.
“Giochiamo anche con i peluche?” Ovviamente Anita si intromette subito nel discorso. Lei ovviamente non vede l’ora di avere Ermal a casa. Lo adora.
“Facciamo tutto quello che volete” Fabri le sorride
“Ma a me la musica piace! Ermal dice niente musica!”
Fabrizio ridacchia un po’ spiazzato, perchè per una volta vorrebbe che la decisione spettasse a Libero per una volta. Anita, col suo carattere deciso e preponderante, sovrastava l’altro fin troppe volte.
Ermal, però, ovviamente, ha già la risposta pronta. Come facesse, Fabri proprio non se lo spiegava. Lui ci aveva messo anni a riuscire a interagire coi propri figli, mentre al riccio sembrava venire naturale come respirare.
“Facciamo così... se la mamma è d'accordo un giorno papà lo lasciamo con Libero... e io e te andiamo in studio e cantiamo insieme. Che dici?”
Gli occhi di Anita si illuminano mentre la bimba lancia uno strillo di felicità, lanciandosi subito in una serie di ‘Posso mamma? Posso? Posso? Posso? Posso? Ti pregoooo?’, smettendo solo quando riceve un cenno di assenso dalla donna.
Ermal, intanto, guarda Libero
“A te può star bene?”
***
Libero guarda per un attimo Ermal, curioso.
Questo collega di papà è diverso dagli altri. Gli altri o se ne fregavano di lui, o lo lasciavano in disparte per dare retta ad Anita.
Anita conquistava sempre tutti!
A lui piaceva Claudio, soprattutto perchè non si portava via papà, e lo lasciava stare in studio con loro.
Poi era arrivata Anita, e Claudio adesso dava sempre retta solo a lei.
La stessa cosa valeva più o meno per tutti.
Questo Ermal invece sembrava quasi ignorare la sua sorellina, guardava solo lui, e sembrava aver capito che a lui della musica non fregava niente.
Certo, non sembrava nemmeno uno che giocava a calcio, ma Libero decide di provare a dargli una possibilità. Alla peggio, sarebbe comunque stato divertente.
Però, adesso a Libero sorge una domanda, perchè Ermal abita a Milano, lo sa perchè papà glielo ha spiegato quando veniva per registrare la canzone. E loro in casa hanno solo due camere
“Però .... dove dorme Ermal? Abbiamo solo due camere e in una ci siamo io e Anita!”
“So che avete un divano comodo comodo in casa…”
***
Ermal percepisce, più che vedere, Fabrizio che si tende e apre la bocca, e gli tira un calcetto negli stinchi.
No
Ma Fabri, ovviamente, non lo ascolta.
“Credo che Ermal dormirà con me ragazzi ... il letto è grande, e ci stiamo in due”
L’impertinente gli tira uno sguardo innocente, come se avesse proposto, non lo so, di prendere un caffè insieme, o scrivere una canzone.
Ermal scuote la testa, ridendo
“No, grazie. Il divano andrà benissimo. Ti sento russare da tre camere di distanza!”
“Che ne dici, Anita  poi vieni a fare pigiama party con me e Ermal?”
Ermal per un attimo si immonbilizza. Fabrizio, inconsciamente, l’ha fatto di nuovo. Ha coinvolto solo Anita. Fortunatamente, la bambina è più sveglia del padre.
“No! Con papà ci dormiamo noi! Non ci sei mai!”
“Concordo!”
Ermal è contento di sentire Libero dar subito manforte a sua sorella. Ermal sa, da quello che gli ha detto Fabri, che il maggiore dei propri figli un po’ soffre la gelosia della piccola. E’ una cosa totalmente estranea a Ermal, che con i suoi fratelli ha sempre avuto un ottimo rapporto. Con Rinald, poi, vive quasi in simbiosi, a tal punto che il più giovane l’aveva seguito a MIlano poco dopo il suo trasferimento.
Certo, la loro non era esattamente stata un’infanzia canonica, e forse le loro esperienze li avevano uniti ben oltre il normale.
Ermal e Giada ridono mentre Fabri guarda malissimo ma con un sorriso entrambi i figli.
“Io volevo dormire con tutti voi... papà.... papà vuole molto bene a Ermal”
Ermal tira un nuovo calcio e un’occhiata eloquente a Fabri.
Non sono cose da dire via chat.
Assolutamente no.
“Sì, ma ci siamo noi nel lettone con te!”
Mentre Anita parla, il riccio scarabocchia un non adesso. Non via chat. Di persona. Ti prego” sulla prima pagina del blocco che l’albergo ha messo nella loro stanza.
Sul viso di Fabri compaiono nell’ordine tristezza, impazienza e qualcosa come una sorta di malinconia.
Ermal guarda l’ora, Manca poco alla conferenza stampa.
Controvoglia, salutano i piccoli, con la promessa di risentirli più tardi.
Giada li guarda; non ne hanno ancora parlato, ma sanno che lei sa.
“Buona fortuna, ragazzi. Andrà tutto bene”
Ermal sorride
“Grazie, Giada”
“Grazie” gli fa eco Fabrizio.
I due chiudono la chiamata dopo essersi scambiati i soliti convenevoli di saluto.
“Hai fame? Ti preparo qualcosa?” Fabri lo chiede dolce a Ermal mentre iniziano a prepararsi.
“No, per carità. Non credo riuscirei a tener giù molto…” risponde il riccio mentre si alza e va in bagno a darsi una sciacquata e a cambiarsi.
Fabri resta sul letto, giochicchia con il proprio telefono, quando si accorge che quello di Ermal si è appena illuminato.
Un SMS.
Fabri lo prende, non vorrebbe leggerlo senza Ermal, nonostante il patto della sera prima, ma l’occhio gli scappa sull’anteprima.
E Fabri impallidisce.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 12, 2019 ⏰

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