«Mio signore...»
Quando udii le deboli e flebili parole di Ebony, fremetti. Stavo piangendo quando i suoi occhi perlacei si puntarono dritti ai miei, colmi da quel vitreo senso di rammarico e disperazione. Ci guardammo, lui con una confusa espressione serena, io con un acerbo senso di colpa. Avevo pianto per lui, per qualcosa a cui tenevo, ed era tornato.
Lady Morte mi aveva ascoltato.
Finalmente.
«Mio signore, Thanos, che cosa è successo?» chiese, accarezzandomi con mesta fatica la spalla. Io soffocai un singhiozzo, ma risposi.
«Thane mi aveva intrappolato.»
«Intrappolato?» ripeté Ebony, irrigidendo le spalle e rialzandosi dal suolo come nulla fosse.
Nel giro di pochi minuti da quando il suo respiro aveva ripreso in seguito alla mia invocazione alle entità cosmiche, si era già ridestato e alzato nuovamente in piedi, le sue classica e scheletriche mani conserte in un gesto di inutile preghiera. Si era eretto nella sua solita forma, alto quasi quanto me e pallido nel suo grigiore. Ricominciò a camminare per la superficie ruvida dell'Uru, riflettendo su ciò che era accaduto e tentando con successo di dedurre ciò che stavo per raccontare. Teneva alta la testa, come suo solito, ma aveva il passo più leggere e debole e sbilanciato, come se quel semplice tocco della mano mortale di Thane gli avesse lasciato un trauma ancora fresco da accettare.
«È giunto qui insultando il mio nome e il mio ruolo di padre. Ha scoperto delle menzogne che io e la Morte gli abbiamo raccontato...»
«Sul fatto di essere Inumano», concluse.
«Sì, esatto», borbottai ammaliato. Thane non aveva mai fatto parola degli Inumani mentre parlava con Ebony, ma lui l'aveva capito. I suoi poteri non si rifiutavano mai di sorprendermi. «Credo temesse gli avessimo raccontato altre bugie.»
«Come il fatto che tu non credeva tu non fossi suo padre», dedusse il mio servitore. «O che la Morte non gli avesse concesso quelle capacità, ma che fu qualcun altro a farlo.»
Evitai di complimentarmi con lui. Sapeva perfettamente che lo rispettavo per queste sue capacità.
Rimasi seduto mentre Ebony ripercorreva sempre lo stesso percorso della mia base fluttuante. Si muoveva lentamente, lo sguardo puntano dritto davanti a sé, in un indefinibile punto del vuoto dei suoi occhi.
«Come ne è venuto a conoscenza?»
Per quanto questa domanda sembrava banale, non mi feci scrupoli per porla.
Se c'era qualcuno capace di capire davvero perché Thane avesse saputo la verità proprio in quel momento, quell'individuo era Ebony Maw.
«Le mie sono solo supposizioni, Titano», precisò, voltandosi di scatto e ricominciando la sua pensierosa camminata in direzione opposta. «Se ciò che ho visto nella sua mente è vera, mio Padrone, Thane ha incontrato le entità che tu tanto sogni di rivedere, quegli stessi Antichi che tu credi ti abbiano abbandonato.»
«Parli della Morte, Ebony? Di One-Above-All? A chi ti riferisci?»
«Da quando tuo fratello Eros è divenuto Starfox, oh Thanos, tu hai dimenticato il tuo sommo ruolo all'interno della gerarchia del cosmo.»
«Io non sono più nulla per l'universo, Ebony, tu lo sai meglio di me.»
Si fermò e si voltò a fissarmi con puro pentimento.
Per quanto lo amassi come Figlio, aveva percepito chiaramente la frecciatina che gli avevo lanciato.
«A che cosa ti riferisci, mio signore?»
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Thanos - la strada di un eroe
FantasyUn racconto nuovo, innovativo, separato dalla storia dei film, ispirato da quella dei fumetti. Per quanto il nome Thanos significhi spesso morte e distruzione, ciò che lui porta è un dono per un universo in pena. Pochi comprendono la psicologia di u...