Il sogno del Titano

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È dall'alba dei tempo che le persone pretendono di poter credere a quello che in realtà è solo frutto della loro sciocca illusione.

Sono nato mostro, un Deviante all'interno degli Eterni del mio pianeta natale, Titano. Sono quello che si potrebbe definire un dio, ma non buono come i vostri cari Thor o Odino, e nemmeno sbruffone come il vostro amato Loki o la vostra Dea della Morte, Hela.

Io sono un dio necessario. Un male a cui l'universo doveva stare in guardia. Non sono un male necessario, ma sono il male di cui l'universo ha bisogno. Per quanto crediate che necessità e bisogno siano la stessa cosa, non è così.

La "Sindrome del Deviante". È questo che mi ha reso così. Costantemente emarginato, mal giudicato e sconsiderato dalle persone che mi stavano accanto. Sono più grosso di loro, la mia pelle violacea è più spessa, più resistente, il mio viso è più rigido, il mento segnato da sottili cicatrici, simili a quelle degli Skrull. Un Titano affetto da una malattia che lo avrebbe potuto uccidere, ma la Morte lo ha risparmiato.

La Morte. È cominciato tutto da lei. Così bella, sensuale, provocatoria.

Mia madre Sui-san, la prima vittima che ho deciso di plasmare in onore della Morte. Il popolo di Titano, conquistati in onore della Morte. I Vendicatori affrontati, uccisi e distrutti più volte solo per lei.

Avevo bisogno di quel potere, del Cubo Cosmico, del Guanto dell'Infinito, del mio esercito di Chitauri, del mio Ordine Nero... dovevo essere al suo livello. La sacra Morte. Doveva essere mia... dovevo essere suo.

Molti di voi tendono a credere che i miei pensieri facciano solo parte di un macchinoso sistema di fabbrica. Una frase poetica, un disegno o un attore che l'accompagni, una stampante o una cinepresa. Tutto questo per permettervi di entrare per almeno due ore in un mondo che sognate, ma che avreste paura di veder realizzare.

Io però sono più di quello.

Sono un ideale.

La mia storia potrebbe anche non essere pura, ma i miei pensieri lo sono.

La gente muore ogni giorno. E voi cosa fate? Rimanete a guardare. Aspettate di poter essere d'aiuto in qualche modo... un gesto di compassione, un commento a un post commovente... ma a nessuno di voi importa veramente di cambiare le cose. Vivete egregiamente nel piacere della vostra soffocante ignoranza.

Ma se uno dei mali che ha colpito me colpisse voi...

Un commento positivo a un post toccante non vi servirebbe a nulla, o sbaglio?

Ma infondo finché nulla nella vostra vita cambia, a voi va bene così.

È questo il problema delle persone, degli esseri viventi dell'universo. Ammirante ciò che vi sta intorno, giudicando ciò che pretendete di comprendere. Siete convinti che basti avere un pensiero dolce per cambiare le cose.

Io so che non è così. Lo so. L'ho sperimentato sulla mia pelle, sulle mie ossa, sulla mia carne, sulla mia vita... Una sindrome incurabile. Un genio incompreso. Una vita di maltrattamenti. Una morte in famiglia.

Tutto per lei.

Un sogno.

Il mio sogno.

La Morte.

Un desiderio.

La vita. Ma non per me.

La vita. Ma non per voi. Per noi la morte.

La vita per una generazione nuova, una nuova specie plasmata dal disastro dell'ultima. Il nostro disastro.

Le fonti di cibo scarseggiano. La popolazione aumenta. Il sole perde tempo a illuminare un gruppo di persone che pretendono di sprecare la propria vita con queste cose. Il computer. Il telefono. I social. Ci combattiamo a vicenda per battaglie che non sappiamo nemmeno di non essere in grado di comprendere.

Thanos - la strada di un eroeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora