Don't leave me

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"Regina cosa c'è?"

Emma l'aveva seguita.
Non intendeva turbare in alcun modo la bruna e non avrebbe mai voluto violare la sua privacy precipitandosi in quel modo al 108 di Mifflin Street, ma doveva sapere.
Non si era mai veramente interrogata su quella costante necessità d'avere Regina sempre al suo fianco e non si era mai chiesta perché ad ogni contatto col suo sguardo, il suo cuore tremasse.
Aveva sempre rispettato il suo silenzio, il suo modo particolare di chiudersi a riccio e mai avrebbe voluto profanare le sue difese.
Ma quella sera fu diverso.
Quella sera, come tante altre, Emma era al molo stretta al petto di Killian, mentre si raccontavano tutti i retroscena delle loro avventure passate.
Emma si sentiva molto legata a lui, che più volte le aveva dimostrato il suo amore ed era addirittura scesa nell' oltretmba per riportarlo sulla terra. Eppure le cose non erano come apparivano.
Dall'esterno poteva sembrare che si completassero a vicenda e che l'una fosse il Lieto Fine dell'altra, ma la verità era lontana.
Killian come lei era stato abbandonato, come lei se l'era cavato sempre da solo e come lei aveva perso il suo più grande amore.
Emma lo amava si, ma col tempo si rese conto che l'amore non aveva un' unica faccia.
Il sentimento che la legava a lui non era quell' amore che fa tremare le gambe e battere il cuore.
Stare con lui era semplice perché sapeva esattamente cosa la bionda avesse dovuto affrontare, nella sua vita prima di Storybrooke e cosa aveva provato nel profondo della sua anima. Questo perché era esattamente ciò che egli stesso aveva provato sulla sua pelle.
Per Emma, Killian era lo specchio di sé stessa e come tale era capace d'intenderla e farle ricordare che con le proprie forze nulla era impossibile, ma tutto si poteva superare. E lei aveva bisogno di ricordarlo, per non perdere mai fiducia in se stessa, perché era solo grazie a se stessa se era arrivata fin lì.
Però Emma non amava Killian di quell'amore unico e profondo che si prova incontrando il così detto Vero Amore. Lei non lo amava in quel modo e non desiderava trascorrere la sua vita con lui. Questo le era chiaro, eppure non voleva perderlo, non voleva si allontanasse e sparisse dalla sua vita. D'altro canto non voleva nemmeno illuderlo di potergli dare ciò che lui voleva da lei. Non sarebbe stato giusto.
La notte non riusciva a dormire e di giorno si sentiva vuota, perché tutto ciò che aveva dovuto sopportare durante tutti quegli anni, le pesava come un macigno sul torace.
Solo un pensiero riusciva a darle pace: Regina.
Mai ci avrebbe creduto se glielo avessero detto anni addietro, eppure lei era sempre lì, nei suoi pensieri.
Partecipare all' Operazione Mangusa per lei fu atroce, perché nonostante volesse davvero aiutare Regina a trovare il suo lieto fine, egoisticamente ci soffriva.
Non voleva ammetterlo, ma sapeva di essere innamorata di lei. L'aveva sempre saputo.
Ciò che però non sapeva era quando esattamente tutto fosse cambiato tra di loro e quando l' acerrima nemica dei suoi genitori avesse preso totale dominio dei suoi pensieri.
Ciò che sapeva con certezza era che vederla tra le braccia di Robin la faceva ribollire di rabbia e gelosia.
Infondo il suo destino era sempre stato quello, no? Desiderare una casa, credere d'averla finalmente raggiunta e poi vedersela sfuggire dalle dita.
Non aveva cercato l'amore e sopratutto non l'aveva cercato in Regina Mills.
Si era sentita a casa con lei ed Harry fino a che di nuovo quel salto nel vuoto ritornò a tormentarla, facendole ricordare la sensazione di essere inghiottita dall' abisso più nero.
E Robin fu il suo doloroso trampolino di lancio, che arrivò quando lei si era quasi convinta a rivelarle i suoi sentimenti e gliel'aveva portata via.
La sua morte avrebbe dovuto arrecarle sollievo ma Emma non sopportava di vedere Regina star male. Questo la distruggeva.
Ora Robin era tornato. Non era quello stesso Robin che tutti conoscevano, ma era lì di nuovo a Storybrooke e nonostante passasse tutte le sue giornate tra i boschi e la sua camera presso la struttura della vedova Lucas, Emma sentiva il sangue pungerle le tempie ogni volta che ricordava il suo ritorno o che lo vedeva camminare per le strade della città.
Tante volte aveva ripensato al suo viaggio nel mondo fittizio creato dalla Evil Queen e a Regina che l'aveva seguita per riportarla alla realtà.
Aveva maledetto più volte tutta quella situazione che aveva portato di nuovo Robin nella vita di Regina. Se solo la bruna non l'avesse seguita...
Eppure, nonostante ci credesse davvero, la Salvatrice non riusciva ad avercela con lei. Questo perché era arrivata nel momento esatto in cui aveva espresso il desiderio d' incontrare il Vero Amore.
Non poteva essere una coincidenza.
Tutta quella bizzarra situazione la portò solo ad illudersi, facendole sperare che Regina provasse per lei lo stesso sentimento che era radicato nel suo cuore ormai da anni.
Non parlarono più da quel giorno ed Emma si chiuse in sé stessa
Non era lo stesso Robin, lo sapeva. Apparteneva ad un'altra realtà e di conseguenze differenti esperienze di vita gli avevano forgiato una diversa personalità. Ma cosa importava delle differenze? Robin era tornato, punto. Fine dei giochi.
Mai più lei avrebbe potuto avere una qualche chance con Regina e se anche Robin non fosse tornato, Emma non si sarebbe mai esposta..come averebbe potuto?Non si sentiva alla sua altezza.

La ballata dei cuori infrantiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora