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Non è per niente facile, no.

Mannaggia.

Kirishima si guarda allo specchio nel bagno della sua camera. Sono ormai ... sei giorni che è così.

E gli ultimi tre non se li vuole ricordare. Se potesse ci darebbe un taglio netto, anche se in fondo solo il primo è stato più penoso. Quelle fitte, i dolori nella schiena, nella pancia ... e quella sensazione orribile di qualcosa che fuoriesce dal proprio corpo.

Non sa come facciano le ragazze a passarci ogni mese.

E non sa come farà adesso lui, a recuperare tutte quelle lezioni. Oddio, cioè, gli appunti glieli hanno già provveduti, solo che ... da lì al capirli, ce ne vuole.

Soprattutto da quando Bakugō ha smesso di dargli ripetizioni. Ovvero, tecnicamente non ha smesso di aiutarlo con i compiti.

Ma solo di guardarlo. Di parlargli.

Il che, in pratica, si traduceva nel fatto che mai e poi mai Kirishima si sarebbe sognato di andare a bussare alla sua porta a chiedergli: << Ehi, Bakugō, mi daresti una mano? >>. Anche se avrebbe significato rischiare di giocarsi l'anno.

Ma non vuole pensarci adesso, ha già abbastanza da fare anche così.

Si studia il volto, che sembra uguale a sempre tranne il fatto che è sparito il piccolo rigonfiamento nella gola, che giusto da un mese o due aveva iniziato a spuntare. Come anche quella lievissima ruvidità sulle guance e il mento. Malgrado il corpo formato, muscoloso dovuto agli allenamenti era ancora abbastanza immaturo, e quindi lo shock della transizione improvvisa è risultato attenuato.

Per quanto riguarda la faccia, almeno.

Posa le mani a coppa sui seni. E' come avere due zaini che pendono dal collo invece che dalle spalle. In realtà non è una brutta sensazione, mentre ci passa sopra le dita li sente caldi e morbidi. E i due piccoli spuntoni duri sembrano piuttosto sensibili mentre li sfiora appena.

Sa che tutti gli sguardi dei compagni maschi, che nonostante gli parlino gentilmente, calorosamente, esattamente come prima si fermano in modo del tutto spontaneo su di essi, addirittura anche quello di Oijiro ch'è il ragazzo più riservato e pudico della scuola, e di Aoyama che di solito è abbagliato dal suo stesso scintillio. Persino Kaminari di tanto in tanto ci lancia un'occhiata distratta, che lascia Eijirō sconcertato.

Non se ne spiega il motivo: non è certo l'unico ad averli. Inoltre, Ashido porta spesso top scollati; Yaoyorozu addirittura ha la tenuta da Hero che li lascia quasi scoperti, anche se per necessità ovviamente.

Per non parlare della professoressa Midnight.

Eppure quando c'è lui sembra catalizzare comunque l'attenzione.

Anche la sua.

Lo sa, Kirishima, che anche Bakugō lo guarda. Anche se in classe ha mostrato ostentatamente di non vederlo ha sentito i suoi occhi di rubino bruciargli addosso durante tutta la lezione di ginnastica, l'allenamento, anche la partita.

Ma quando gli ha dato la maglia ha tenuto il viso girato. Come se ... gli facesse schifo quel che vedeva, se non tollerasse di vedere il suo amico con quelle ... cose. E in mensa poi ... non vuole neppure ripensarci.

E' sempre più confuso. Continua a passare le dita sui seni, sul ventre sempre scolpito ma più delicato.

E poi con un supremo sforzo di volontà va giù. Dove non trova più nulla di quel che c'era prima, è rimasto un vuoto nei boxer che si ostina a portare e che, nonostante il ... ehm ... quelle cose, ha voluto tenere anche se era scomodo da morire, tenerci dentro fermo l'assorbente. Yaoyorozu, con il suo fare dolce e rassicurante, ne ha fatto apparire un pacchetto e gli ha spiegato come usarli, anche se era una cosa abbastanza ovvia: non perché lo credesse un cretino, ma per cercare di metterlo a suo agio.

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