«Sto morendo.»
«Non stai morendo.»
«Sì che sto morendo, e anche nel peggiore dei modi. Guarda qui quanto sangue! Secondo te avrò il tempo di scrivere il mio testamento?»
«Hai diciotto anni. Che genere di testamento lasceresti ai posteri? L'unica cosa che puoi intestare è quella vecchia felpa grigia che sta marcendo sotto il letto da tre giorni. Non l'accetterei nemmeno io che ti amo, figurati un'altra persona. E poi, per l'ennesima volta, ti ripeto che non stai morendo. È solo un po' di sangue.»
«Ti sembra un po' di sangue questo? Dracula si nutriva con molto meno! Oddio, no, ti prego, butta subito quel fazzoletto nel cestino. Sento che da un momento all'altro sverrò. Chiama Manon. Oppure un'ambulanza. Meglio un'ambulanza, sì.»
Con un ovattato plop!, un fazzoletto stropicciato cadde nel cestino del bagno. Quest'ultimo, però, era talmente ricolmo che quel pezzo di carta macchiato rimase ben visibile. Mika si era dimenticato di nuovo di svuotare la spazzatura quella settimana.
Da qualche parte nelle vicinanze, giunse un lungo gemito ben udibile.
«Sento l'anima che sta lasciando il mio corpo. Come è possibile che una persona contenga tutto questo sangue?»
«La tua bellissima anima non andrà da nessuna parte questa sera. Mi spieghi come hai fatto a cadere dal letto?»
«Non sarei caduto dal letto se qualcuno non mi avesse rubato le coperte mentre dormivo! E smettila di ridere, non è per niente divertente. Sarà indirettamente colpa tua se morirò. Come farai a vivere con questo senso di colpa per il resto della tua vita?»
Le spalle di Eliott andarono avanti a sobbalzare ancora un po' mentre prendeva con delicatezza il mento di Lucas e lo guidava verso di sé, per controllare se il flusso si fosse fermato. Gli occhi di Lucas seguirono lo sguardo del ragazzo, cercando di non far trapelare tutto il terrore che sentiva dentro di sé.
Lucas odiava il sangue. Lo odiava con tutto sé stesso.
Appoggiò una mano sul polso di Eliott e strinse la presa quando lo vide aggrottare le sopracciglia. Era ufficiale: stava davvero per morire. E non aveva fatto nulla di importante nella sua vita se si escludeva la relazione con Eliott. Come avrebbe fatto lui a sopportare la sua prematura dipartita? Non voleva nemmeno immaginare cosa gli sarebbe successo se...
«Per l'ultima volta, tu non stai morendo. Quindi non mi pongo nemmeno il problema. Vedi? Fazzoletto pulito» disse Eliott, alzando come prova il pezzo di carta bianco. Ai lati dei suoi occhi comparvero delle sottili rughe d'espressione e le iridi chiare si illuminarono mentre sorrideva a Lucas con fare rassicurante. In quello sguardo c'era tanto affetto misto a una sorta di divertimento represso.
Passò una mano tra i suoi capelli, scompigliando quello che era già un vero disastro. Lucas adorava sentire le sue dita sul capo, anche se di solito si fingeva infastidito. Lo facevano sentire al sicuro. «Ora possiamo tornare a dormire?» domandò Eliott, indicando con il capo la porta di quel piccolo bagno.
«E se ricomincio a sanguinare?»
Eliott cercò di reprimere una risata alle spalle di Lucas, ma quest'ultimo colse la sua immagine dal riflesso dello specchio, così si girò per fronteggiarlo, incrociando le braccia al petto e aggrottando la fronte. Mancò poco che Eliott gli cascasse addosso. «Non è affatto divertente. Sai quanti casi di morte per epistassi sono state registrate in Francia negli ultimi cinquant'anni? Dieci, Eliott, dieci! Tutte avvenute dopo la prima crisi, quando le povere vittime pensavano che tutto si fosse risolto. Ora dimmi, sei così tranquillo da voler tornare a letto?»
Nella posizione in cui erano, li separava solamente una manciata di centimetri. I loro volti erano allineati e così anche i loro sguardi. Il sorriso divertito di Eliott piano piano scomparve, per lasciar spazio a un'espressione più intensa.
«Comprendo che il problema non sia da prende sotto gamba,» mormorò pacatamente, anche se era difficile stabilire se fosse l'ennesima presa in giro o se fosse serio. Man a mano che parlava, il suo volto si abbassò sempre di più, finché le sue labbra non furono a un soffio dall'orecchio sinistro di Lucas. «Ma mentre aspettiamo di vedere se sarai l'undicesimo sfortunato, potremmo-» e qui il suo tono divenne troppo basso perché qualcuno potesse udire il seguito della frase.
Gli occhi di Lucas rimasero fissi su un punto imprecisato del muro di piastrelle bianco sporco della parete del bagno anche dopo che Eliott tornò a fronteggiarlo. Pian piano, poi, incrociò le iridi chiare del suo ragazzo e, lettovi qualcosa che solo lui poteva cogliere, sospirò. «Okay, d'accordo, ma prova ancora a buttarmi giù dal letto e ti puoi scordare qualsiasi cosa fino alla prossima settimana.»
Eliott sorrise affettuosamente, poi intreccio le dita della mano destra con quella di Lucas e lo guidò verso la camera da letto, il più silenziosamente possibile per non svegliare tutti gli altri.
Quello che accadde dopo che la porta venne chiusa dietro le loro spalle, non è dato saperlo, ma Lucas si dimenticò molto presto delle dieci vittime, del sangue e tutto il resto.
O per meglio dire, se ne dimenticò per qualche ora...
---
«Ma porca p-»
«C-che succede?»
«Come che succede? Mi hai rubato le coperte un'altra volta e sono caduto dal letto un'altra volta.»
«Stai bene?»
«Sì, penso di s-»
Pausa.
«O no, no no no. Eliott accendi la luce. Oddio, no, non dirmi che questo è-»
Clik!
«È sangue. È sangue. Sto morendo. Oddio, Eliott, sto morendo. Lo sapevo che non dovevo tornare a letto.»
«Lucas, calmati. Vieni, andiamo in bagno, vedrai che andrà tutto b-»
«No, non ce la faccio. Io... penso di star... di star per sven-»
Bumb!
«Lucas?»
----------------------------- SPAZIO AUTRICE ---------------------------
Buonsalve.
Non so esattamente cosa sia questa cosa. L'ho scritta nel giro di un ora senza pensarci troppo. Sono tremendamente sicura che sia tutto molto OOC, sopratutto Lucas, ma tanté.
Questa in teoria dovrebbe essere una piccola raccolta di momenti casuali, istanti di vita qualsiasi, senza collegamenti con la trama e stanziati più o meno circa dopo la fine di questa stagione quando tutto si sarà sistemato si spera.
Okay, dunque, vista la mia più che rinomata fama nel non essere costante (mia colpa, miagrandissima colpa, ma di qualcosa bisognerà pur morire) non so se e quando pubblicherò altro, quindi per ora bisogna prendere questa cosa per quel che è cioè un'emerita cavolata.
Okay, addio, è stato molto bello <3
STAI LEGGENDO
Minuto [SKAM FRANCE]
FanfictionRaccolta di slice of moment casuali di Lucas ed Eliott. Nessuna pretesa. Minuto per minuto.