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Mi ricordo perfettamente quella notte, la notte prima del mio primissimo giorno di superiori, ero certa di non essere pronta ad entrare in questo nuovo mondo ma questo era il futuro che la vita riservava per me. Dormii veramente poco, mi rigiravo e rigiravo nel letto tentando di trovare una posizione decente per addormentarmi ma o mi faceva male il braccio, o il collo, o la mano, o un piede oppure la testa e quindi ci rinuncia ad addormentarmi . Stetti sveglia fino alle 4 e utilizzai quelle ore per pensare alle mie avventure delle medie, ai miei amici che non avrei più rivisto per un motivo o per l'altro, direttamente alla struttura che mi ha ospitato in questi anni. La scuola media era una grande struttura con quattro cubi in Light Street 94 nella parte ovest di Londra, all'interno le grandi aule dove in autunno, in primavera e in estate morivi di caldo e d'inverno penso che non si prendevano nemmeno la briga di accendere i riscaldamenti per questo dovevi fare lezione con la giacca mentre congelavi. Dentro quei muri avevo passato moltissimi momenti dai più  imbarazzanti, più tristi, più belli, più felici. I pranzi prima delle ore sul mezzo giorno, i ritardi a ginnastica, quando arrivavano i supplenti e cambiavamo i nostri nomi per prenderli in giro, le urla esasperate dei docenti irritati a causa nostra, le verifiche dove mimavamo le soluzioni da parti opposte delle aule, i film visti quando i docenti erano assenti, potrei elencare moltissime altre cose che ho pensato durante quelle ore di insonnia.

La mattina quando suona la sveglia ho  gli occhi aperti già da circa un'oretta quindi si può dire che non faccio fatica a uscire dal letto. Il pavimento pur essendo solo settembre è già freddo, che palle, così con una corsetta assonate scendo al piano inferiore dove sul tavolo trovo la colazione in fase di preparazione e al tavolo c'è Louis, il mio fratellino di 7 anni, piccolo ma veramente furbo e divertente che scranocchia i suoi cereali. Mentre mia madre sta finendo di preparare i pancake insieme a Elias, il mio fratello maggiore, lui posso definirlo come capitano della squadra di calcio, figo (specifico: pettorali, pelle sempre abbronzata, alto, capelli biondi , occhi azzurri come il mare,..) , donnaiolo, diciamo il solito figone della scuola.
"Buongiorno tesoro? Come hai dormito?" solite domande mattutine di mia madre, una donna di successo, essendo capa della POW (PowerOfWoman) una società in cui si valorizzano le donne in tutte le loro forme, sono molto fiera di lei!
"Sono stata sveglia la metà della notte, però grazie a dio non sono stanca. Vedo che ci mettere ancora una attimo per la colazione quindi io vado a camb..." non faccio in tempo a fingere la frase che sono già con la faccia a terra grazie a Sbricciolo che mi ha fatto inciampare su di lui, ho un cane che proprio mi odia penso, mi mangia le scarpe, mi rompe i vesti, 6 mattine su 7 mi salta addosso mentre dormo beatamente, quel cucciolo di labrador nero mi porta all'esasperazione ogni santissimo giorno. Se si può dire ho iniziato molto molto bene questa giornata. Ironia ti prego portami via!
"Sorellina solo un consiglio a scuola ci sono diversi gradini... quindi vedi di non inciampare su tutti e anche cerca di non far figure di merda perché non ci sarò sempre io a pararti il culo!".
Che simpatico Elias a preoccuparsi per me ma riesco a cavarmela anche da sola quindi ribatto subito con un: "Ma che carino se così premuroso a pensare a me, grazie per l'avvertimento ma vedremo chi sarà il primo a cadere." Mi giro e sorrido compiaciuta della mia risposta e per la faccia che ha fatto lui, una specie di sguardo di sfida e uno che diceva chiaramente che non voleva perdere la sua reputazione a causa mia . Esco dalla cucina e mi ritiro in bagno dove ieri sera ho preparato i vestiti per oggi, jeans mom, maglietta di quelle corte di Zara e una cintura nera. Tolgo il mio bel pigiama e infilo gli altri vestiti lego i capelli in una coda alta. Ovviamente io sono l'unica della famiglia che ha i capelli del colore della corteccia di un faggio, abbastanza mossi ma non ancora abbastanza per essere definiti ricci e gli occhi color ambra. Ho ereditato i colori di mio padre che purtroppo o forse per fortuna non ho mai conosciuto bene essendo andato via quando avevo 3 anni con un altra donna. Che puttaniere (scusate per il mio linguaggio un po' volgare ma quando ci vuole ci vuole;) )
Lavo il viso con l'acqua tiepida, metto un po' di correttore sui brufoli e un filo di mascara per valorizzare gli occhi, non amo truccarmi molto visto che adoro riflettere la persona che sono pur avendo molte imperfezioni come del resto tutti. Finite le medie ho fatto una promessa con me stessa: non avrei più messo
alcuna maschera che avrebbe impedito di mostrare la vera me, la vera Harriet.

Spazio autrice:
vi rubo pochissimo tempo, volevo semplicemente dirvi scusatemi se ci sono degli errori e poi la storia la sto scrivendo un po' come hobby quindi se non ci sono aggiornamenti mi dispiace. Spero che la storia vi piaccia

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