•Capitolo I-

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Ogni tanto tenta di vivere e basta. Vivi semplicemente. Non lottare e non forzare la vita. Osserva in silenzio ciò che accade. Lascia accadere ciò che accade. Permetti a ciò che è, di esistere. Lascia cadere ogni tensione e lascia che la vita fluisca, che accada. E ciò che accade, te lo garantisco, libera.



Buona lettura

Com'è possibile? Sono già passati diciassette anni?

Domani comincerò il mio quarto anno di liceo. Sembra solo ieri che, mia madre, mi preparava lo zainetto per il primo giorno di scuola elementare.

Sono un fascio di nervi in questo momento, ma sono anche entusiasta di poter iniziare un nuovo anno insieme ai miei amici: Andrea, Stefano e, più di tutti, la mia migliore amica, Anna.

Io, come loro, abbiamo sempre amato l'arte, in tutte le sue più strane e remote forme: tutte quelle opere che sono giunte fino a noi, tutta quella simbologia nascosta, i colori, i materiali, gli artisti oh Dio, cosa c'è di meglio? Tutt'altro, probabilmente, per un ragazzo, o una ragazza, della mia età.

Ma, ehi, non ho mai detto di essere normale. Per essere come gli altri c'è tempo.

Mia madre non ha mai approvato del tutto la mia passione per l'arte, anzi, la mia decisione di intraprendere degli studi inerenti all'arte. Tutto quello che la preoccupa è ''che lavoro potrai mai trovare se segui questo percorso? Sicuramente finirai per strada a disegnare sui marciapiedi del lungomare. Avrò una madonnara come figlia!''.

Fu il primo pensiero a sfiorarla, in quanto avvocato in carriera, quando le comunicai  che avrei scelto il liceo artistico.

Cosa posso farci, l'arte per me è ciò che la natura non può finire, e io sono l'artista a cui spetta quel compito, il compito di realizzare e raggiungere quegli obbiettivi che la natura non è ancora riuscita a raggiungere.

Gli unici a sostenere la mia passione e la mia strada sono stati mia nonna che, di per sé, è proprio un personaggio, e il mio cugino, Luca Bianchi, anch'egli appassionato di arte, più precisamente della sua storia.

Mia mamma ed io siamo abituate ormai a vivere da sole da quando mio padre decise che la sua vita di tutti i giorni non era abbastanza, e perciò andò a letto con la segreteria dell'università in cui era impiegato.

Da lì mia madre decise che mi avrebbe cresciuta da sola, fosse stata l'ultima cosa che avesse fatto.

Non mi disse il vero motivo per cui mandò via mio padre ma mi informò solamente tre mesi dopo che lui uscì per sempre dalle nostre vite. Da quel giorno non ho più saputo nulla di lui, non so nulla di mio 'papà' da diciannove anni.

Mi viene anche in mente che l'appellativo 'papà' non sia adeguato alla persona che ha deciso di essere infedele alla sua stessa famiglia, alla sua bambina.

Be', io non sono più la sua bambina da un pezzo perciò deve farsene una ragione.
O devo farmela io?

Nonostante non senta del tutto la sua assenza, a volte, la mancanza di una figura maschile in casa si può toccare con mano. Specialmente quando io e mia madre litighiamo: spesso si tratta di litigi su argomenti banali, per esempio se posso andare a un raduno con Luca oppure mettere una camicetta piuttosto che un'altra. Inutile dire che se non sono presentabile mia madre non mi fa uscire di casa, anzi riuscirebbe a trascinarmi di peso fino alla mia camera - che si trova al secondo piano - affinché mi cambi.

Ancora peggio l'argomento ''feste''.
Non ho quasi mai modo di poterci partecipare, per questo io e i miei amici ci organizziamo delle serate alcoliche ogni volta che si può.

È scontato dire che di sbronze ne ho prese di più a casa dei miei complici che a qualsiasi altro evento.
Però chissà, sono quasi maggiorenne, mia madre si deciderà a farmi uscire come una qualsiasi persona della mia età che si possa rispettare?

Nonostante ciò, so che mi vuole bene e che farebbe di tutto purché la sua bambina sia al sicuro, come anche il suo bambino -per dire eh, ha vent'anni-: Edoardo Bortoli. Lui è il frutto del matrimonio di mia - nostra - madre con il suo ex marito, Cristiano Bortoli.

A quanto pare a mia mamma non è andata bene in fatto di amore. A lei basta avere noi due accanto.

Per quanto riguarda Edoardo, lui è il mio fratellastro e diciamo che è il mio secondo migliore amico; ogni ragazza ha bisogno di un amico di cui si possa fidare ciecamente. Una persona che sappia starle vicino nei momenti difficili. Qualcuno con cui possa essere se stessa, senza paure. E' con lui, con quell'amico, che si creano i rapporti migliori. Quell'essere amici ma non solo.

Lui è quella persona con cui io posso fare la cogliona e sparare cazzate, senza essere giudicata. E' vero, a volte vorrei ammazzarlo di botte, ma subito dopo abbracciarlo con tutta la forza che ho in corpo. Ed è una fortuna che sia davvero mio fratello.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 06, 2022 ⏰

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