Rimini, 15 agosto 2016: 10:32.
Erano passate due settimane dalla mia permanenza a Rimini e ne mancavano altre due prima di ritornare a casa.
Non ero ancora riuscita a farmi un amico, ero troppo timida per entrare a far parte del mondo altrui. Mi ero creata il mio e non riuscivo a cambiare.
I miei genitori cercavano di convincermi ad uscire e ad andare a caccia di amici, oppure loro stessi mi trascinavano fuori a fare gite, escursioni, o semplici passeggiate sul lungomare, ma con scarsi risultati. Ero ancora da sola, passavo le mattinate a prendere il sole in spiaggia e i pomeriggi nella hall dell'hotel a leggere libri di qualsiasi genere.
L'intera vacanza proseguí così, mi ritenevo troppo grande per passare l'estate con i miei, mi ero ritrovata a vivere nell'imbarazzo più totale ma ovviamente non potevo nascondermi nè da loro, nè dagli altri.Sdraiata sull'asciugamano, alle dieci del mattino, sotto il sole cocente, cercavo di estraniarmi da tutto e da tutti.
I bambini correvano e urlavano, gli adulti li ignoravano e i ragazzi un po' più grandi si divertivano ad andare in pedalò o a nuotare fino al largo.
Io non sopportavo tutto ciò, soprattutto i pargoli che non erano capaci di compiere un'azione senza fare rumore, ma avrei dovuto viverci per le seguenti due settimane.
Mi guardavo intorno e vedevo la vita, ma non la mia.
Mi sentivo sempre più sola e abbandonata a me stessa e Leo si faceva sentire sempre più sporadicamente, il che causò in me una chiusura ancora più forte.
Avrei dovuto trovare qualcosa per distrarmi e di cose, al mare, ce n'erano a quantitativi enormi. Ma non erano nei miei parametri.
Trascorsi la vacanza in questa maniera fino alla fine, eccetto l'ultimo giorno.
L'ultimo giorno riuscii ad intravedere la mia vita, qualcosa che finalmente stravolse tutto quanto.
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