Capitolo cinque.

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Capitolo Cinque.

Oggi è un giorno perfetto per volare, oggi è un giorno perfetto per non morire 

perché una rosa è una rosa,

è una rosa anche se c'è da camminare e la strada non è in discesa 

una rosa è una rosa, diversamente non si può chiamare.

F. De Gregori”

*http://www.youtube.com/watch?v=qQkBeOisNM0

-Harry..com’è la tua?- dissi incerta tenendo tra le mani l’orrenda divisa del college.

Era terrificante, orrenda, oscena, orribile, dh.

-Bella come la tua.- rispose sarcastico.

Mocassini neri, gonna a metà coscia grigia e nera ed una camicia bianca, con un maglioncino opzionale, se avevi freddo.

Dovevamo andare a scuola oppure dovevamo fare le porno star?

L’avrei chiesto a quel coglione del preside giusto per rinfacciargli il suo pessimo gusto.

-Provatela- disse Harry scoppiando a ridere guardando la mia faccia sconcertata; gli feci una linguaccia e andai in bagno.

Indossai quella divisa ridicola e uscii.

Legai in un nodino i lembi della camicia, troppo lunga che non avevo voglia di infilare dentro.

-Ti sta bene, dai. Pensa a me che dovrò indossare ogni giorno un completo che sembra da matrimonio- Disse lui rassegnato.

 In effetti i pantaloni grigi, la camicia bianca e la giacca facevano tanto matrimonio. Ebbi un lampo di genio.

Aprii la mia valigia e cacciai fuori la mia bandana nera, la legai nei capelli facendo un nodino al lato, poi i miei infiniti bracciali neri, ed infine mi girai verso Harry:

-Se vuoi ho una bandana nera anche per te, o magari grigia.- Gliela lanciai e se la mise tra i capelli ricci, scoppiò a ridere. Era davvero bello mentre rideva, non è descrivibile a parole.

Come si può descrivere una risata che scoppia all’improvviso? Come si può descrivere il movimento compiono i lembi delle sue labbra e i suoi zigomi? Come si spiega l’apparizione di quelle fossette? Non si puo’ spiegare, ecco cosa.

È inspiegabilmente perfetto.

Scacciai dalla mia mente quei pensiero e tirai fuori da una busta per lettere il regolamento di noi studenti.

“-Non si può uscire senza un permesso firmato dal preside J.R.T.

-La colazione inizia alle 7:35 e termina alle 8:35.

-Le lezioni della mattina cominciano alle ore 8:45 e terminano alle ore 12:45.

-Il pranzo comincia alle ore 13 e termina alle 14.

-Le lezioni pomeridiane cambiano a seconda della classe.

-La cena comincia alle ore 20.

-Il coprifuoco scatta alle 23.

-Non si accettano atti vandalici, ritardi, assenze non giustificate e mancanza di rispetto nei confronti dell’istituzione scolastica e delle regole da essa istituite.

Auguriamo a tutti gli studenti un ennesimo buon anno, all’insegna dei buoni risultati.

Distinti saluti,

il preside John Robert Trevor.”

Presi a fare in mille piccoli pezzi quel foglio di carta e buttai quei coriandolini nell’immondizia.

-Harry, sono le otto meno venti, visto che non si accettano ritardi, ci conviene avviarci per trovare la sala.-

Un cenno con la testa e ci avviammo giù per il lungo corridoio.

-Allora Harry..hai deciso di non odiarmi alla fine?-

-Non ne sarei tanto convinta- disse e poi velocizzò il passo lasciandomi come una cretina. Non avevo nemmeno seguito il tragitto percorso, così decisi di bussare ad una porta e tentare la fortuna.

La numero centoun. Mi piaceva come numero, ma sorvoliamo.

Bussai e da dentro qualcuno gridò di rimando:

-ARRIVOOO!-

Mi aprì un ragazzo alto, moro e con gli occhi scuri.

Mi sorrise.

-Ciao bella, serve qualcosa?-

-Un passaggio verso la caffetteria, sono nuova qui- cercai di sembrare gentile e meno disperata possibile.

-Un passaggio eh? Ti prendo alla lettera- sorrise ancora di più e mi prese a ‘sposa’ senza alcun preavviso, tirò la porta dietro di sé chiudendola poi sussurrò al mio orecchio:

“Piacere, Zayn, Zayn Malik.”

-Stephanie- soffiai dietro al suo lobo e vidi i brividi crescergli nella piccola parte di pelle visibile dalla camicia della divisa.

Poi sorrisi compiaciuta per la sua reazione.

Mi strinse più forte ed io mi lasciai cadere con la testa sulla sua spalla.

Entrammo in caffetteria e mille sguardi si puntarono su me e Zayn, ma lui se ne fregò e mi portò fino ad una sedia, mi ci lasciò sopra e andò a prendere da mangiare per entrambi. Degli occhi allibiti erano ancora puntati su di me, ma io ero troppo occupata a contemplare la bellezza di Zayn.

Quel ragazzo era libidine allo stato puro.

So che questo capitolo è la merda, però non avevo per niente ispirazione e dovevo aggiornare sorreh.

Ve se ama sempre.

*esce fuori di scena ballando*

/Ale

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