mi uccise

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Draco si guardavano intorno.
Il suo rifugio segreto, che ora segreto non era più.
Quella piccola camera infondo ad un tronco di un albero. Non c'era altro che un materasso pieno di polvere, un mobiletto piccolo e un vecchio televisore.
Doveva provvedere a cucinarsi qualcosa al più presto, ma in realtà. Ora che ci pensava: neanche aveva così fame. Anzi, aveva un peso enorme all'altezza del petto e non era di certo claustrofobia. Si sentiva soffocare, ma non per mancanza d'aria, bensì d'amore. Pensò che si meritava tutto quello, dopo le cattiverie fatte a quanti più studenti di Hogwarts, in passato. Doveva meritarsi tutto quello, o non si spiegava.

Si stese, alzò un po' di polvere e tossì leggermente, ma se ne fregò altamente - cosa assolutamente fuori dal normale per Draco Malfoy, amava i suoi capelli e sporcarseli così era uno spreco. Ma ora che non c'era Harry...Già, cosa? Se n'era andato lui stesso, ma forse era meglio in quel modo. Forse dovevano lasciarsi e prendere strade diverse.

Strinse forte gli occhi, iniziò a piangere. Si era sempre trattenuto, aveva mantenuto quel comportamento temperato per troppo e quelle quattro lacrimuccie in presenza di Harry non erano bastate per niente.

Ho fatto davvero bene a lasciarlo? Andare via? Da me?  Da lui? Da noi.

Sospirò, e si raggomitolò su sul stesso corpo, inerme. Soffocando in quella sofferenza che per mesi l'aveva spezzato in silenzio. Dandola vinta a quella vocina che gli ripeteva di essere il nulla, il nulla per Harry.

Addio Amore.

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Harry ritornò a casa, non aveva fiato talmente aveva corso veloce. Pensava di trovare ancora Draco, ma si sbagliava e di grosso anche.

La loro casa... la nostra casa.

Era vuota. Non c'era più la testolina biancastra del Furetto, la sua risata acuta, i suoi occhi grigi e azzurri - a secondo del tempo -, il nasino alla francese e quel collo. Il suo collo, elegante e piccolo, la vena che sporgeva, proprio dove lui aveva inciso vicino i suoi denti. Dove l'aveva marchiato. Dove aveva ispirato il suo dolce profumo.

Gli sembravano ricordi così tanto distanti dal presente.

E si stava arrendendo, all'inverosimile.

Avevano passato forse, fin troppe cose. Fin troppi momenti e guerre, colpi di bacchetta. La loro relazione si era consumata, come si consumano le cose più belle che ci siano. E alla fine, non era rimasto nulla.

Piccoli ricordi in una casa ormai senza luce e profumi che ancora invadevano le quattro mura. Erano, solo lui e Draco, senza un senso. Non più ormai.

Pensò che fosse imperfetto quell'istante, perché gli mancava qualcosa, qualcosa di essenziale e sapeva cosa. E poteva anche morirci sopra, non era la prima volta che accadeva, no? Lasciarsi andare e non vedere più un futuro, avere la certezza che Draco non sarebbe più stato suo.

Non avrebbe voluto più esserlo.

Fu forse per questo, o perché aveva ormai la scusa buona per lasciarsi andare ai tradimenti, che chiamò il suo segretario - non sobrio ovviamente, ma dopo ben due forti vini babbani e un paio di burrobirre di certo non analcoliche. Probabilmente- Anzi no. Sicuramente, non l'avrebbe fatto se fosse stato più a mente lucida e si fosse ripetuto le parole di Hermione. Non era stato così, come si sapeva: perseverare è umano, e Harry forse è il più umano di tutti.

Non si sentì di certo sollevato quando venne nel culo piatto di quel ragazzo, quando lo sentì ansimare contro le proprie labbra. Si premurò almeno di non baciarlo, non avrebbe sopportato una cosa del genere neanche da ubriaco a quanto pare. Nei suoi pensieri, non si tolse l'immagine di Draco Malfoy.

so much [ drarry ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora