PROLOGO : ALESSANDRO

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Lui era uno di quelli da cui puoi aspettarti tutto e niente. Uno di quelli con cui puoi parlare di morte e disperazione, Ma comunque uno di quelli con cui puoi parlare di vita e gioia. Non era di poche parole, non era riservato. uno di quelli che va d'accordo con tutti ma sta bene con pochi. Sapeva essere stupido ma anche essere intelligente. Amava la sua famiglia, i suoi cari, e si, lui a differenza mia non si era unito alla resistenza per sé stesso. Ma anche la sua non era un opera di carità. Sapete era anche uno di quelli che possono vivere una vita che non gli calza solo per mostrare la bellezza di ciò che indossa. Con questo non voglio dire che lui fosse un esibizionista, lui era semplicemente uno di quelli che vogliono una vita emozionante e pacata allo stesso tempo, che vogliono rischiare e non rischiare, che vogliono proteggere, ascoltare, vivere, sorridere, scherzare, uscire, rientrare, amare, fare, scoprire, raggiungere. Ma anche no, perché in fondo "la vita è quella che mi arriva e tutto il resto è storia". Però se c'era qualcosa in cui Alessandro era degno di ammirazione, quello era il suo coraggio se così si può dire, quel coraggio, quell' adrenalina, che se si fosse trovato in una situazione complicata dove nessuno avrebbe potuto far nulla, lui si sarebbe fatto avanti. Più che altro per cattivo vizio e non per buon'anima, ma con questo non voglio dire che fosse cattivo. A me non piace ripetermi quindi questa è l ultima volta : lui era buono e cattivo, era luce e ombra, ciò che appariva era ma ciò che non appariva poteva essere. Imprevedibile.

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