mi ha amato

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14 Sabato, Harry.

Harry era sempre stato stupido.

Lo sappiamo tutti: stupido, sensibile, un po' uno che se la tira sotto sotto, senza farlo vedere. Era sempre stato Draco il più brillante e bello dei due; quello più curato, finto Serpeverde dalle mille idee, pozioni e profumi ogni volta più buoni; quello che sapeva risollevare l'umore con poco, perché infondo non voleva che nessuno soffrisse. Lui era buono, lui era il vero realizzatore della sua vittoria contro Voldemort. Contro l'Oscurità.

Draco era stata la sua Luce e anche se avevano definito più volte il loro Amore malato o strano - in quanto il loro Legame era frutto di scommesse secondo molti critici, e nient'altro. Una cosa finta insomma - lui ci aveva sempre creduto.

E al contempo, era stato proprio lui a mandare tutto a monte. In rovina.
Aveva distrutto un rapporto tanto buono e sincero; qualcosa che nessuno avrebbe mai potuto avere.
L'aveva rovinato, mentre affondava in un corpo che non era del ragazzo che amava. Ora non poteva neanche disperarsi, era colpa sua, no? Aveva sbagliato, fine.

E nei giorni seguenti, non ricevette neanche notizie di Draco, maggiormente da Pansy ed Hermione. Fino al sabato seguente, una settimana esatta di silenzi e tanti tremendi sensi di colpa: era arrivata la vera bomba. Quello che non si aspettava.

"Herm?" Aveva risposto Harry Potter, mai aveva avuto il cuore così in gola. Non capiva neanche cosa stesse succedendo, in realtà. Sembrava che si fosse semplicemente ritrovato solo...improvvisamente. Ma se lo meritava, doveva aspettarselo. Era colpa sua, in effetti.

"Harreh, Harreh mi senti?" No, era Pansy. La sentiva piangere, gli si stringeva qualcosa contro il petto - il cuore probabilmente, o quello che ne era rimasto da quando il suo Furetto non c'era più. La Casa neanche gli sembrava la stessa: era fredda, buia. Non c'era il suo Sole naturale- Ma che cose smielate pensava. Non si stupiva neanche più ormai.

"Si, cos'è successo?" Ritornò alla realtà, una strana ansia contro la gola, il collo, che stringeva man mano. Non voleva pensare male, no. Draco stava bene, anche se avesse...no, aveva sicuramente visto quella foto sul giornale, ma non voleva pensare che avesse commesso atti "oltraggiosi". O che- No, ma che pensava? Si parlava di Draco, il suo Draco. Il suo raggio di Sole.

"Si tratta di Lui. Lui è...è"

"E'?" Trattenne il respiro. Il Legame che bruciava in ogni boccata d'aria, in ogni attimo passato distanti. Stava per soffocare. Senza sentire la sua voce...si rese conto, non valeva la pena avere neppure le orecchie.

"Morto." E poi la chiamata si interruppe. Rimase in un primo momento immobile, perché il mondo era appena arrivato al capolinea. Era finita qualsiasi cosa. E non nel verso giusto, non nel lieto fine che aveva sempre pensato.
Non aveva scelto di comportarsi in modo sbagliato, la verità è che semplicemente non aveva fatto nulla. Il che era anche più sbagliato del fare qualcosa non nel verso giusto.

Doveva correre da Draco, da Hermione e Pansy. Era uno scherzo, per farli riavvicinare? Non riusciva ad emettere parole, aveva le lacrime contro il viso, scorrevano fino al collo, e lui incurante di toglierle dalla propria pelle.

Pensò che il buio di quella Casa ora avesse un fottuto senso.

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14 Sabato, Draco.

La Morte si può guardare.
E sai il momento in cui stai per morire, lo senti su pelle.

E' la scia di odori così diversi da mozzarti il fiato: La morte ha odore.
E' orribile alla vista, paurosa: La morte ha una faccia.

so much [ drarry ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora