L'unico motivo per cui non stavo sbraitando contro mia madre era la voglia di non peggiorare la situazione.
Non avevo voglia di ascoltare i suoi discorsi e sproloqui su quanto mia sorella e mio fratello fossero diversi da me. Per diversi, ovviamente, intendo migliori. Migliori in tutto: a scuola, con le conoscenze, i fidanzati, nello sport, nella vita. Io ero tipo il rifiuto della società che non si inculava nessuno, che simpatici .
Non sopportavo l'idea di dipendere da quell'oca giuliva di mia madre, ma comunque meglio di vivere in un posto sperduto in una campagna disabitata del Cheshire con mio padre, o almeno così credevo. Anche perché mio padre non lo conoscevo affatto. Era come un ombra nella mia vita, compariva per dare a mia madre (cospicue) somme di denaro ogni mese, per farsi fare una sfuriata e andarsene.
I miei genitori hanno divorziato quindici anni fa. Io avevo soltanto due anni, mentre i miei due fratelli hanno un altro padre.
Esatto, posso affermare di non essere del tutto sorella a quei due cerebrolesi.
-Tu te ne vai da tuo padre, se vuoi continuare a comportarti cos.-
Disse fredda Mariah mentre mi fissava con aria di disgusto. Lì non resistetti, non ce la feci a rimanere calma.
-Oh mi dispiace tanto, davvero, se non sono come quei due coglioni che ti tieni sempre stretti e che non hanno la più pallida idea di cosa significhi vivere fuori casa, scusami se sono l'unico ricordo che ti lega al tuo primo marito e scusami se sono fiera di non voler appartenere a questo schifo di famiglia, che tutto è tranne che unita!-
Urlai, non poteva trattarmi in quel modo dopo tutto quello che aveva fatto alla famiglia che avrei dovuto avere.
-Ora dammi quell'indirizzo, così sparisco dalla tua vita.-
Salii le scale col telefono e il foglietto con l'indirizzo tra le mani.
La mia vita doveva cambiare.
-Dove la porto signorina?- l'uomo che guidava il taxi mi sorrise e io a mia volta feci lo stesso. Gli diedi il foglietto con l'indirizzo, per poi sprofondare con le cuffie nelle orecchie nel fantastico mondo dei social network, dove se scorrevi la tua home e ripetevi 'troia' dieci volte, nove le avevi indovinate.
-Siamo arrivati Miss- la voce dell'uomo mi riportò alla realtà, pagai e scesi dal taxi ringraziando il signore per la cordialità e per i modi gentili. Mi guardai intorno e respirai un po' l'aria fredda, facendo raggelare il sangue nelle mie vene.
La villa davanti a me era enorme, con un bellissimo giardino illuminato da innumerevoli lampioni. Tutt'intorno cosa c'era? Nulla. Nemmeno una casa, sperai che fosse un effetto della sera e del buio, ma soprattutto della stanchezza, speravo ci fosse un po' di vita in mezzo al nulla.
Suonai al campanello e il cancello si aprì. Mia madre doveva averli avvertiti.
Arrivata al portone principale bussai e davanti a me si materializzò un ragazzo che doveva avere due o tre anni in più a me.
-Chi sei tu?- fece con tono superiore e una faccia schifata; non feci in tempo a rispondere che giunse un uomo dietro di lui che mi precedette:
-Lei è tua sorella Stephanie- poi si voltò a guardare me e disse: -Mentre lui, è tuo fratello Harry.-
I suoi occhi verdi incontrarono i miei ed evidentemente le fiamme che stava lanciando non mi facevano niente. Non avevo paura di giocare col fuoco.
Ruppi il contatto visivo e mi voltai verso mio padre: -Piacere di conoscerla signor Styles, vuole sapere perché sono entrata come un'infiltrata in casa sua alla ricerca di diritto di asilo? No, non vivo in un paese dove c'è la guerra, ma vivo in una casa con gente di merda e preferisco vivere in una campagna persa nel Cheshire che con quella troia e mi conceda l'eufemismo, che lei si era sposato. Posso restare qui?-
Sul viso di quello che era mio padre spuntò un enorme sorriso, poi allargò le braccia e mi fece segno di buttarmici dentro. Non mi ero mai sentita più a casa mia di allora e davvero, non volevo uscirne.
SPAZIO A MEEEE, allora so che è molto, molto, moltissimo breve però ok.
È solo l'inizio, se a qualcuno piacerà la continuerò, promised.
♥Loveyaall.
/Ale