Il rumore delle dita sulla tastiera era l'unico suono udibile all'interno dell'abitazione di Benjamin, che seduto su una comoda sedia girevole stava lavorando da ore mantenendo lo sguardo fisso sul monitor. Sulla grande scrivania bianca che copriva buona parte della parete del salotto c'erano una tazza di the fumante e un plico di fogli stampati che il moro aveva letto diverse volte. Amava il suo lavoro, fare il traduttore gli aveva permesso di unire alcune delle sue passioni più grandi: le lingue, la lettura e la scrittura.
In quel momento stava traducendo un libro scritto da un autore spagnolo con il quale scambiava periodicamente email. L'uomo pretendeva aggiornamenti continui sulla traduzione e Benjamin era infastidito da quelle richieste pressanti e fuori luogo. Nonostante i suoi viaggi e le sue avventure, aveva sempre rispettato le scadenze che aveva concordato con gli autori. Il lavoro era più importante del suo umore, non poteva perderlo soprattutto perché sapeva di essere stato molto fortunato ad averlo trovato dopo aver lasciato quello precedente. Gli dispiaceva averlo fatto ma continuare a lavorare con l'uomo che gli aveva rovinato la vita sarebbe stato impossibile e Benjamin non ci aveva pensato neanche un secondo, aveva preparato il foglio delle dimissioni e dopo aver infilato velocemente alcuni vestiti nelle sue valigie era salito sul primo volo disponibile: Berlino.
Nella città tedesca il moro era riuscito a piangere per la prima volta da quando aveva scoperto di essere stato tradito nel peggior modo possibile. Si era trattenuto fino a quel momento, voleva dimostrarsi forte ma era crollato. Camminava tra le vie del centro storico della capitale tedesca lasciando che la pioggia si mescolasse alle sue lacrime, bagnandogli le guance arrossate dal freddo. Un turista francese lo aveva fermato per chiedergli se avesse bisogno di aiuto ma Benjamin aveva scosso la testa, continuando a camminare mischiandosi tra la folla. Era un ragazzo come tanti ma il suo cuore era a pezzi.
Dopo qualche giorno trascorso a Berlino, il moro era volato a Francoforte, Monaco, Praga, Cracovia e in ogni luogo aveva lasciato una parte di sé. Nessuno lo conosceva, nessuno faceva domande ed era ciò di cui lui aveva bisogno, voleva passare inosservato. Preferiva stare da solo e perdersi tra le strade di città sconosciute, fingendo di essere un semplice turista italiano che amava viaggiare.
A Modena, tra due braccia possenti e in due occhi verdi, credeva di aver trovato la sua casa ma si sbagliava e quella stessa casa era crollata in macerie. Benjamin aveva perso tutto nell'esatto momento in cui aveva visto l'uomo che amava fare sesso con il suo migliore amico, nel loro letto.
Il moro ricordava i loro sguardi confusi puntati nella sua direzione e le loro parole.
"Possiamo spiegare, Ben", aveva detto Lucas cercando di coprirsi. Era il suo migliore amico, si conoscevano da quando entrambi erano bambini di appena due anni ed erano letteralmente cresciuti insieme. Le loro case erano una accanto all'altra, le loro mamme erano colleghe e Benjamin si fidava ciecamente di lui.
"Non è come sembra", si era difeso l'uomo che avrebbe dovuto sposare. Edoardo: occhi verdi, capelli corvini e un sorriso che aveva conquistato Benjamin dal primo istante. Otto anni di relazione si erano distrutti in un battito di ciglia. Il moro aveva al dito l'anello di fidanzamento che l'altro gli aveva regalato e i preparativi per il matrimonio erano già iniziati, quel giorno era tornato prima dal lavoro per comunicare al suo fidanzato di aver preso l'appuntamento per visitare una delle location che avevano selezionato ma quando aveva aperto la porta, il mondo gli era crollato sulle spalle. Benjamin non era riuscito a proferire parola, i suoi occhi si erano riempiti di lacrime e il cuore era andato in pezzi, le uniche due persone di cui era riuscito a fidarsi lo avevano tradito e deluso, distruggendo tutto ciò che avevano costruito fino a quel momento.
Edoardo e Lucas avevano provato a scusarsi e recuperare i rapporti con il moro ma quest'ultimo era sparito senza lasciare traccia. Non voleva più vederli, né sentire le loro patetiche scuse. Aveva perso tutto: amore, lavoro, casa. I suoi progetti per il futuro si erano infranti come bicchieri di vetro sul pavimento e i suoi sogni apparivano insensati.
Benjamin si sentiva svuotato e decise che non avrebbe permesso ad altre persone di rovinare la sua vita. Da quel giorno aveva chiuso a chiave i suoi sentimenti e si era ripromesso di non affezionarsi più a niente e nessuno per evitare di soffrire ancora. Era tornato ad essere il ragazzino diffidente che era stato anni prima, come poteva fidarsi di qualcuno se le persone più importanti della sua vita lo avevano tradito?
Come poteva amare se l'amore lo aveva distrutto?Benjamin continuava a tradurre quel libro dalla trama semplice ma intrigante, cercando le parole adatte per descrivere al meglio ogni scena. La vibrazione del cellulare appoggiato sulla scrivania interruppe il flusso dei pensieri e il suo lavoro. Aveva cambiato numero, dando quello nuovo solo ai clienti.
«Buongiorno Sebastian», rispose.
«Ciao Benjamin!», replicò l'altro. «Come procede con la traduzione del libro spagnolo? Te lo chiedo perché se sei disponibile, vorrei proporti un nuovo romanzo da tradurre», spiegò l'uomo che si occupava di gestire i contatti tra il moro e gli autori che richiedevano traduzioni.
Benjamin si passò una mano tra i capelli e controllò velocemente il plico che aveva accanto a sé.
«Sono a buon punto, mancano un paio di capitoli e poi voglio ricontrollare tutto dall'inizio. In che lingua è il libro che vuoi propormi?», si informò sperando che non fosse in tedesco.
«È in inglese Ben, non preoccuparti», rispose l'altro. «Entro sera ti invio la trama e i recapiti dell'autore così puoi parlare con lui. Vorrei poter parlare un po' ma purtroppo devo scappare, buon lavoro», concluse senza dargli il tempo di replicare. Il moro adagiò il suo Iphone nero sul tavolo e si alzò per sgranchirsi le gambe.
L'orologio appeso alla parete attirò il suo sguardo e si accorse di essere rimasto davanti al computer per cinque ore senza fare pause, così decise di uscire in giardino a prendere una boccata d'aria fresca. Inspirò a pieni polmoni e osservò il cielo terso e azzurro.
Azzurro come gli occhi dello sconosciuto. Benjamin non era riuscito a togliersi dalla testa quello sguardo così profondo.
Era trascorsa quasi una settimana da quell'incontro ed entrambi avevano continuato le loro vite senza però dimenticare ciò che era successo in quella fredda mattinata.
Il moro rientrò in casa e si vestì indossando abiti pesanti, approfittando della bella giornata per fare due passi nel suo quartiere e scattare qualche foto.
La neve si era sciolta e un timido sole creava giochi di luci e ombre sul marciapiedi deserto, l'atmosfera era tranquilla come sempre e il moro lasciò che quella tranquillità lo contagiasse.
Quando l'ennesima notifica attirò la sua attenzione, Benjamin la lesse abbassando lo sguardo sullo schermo e prima che potesse accorgersene qualcosa, o meglio qualcuno, colpì la sua spalla destra facendolo sobbalzare.
«I'm sorry!», sentì dire dal ragazzo che lo aveva colpito e non fece in tempo ad alzare gli occhi che l'altro parlò di nuovo. «Io ti conosco!», esclamò in italiano e il moro non riusciva a crederci: era il ragazzo del bar e i suoi occhi erano belli come li ricordava.

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Your love lights up my life | Fenji
FanfictionBenjamin ha perso tutto e si trasferisce in Norvegia per ricominciare. In lui non c'è più traccia di quel ragazzo radioso e felice che sorrideva alla vita, non ha aspettative ma una sola certezza: non vuole più aprire il suo cuore a nessuno. Il des...