Prologo

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Quando racconti una storia, non sai quante reazioni potrebbero scaturire dal tuo racconto.

Gioia? Dolore? Malinconia? Ilarità? Dipende, comunque, dalla storia che racconti.

Se racconti una storia divertente, vorresti divertire i tuoi interlocutori.

Se racconti una storia triste, vorresti emozionarli, tenerli con il fiato sospeso.

Beh, è quello che pensano gli scrittori quando iniziano a scrivere un’opera.

Si chiedono “ma io che storia voglio raccontare? Sarà qualcosa di avvincente, straordinario, o qualcosa di divertente e comico? Riuscirò a tenere il lettore incollato al libro fino alla fine? Gli trasmetterò qualcosa?” e da queste domande nascono fuori veri capolavori. O almeno secondo me.

Quando decidi di scrivere una storia, hai paura di scrivere parecchie stupidate. Quante volte mi è successo! Se ci penso adesso, credo di aver scritto delle stronzate madornali, ma sono le classiche stupidate che scrivono le fangirls in un momento di estasi mistica, in quei rari momenti in cui il blocco dello scrittore ti lascia tregua. O ne scaturisce qualcosa di spettacolare o di totalmente stupido. O bianco o nero, non ci sono mezze misure. O è un successo o è un fiasco.

Ebbene, io ho sempre desiderato raccontare una storia.

Qualcosa che ti faccia ridere ma allo stesso tempo ti lasci col fiato sospeso, che ti diverta ma allo stesso tempo non sia squallida. E soprattutto che t’invogli a leggere il capitolo successivo. Fino alla fine.

E quindi vi racconto una storia, la mia storia.

Partiamo dall’inizio.

Ohayo, minna-san. Ciao a tutti, per chi non sapesse il giapponese.

In questa storia ne vedrete tante, di parole in giapponese.

Ebbene sì, sono un’Otaku. Appassionata di anime e manga giapponesi.

Non vi racconterò la solita fanfiction con i personaggi degli anime.

Questo non né un anime. Questa è vita vera.

Questa è la storia di una passione contrastata, di amicizie difficili, di amori contrastati. E forse anche qualcosa di più.

Questa è la storia di una ragazza che tenta di star meglio facendo la masochista.

Questa è la storia di come una ragazza come tanti. O forse no.

Questa è la mia storia.

E non sarò J.K. Rowling, ma il mio nome Natalia e non sono la classica Otaku.

Diario di un Otaku masochistaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora