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L'immagine riflessa nello specchio va in frantumi.

Bakugō spalanca gli occhi. Si passa le mani sulla faccia, fissa per qualche secondo il soffitto.

I palmi sono caldi. Il suo quirk è scattato anche nel sonno, una cosa che non gli accadeva da ... mai, forse, non gli pare di ricordarlo.

Si volta su un fianco e cerca con lo sguardo la sveglia. Sono le cinque e trenta del mattino.

L'ultima volta che ha guardato le cifre segnavano le quattro e sedici. Ha dormito sì e no un'ora e un quarto, non proprio un toccasana per chi tende ad essere irritabile anche dopo otto ore filate di sonno.

Se continua così diventerà pazzo.

E' da diverse notti che sogna la stessa cosa, ormai. Seduto per terra davanti ad uno specchio, la testa appoggiata sul bordo del materasso. Sembra dormire, ma i sensi sono vigili.

Non sa cosa lo faccia sobbalzare di colpo, ma apre le palpebre. E la lastra va in pezzi, dopo che nell'attimo precedente gli ha mostrato un riflesso differente dal proprio.

Quello di Kirishima.

Quel suo sguardo mentre usciva dalla piscina. Lo stesso che aveva quand'erano rientrati a scuola dopo il suo salvataggio. Affranto, amareggiato.

Si risistema supino sul letto, alzando le braccia.

Aizawa l'aveva convocato in disparte. Il suo cipiglio era persino più tetro del solito. << Bakugō >>.

Lui era rimasto immobile, a capo chino. << Stai cercando di giocarti l'anno, per caso? >>.

Nessuna replica.

Aspettava il momento in cui l'avrebbe messo dietro la porta, esattamente come un cane.

<< Mi piacerebbe davvero spedirti a casa. Per quel che hai fatto non ci sono punizioni che tengano. Colpire un tuo compagno ... so che non è la prima volta, ma oggi hai rischiato di fare davvero del male sia a Mineta, che a Kirishima. E quest'ultimo poi non c'entrava assolutamente nulla >>.

Silenzio. Ancora.

Infatti è colpa tua, depravato del cazzo di un professore, avrebbe voluto dirgli. Perché sì, era colpa di Aizawa in fondo tutto quel casino.

Imporgli la gonna. Il costume femminile. Confondergli ancora di più le idee, come se non bastassero quelle sciagurate delle ragazze.

<< Vattene in camera tua. Assisterai alle lezioni come al solito ma hai il divieto assoluto di partecipare alle attività extrascolastiche per una settimana, uscite comprese. E' tutto >>.

<< Come sarebbe? >>.

<< Ringrazia Kirishima. Fosse stato per me ti avrei mandato a casa direttamente, con le ovvie conseguenze sulla tua valutazione finale. Ma lui ha insistito perché ... lasciassi stare. Ma ti avverto Bakugō: un'altra stupidaggine e sei fuori. Ora, torna al dormitorio. E cerca di darti una calmata >>.

Quel provvedimento era atto a fargli un favore in realtà. Perché in classe c'era sempre il docente di turno a poter intervenire, in caso sclerasse; e se non lo aveva sotto gli occhi fuori non poteva incazzarsi e avere reazioni esagerate come quella in piscina.

E magari nel frattempo la situazione si risolveva spontaneamente. Tutto rose e fiori, apparentemente.

Già. Peccato solo che lui detestava i favori. Le facili vittorie. Erano una merda.

Red NympheaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora