"Night without moon"
Harry aveva sempre avuto paura dell'altezza, dell'acqua, eppure una volta a 15 anni aveva rischiato di annegare ma non aveva avuto paura, anzi gli era sembrati un abbraccio fresco, trasparente. Ma adesso a 18 anni sul parapetto di un ponte, pronto al suicidio, Harry aveva paura. Paura di vedere la morte in faccia, di non poter mai più ritornare indietro. Ma a lui non interessava più niente stavolta. Il vuoto che c'era dal ponte all'acqua non era niente in confronto al vuoto che aveva lui dentro. Cosa avrà mai portato Harry a questo punto, su quel ponte? I suoi problemi. Harry era gay. Già gay, e come tale veniva criticato, insultato, ma a lui non interessava. Lui non ci faceva caso, quantomeno fino a quando era con Louis, il suo ragazzo. Il loro amore era qualcosa di incondizionato. Da rimanere sbalorditi. Andava oltre le parole della gente, oltre il giudizio degli altri. Louis gli diceva sempre:" Noi non siamo sbagliati, non siamo diversi. Rubare è sbagliato, uccidere è sbagliato. Questo non è sbagliato." Ed Harry piangeva di gioia. Harry era felice. "Noi non siamo strani, noi siamo speciali, e come tali abbiamo bisogno di un posto speciale, un posto solo nostro. Dove le critiche della gente non possano arrivare, dove il giudizio della gente non lo senti, non ti trafigge, non ti fa sentire fuori posto." E così Louis lo aveva portato in quello stesso ponte. Era il LORO posto. Circa due giorni dopo a Harry arrivò la brutta notizia. Louis era morto. Era caduto da quello stesso ponte. Il loro ponte. Harry era inespressivo adesso. Era neutro. E adesso? Adesso stava per buttarsi da quel ponte. Per raggiungerlo. Per stare con lui. La sua famiglia l'aveva abbandonato non appena aveva scoperto la sua omosessualità. Era solo. Aveva soltanto Louis, ma adesso anche lui non c'era più. Era una notte senza luna. Anche quella piccola luce nel profondo buio che è la luna si era spenta. Adesso il cielo che è la sua vita gli fa paura. Harry non sapeva cosa farsene del suo cuore spezzato. Spesso lo paragonava ad una farfalla con un'ala sola. Il tempo, il vento aveva eroso l'altra facendo si che la farfalla non possa più volare. Anche una parte del cuore di Harry era scomparsa, l'avevo rovinata il dolore, la tristezza, l'amore. E adesso Harry con quel mezzo cuore non sapeva cosa farne. Non gli serviva più. L'avrebbe buttato. Come si fa con le cose rotte, con le cose spezzate. O si regalano a chi può aggiustarle o le si buttano. Avebbe tanto voluto dare quel suo pezzo di sé al suo amore. Lui glielo aveva aggiustato tante di quelle volte. Avevo rimesso insieme i pezzi. Adesso Harry stava per raggiungerlo. Ma non sapeva se Louis lo avrebbe riaggiustato. A volte avrebbe preferito essere cieco. Per non vedere le cose brutte, ma non adesso. Adesso voleva vedere il vuoto. Voleva valutare la situazione. Era davvero stanco di quella brezza fresca che gli sfiorava la pelle,come a spogliarlo a voler portare via la sua anima il suo cuore ormai spezzato. Ma era inutile. Era ancora lì, su quel parapetto. Un passo avanti. Ancora un'altro. Mancava davvero poco. E quel sorriso così perfetto, che non spendeva da tempo, sarebbe scomparso. E quei ricci disordinati si sarebbero dissolti nel nulla. E quelle fossette così tenere? Sarebbero sparite anche quelle. Fu un attimo. Un tuffo. Un tonfo. Come quando si rompe qualcosa di fragile che non è stato abbastanza protetto. Harry era fragile ma senza una corazza. Le cose fragili senza corazza si rompono ed Harry era morto. Adesso Harry si occupa delle anime perse, dei cuori spezzati. Lui è felice. Lui è con Louis.