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3/01, Giovedì.

Louis non riusciva a dormire.

Non riusciva neanche a chiudere gli occhi.

Era steso sul letto di Harry da almeno un'ora, il corpo del ragazzo voltato di spalle era stretto tra le sue braccia, e non riusciva a prendere sonno in alcun modo.

Continuava a pensare a tutto quello che era successo negli ultimi giorni; dalle cose belle con Harry, agli sbagli che continuava a fare con Zayn.

Aveva provato a distrarsi eda pensare a qualsiasi altra cosa per riuscire ad addormentarsi, ma non ci era riuscito.

Così, a corto di rimedi, strinse Harry tra le sue braccia e si avvicinò lentamente al suo orecchio.

«Piccolo, sei sveglio?»

Non ricevette alcuna risposta.

Sospirò rassegnato riportando la testa sul cuscino, prima di sentire Harry muoversi tra le sue braccia e voltarsi verso di lui.

«Sì.»

Louis gli rivolse un sorriso debole, e spostò la mano dal suo fianco per accarezzargli la guancia.

«Non riesci a dormire?»

Harry scosse la testa alternando lo sguardo dai suoi occhi alle sue labbra.

«Perché?»

Sollevò una spalla; «la malattia non mi fa venire sonno.»

Louis si morse l'interno della guancia quando udì quella frase. Si sentì quasi in colpa per via del motivo per cui lui non riusciva a dormire, perché in confronto era così stupido e insignificante.

Harry portò le dita sulle sue labbra quando si accorse che quella sua spiegazione lo aveva reso triste. Cercò alla svelta un modo per cambiare argomento, e «tu invece? Perché non riesci a dormire?» chiese, spostando l'attenzione su di lui.

Louis sospirò e gli sollevò appena la maglia del pigiama per accarezzargli la schiena. «Perché sto pensando che in questo periodo sembra che io non ne stia facendo nemmeno una giusta.»

Harry rimase in silenzio a guardarlo, tentando di trovare un senso in quella frase.

Ma poi; «a che ti riferisci, scusa?» chiese comunque, non capendo.

Louis deglutì senza guardarlo, cercando le parole adatte per spiegarsi. «Te l'ho detto... la settimana scorsa non ho saputo in tempo che l'appuntamento con il mio migliore amico era stato anticipato e non sono riuscito a presentarmi. Avremmo dovuto vederci a Capodanno ma sono arrivato tardi e... non lo so Harry, mi sembra di sbagliare sempre tutto, non so se hai presente la sensazione.»

Harry serrò le labbra per pensarci, poi annuì per intimargli che sì, aveva capito come si sentisse, ma non sapeva cosa fare per aiutarlo. E lui voleva davvero aiutarlo, perché non voleva che Louis stesse male.

«Se ti può consolare, con me non stai sbagliando niente, anzi.»

Louis rialzò lo sguardo verso di lui, e un sorriso spontaneo spuntò sulle sue labbra. 

«Meno male che ho te, Harry.»

Lo pensò ad alta voce, e non si pentì minimamente di averlo detto. 

Harry doveva saperlo. Doveva sapere che riusciva sempre a migliorare ogni cosa.

E Harry lo sapeva già. Lo sapeva benissimo. Eppure, per vedere quel sorriso che gli spuntava sulle labbra ogni volta che se lo sentiva dire, Louis glielo avrebbe ripetuto fino all'infinito.

Red as the blood.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora