1. Immagina di essere alle Maldive!🌹

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<<Che palle! È possibile che ogni anno sia sempre la stessa storia? Che sfigata che sono!>>
Bene, nessuno mi ascolta.
Come sempre, la mia opinione non conta.
Incrocio le braccia e sbuffo più forte che posso per attirare l'attenzione.
Mia madre continua a sfogliare una stupida rivista di gossip.
Solo io ho una madre che compra ancora riviste?
Mia sorella continua a chattare.
Credo che un giorno le si seccherano i bulbi oculari per la quantità di ore che passa con il cellulare.
Mio padre continua a guidare senza togliere gli occhi dalla strada e stringe le mani sul volante.
Sembra una mummia con le mani incollate sullo sterzo.
Ha una vena sul collo che pulsa.
Ehm... Inquietante.
Forse si sta alterando.
Devo smettere di pensare certe stupidaggini, ma il caldo e il nervoso me lo impediscono.
<<Federica è andata a Parigi, Alessia a New Orleans, Veronica al Quebec... Ed io, invece? Sarò costretta a passare tre mesi della mia insulsa vita in un paesino sperduto che nessuno caga, impensabile per andare in vacanza, nella campagna di merda di mia nonna!>>
Solo io ho dei genitori noiosissimi?
Solo io passerò le vacanze in una campagna?
Che razza di mèta è?
<<Cosa dirò alle mie amiche quando mi chiederanno come sono andate le vacanze? Mmh, fatemi pensare... ''Sono stata in mezzo alle mucche e al fango. Passavo le giornate a uccidere zanzare e andavo alle processioni insieme alle amichette di mia nonna. Divertente, vero?''>>, continuo la mia lamentela.
<<Deborah, adesso mi hai stancata! Le tue chiacchiere sono insulse e soprattutto infinite. Quest'anno potrebbe essere l'ultimo anno di vita di tua nonna e passaremo del tempo con lei tutta l'estate. Quindi, che ti piaccia o no, ti tocca>>, mi ammonisce mia madre leggermente arrabbiata.
"Leggermente".
<<Ma è da quando sono nata che facciamo vacanze stupide!>>
È da esattamente diciotto anni che in estate andiamo qualche giorno al mare, oppure facciamo qualche scampagnata, o il campeggio...
Mio Dio, quanto odio il campeggio!
Mai niente di interessante.
Fortunate le mie amiche.
I loro genitori le portano ovunque.
Ah, giusto, il decimo comandamento dice che non bisogna desiderare la roba degli altri.
Ma in questo caso (nonna, mi dispiace deluderti per quello che sto dicendo), vorrei tanto avere una super mega vacanza come quella delle mie amiche.
<<Non dire così, Debbie. L'ultima volta che abbiamo passato l'estate dalla nonna ti sei divertita.>>
Odio quando mi chiama Debbie.
Mia madre ha origini americane.
Non capisco perché lì tutti hanno nomi fighi, ma li storpiano sempre.
<<Mamma, avevo quattro anni. Non mi ricordo proprio niente.>>
<<Io avevo tre anni e mi ricordo che avevi trovato un amichetto e stavate sempre attaccati>>, si intromette mia sorella.
Finalmente ha tolto gli occhi dal telefono.
Che generazione!
<<Cazzo, Marti, allora da piccola rimorchiavo a differenza d'ora.>>
<<Deborah, modera il linguaggio>>, mi rimprovera mia madre.
Cavolo, oggi sto ricevendo più rimproveri di quando avevo quattro anni.
<<Non avreste potuto lasciarmi a casa?>>
<<Tre mesi a casa da sola? Senza incendiare o allagare la casa? Ma se non sai nemmeno accendere la lavatrice.>>
Questo è fottutamente vero.
Ma sarebbe stato meglio che vivere tre mesi in una campagna piena di mosche, zanzare, puzza...
Oh mio Dio, non ci voglio pensare, sennò vomito.
<<Vuol dire che mi lamenterò senza sosta per i prossimi tre mesi.>>
<<Caro, dille qualcosa>> dice mia madre rivolta verso mio padre.
Credo proprio che quella vena gli scoppierà.
Mio padre frena di scatto ed io vado a finire addosso a mia sorella.
Dannazione.
La vena scoppierà tra tre... due... uno...
BOOM!
Al riparo, ciurma!
<<ALLORA, DEBORAH, SE NON LA SMETTI, TI LASCIO A PIEDI PROPRIO QUI>> urla leggermente arrabbiato.
''Leggermente''.
<<Pff, non lo faresti>> rispondo con tono di sfida.
Oh, no.
È più rosso del grembiule natalizio di mia nonna.
Scende dalla macchina, apre la portiera e mi caccia fuori dall'auto.
Non ci credo, l'ha fatto sul serio.
Osservo la macchina camminare lentamente.
Mio padre e i suoi trucchetti...
<<E va bene!>> urlo. <<Prometto che da questo momento in poi starò zitta.>>
Si ferma.
Corro ed entro nell'auto.
Sono una pozza d'acqua e i miei capelli fanno schifo.
I miei genitori sorridono e si danno il cinque.
Sono senza parole.
Che problemi hanno?
Non è divertente!

<<Ed eccoci qua!>> esclama mio padre con fin troppo entusiasmo.
<<Ma che merda di posto è? Il villaggio di Shrek in confronto è una miniera d'oro. Ecco perché non mi ricordo niente di questo paesino. Perché fa CAGARE>> dico, dimenticandomi della promessa fatta pochi minuti prima. <<Per favore, cari mammina e papino, ditemi che non è questo il posto in cui passerò l'estate.>>
<<DEBORAH!>> urlano i miei.
<<Non ti preoccupare, sorellina, magari troverai un bel tipo.>>
<<Macché! Qui ci sono più mucche che persone>> rispondo.
<<Non voglio sentire parlare di ragazzi>>, si intromette mio padre.
Sempre il solito geloso...

Scendiamo dall'auto ed io cammino a passo lento.
Mooolto lento.
Che puzza di mucche.
Che caldo.
Che merda.
A proposito di merda... Ne ho pestata una.
<<Porca putt...>>
<<Deborah, sbrigati con quella valigia!>> urla mia madre.
<<Ho pestato una...>>
<<DEBORAH!>>
Sbuffo.
Perché proprio a me?
Le mie bellissime scarpe!

<<Giacomina, quanto tempo!>>
Mi abbraccia mia nonna.
E adesso, chi cazzo è Giacomina?
<<Nonna, non so chi sia Giacomina, ma il mio nome è Deborah. Deeeboooraaah!>>
Non sapevo nemmeno che esistesse questo nome.
Ma dove sono finita?
Nel paese degli orchi?
Mai una volta che mi chiama con il mio nome.
Ha solo due nipoti femmine: io e mia sorella.
Non è mica difficile ricordarsi due nomi!
<<Certo, Stefania... Entra.>>
Sbuffo.
Ci rinuncio.
Quante volte ho sbuffato oggi?
E questo è solo l'inizio.
Creo troppa energia negativa, me ne rendo conto.
Forse se provassi ad essere positiva, le cose andranno bene.
<<Nonno!>>, lo saluto.
<<Martina, che piacere vederti!>>
<<Nonno, Martina è mia sorella. Io sono Deborah.>>
<<Oh, scusami, Giacomina.>>
Uffa, vorrei sapere chi sia questa maledetta Giacomina.
<<Hai una brutta cera, tesoro.>>
Come non detto.
È impossibile essere positiva.
<<Grazie al cazzo!>>
Mio padre mi tappa la bocca.
<<È solo stanca per il viaggio.>>
Sì, certo, papà.
Perché non dici al nonno che mi hai minacciata di lasciarmi sul ciglio della strada e costretta a venire in questa topaia?

<<Allora, Martina, questa è la vostra camera>> dice mia nonna, spingendo leggermente mia sorella nella stanza.
Perché il suo nome lo ricorda e il mio no?
Che ingiustizia!
Trascino la mia valigia che pesa un quintale nella nostra camera.
Cavoli, non mi ricordavo per niente questa stanza.
Entrando, capisco il perché.
È orrenda.
Certo, non potevo mica aspettarmi una camera con una vasca idromassaggio, ma questa è proprio orribile.
Ma dove siamo?
Nella casa dell'Uomo di Neanderthal?
Mi siedo sul letto e osservo i miei piedi nudi, sconsolata.
Le scarpe le ho buttate, ovviamente.
Meglio che mi stenda, perché mi sta per venire un attacco di panico.
Forse sono io troppo esagerata?
<<Marti, com'è il tuo letto?>>
<<Ehm... Duro. Il tuo?>>
<<Una roccia credo che sia più comoda.>>
Non so proprio come farò ad abituarmi.
<<Marti?>>
<<Cosa c'è, Deb?>>
<<Posso piangere sulla tua spalla?>>
<<Uhm... Okay.>>
Mi siedo accanto a lei.
Mi lacrimano gli occhi.
<<Deb, stai piangendo sul serio?>>
Mi asciugo gli occhi.
<<Sono allergica al fieno, ricordi?>>
Questo posto è pieno di balle di fieno.
Dannazione.
Appoggio la testa sulla sua spalla e mi accarezza la schiena.
<<Immagina di essere alle Maldive! Ti passerà tutto.>>
A volte Martina sembra mia sorella maggiore, anche se è più piccola di me.
<<Ci provo.>>
Provo ad immaginare spiagge, piscine, vasche idromassaggio, ragazzi fighi, mucche, galli...
Dio, no.
Cosa c'entrano le mucche?
Cosa c'entrano i galli?
<<No, non ci riesco.>> Sospiro. <<Ho un'idea!>> urlo.
<<Quale sarebbe?>>
<<Ci affittiamo un hotel?>>
<<E con quali soldi? Ci possiamo permettere solo di dormire su un marciapiede.>>
<<Giusto.>>
Aspetta...
Il marciapiede non sarebbe una brutta idea.
No?

Come va?
Spero bene.
Mi auguro che questo capitolo vi sia piaciuto e che il resto della storia vi piacerà.
Avrei voluto scrivere una storia seria, ma non ci sono riuscita.
Credo di avere il trash nel sangue.
Alla prossima.
-M.

Niente male questa vacanza! - IramaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora