Capitolo 2

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Mentre camminiamo verso il lido, non molto distante dalla discoteca, mi guardo intorno attentamente, come sono solita fare. Tutto è ancora immobile, come se la città intera non si sia ancora svegliata dal suo sonno. Solo qualche macchina sfreccia leggera sull'asfalto e le serracinesche dei primi bar vengono alzate. Io, Joel, Richard e il resto dei nostri amici ci accomodiamo sulla spiaggia umida dopo esserci tolti le scarpe, nessuno di noi proferisce parola, nelle mie orecchie risuona ancora insistente un fischio, a causa dell'alto volume della musica. I miei occhi si posano inizialmente su Erick, il più giovane della nostra compagnia, analizzo il suo viso mentre egli, con uno sguardo perso, fissa il sole nascente all'orizzonte. Ha un naso piccolo e poco pronunciato, le sopracciglia e i capelli nero corvino e le labbra sottili. Tiene stretta nella sua mano destra la sinistra di Rose mentre quest'ultima appoggia la sua testa sulla sua spalla. I due stanno insieme da ormai due anni, e nonostante non siano poche le difficoltà alle quali sono dovuti andare incontro sono più forti che mai, hanno quel tipo di relazione in cui nulla non traspare, ognuno sa tutto dell'altro. Alla mia sinistra Mada è sdraiata con la testa appoggiata sulle cosce di John. La prima è il prototipo di ragazza che tutti desidererebbero avere: apparte la sua indescrivibile bellezza, caratterizzata da una folta e lunga chioma di capelli lisci, biondi e da un paio di occhi penetranti verde scuro; qualsiasi cosa nella quale si cimenti, le riesce sempre al meglio,  anche senza un minimo sforzo. Cosa che fino a non molto tempo fa trovavo irritante. John invece è impacciato e solare, il classico ragazzo che strappa un sorriso a chiunque si trovi accanto a lui. Non sono fidanzati, in realtà nessuno di noi è mai riuscito a capire che cosa siano, probabilmente nemmeno loro lo sanno, ma preferiscono continuare così, senza darsi una definizione. Infine, a qualche passo dai miei piedi si trovano le teste di Joel e Richard: il primo ha gli occhi chiusi e tiene un cappello di paglia chiara tra le dita intrecciate è una gamba piegata, mentre il secondo sembra essersi addormentato, sdraiato a pancia in giù con gli avambracci incrociati sotto la guancia destra. Mi raccolgo a uovo, appoggio il mento sulle ginocchia e socchiudo gli occhi, risentendo all'improvviso di una pesante stanchezza. Passiamo, immobili in queste posizioni, quasi 10 minuti. Non faccio in tempo a riaprire gli occhi che due grosse mani mi afferrano i fianchi e mi sento sollevare: John e Richard stanno correndo verso la riva con me in braccio, cerco di liberarmi ridendo ma tutt'un tratto non vedo più niente e l'acqua marina mi riempie la bocca. Risalgo in superficie per vedere Rose che schiaffeggia scherzosamente Joel mentre John, Richard e Erick si schizzano l'acqua addosso. Mada arriva poco dopo con una palla da volley tra le mani e propone una partita in acqua, che tutti accogliamo con gioia.
Dopo aver trascorso insieme qualche ora ci congediamo tutti per dirigerci verso le rispettive case. La mia, che condivido con Mada e Rose, si trova a circa due isolati dalla spiaggia, e abbastanza vicina al centro. Le mie amiche propongono di passare per un supermercato vicino, per fare la spesa, ma declino con gentilezza e decido di tornare a casa per fare una doccia e prepararmi, anche se controvoglia, per un nuovo giorno di lavoro.
Appena metto piede nella via, non posso non notare una moto nera con delle stampe colorate sui lati, parcheggiata giusto davanti al nostro cancello. Mi avvicino, ipotizzando le cause per le quali essa possa trovarsi li: magari qualche ospite, venuto in visita ha sbagliato casa, o si tratta di un regalo. Cerco, disperatamente, di trovare ulteriori motivi anche quando, quello per cui una Guzzi Nevada 150 nera si trova davanti al mio giardino, mi è più che chiaro: seduto, dietro il mezzo vi é anche il suo guidatore.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Mar 12, 2019 ⏰

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