C'era quasi–pensò–non appena il liquido in quella bottiglietta fosse diventato argenteo sarebbe stato pronto. Aveva aspettato ventuno anni, tutta la sua intera esistenza si concentrava in quel cambio di colore dal giallo ocra all'argento puro. Non sapeva se si sentisse più eccitato o preoccupato per ciò che sperava sarebbe successo di lì a poco. Tutto ciò che sapeva è che se il suo piano avesse funzionato la vita di molte persone innocenti e, forse anche la sua, sarebbero state salvate. Ventuno anni erano passati da quel fatidico giorno e non aveva mai smesso di sentirsi in colpa neanche per un minuto, avrebbe dovuto fare qualcosa, anche a costo di andare contro il ragazzo che amava e che, ancora dopo tanti anni, non ha mai smesso di amare, e invece era rimasto fermo ad aspettare e aveva lasciato che il destino facesse il suo corso, non ci aveva neanche provato a fare qualcosa e il senso di colpa lo stava piano piano nel tempo logorando. Quel giorno, seppur ormai naufragato nei suoi ricordi, se lo ricorda benissimo, era tornato a casa e mentre passava davanti la cucina aveva sentito la televisione accesa e quando stava per spengerla aveva visto al telegiornale la foto del ragazzo e la notizia che il recente attentato, che aveva mietuto 384 morti con 26 feriti gravi, era avvenuto per colpa sua; in quel momento aveva sentito il suo cuore fermarsi e in seguito, alla notizia dell'arresto e della condanna all'ergastolo del ragazzo, l'aveva sentito rompersi in mille pezzi.
Perso nei suoi ricordi si era a malapena reso conto del tempo che passava, ormai era rimasto solo in laboratorio, infatti si dedica a questo siero solo quando tutti gli altri che lavorano nel suo stesso reparto, il numero 4, se ne vanno, eccetto per le guardie che ovviamente pattugliano tutto l'edificio giorno e notte sette giorni su sette. A proposito delle guardie, si stava giusto chiedendo dove fosse finito il loro Capo, non che suo migliore amico dall'età di quattro anni quando era stato adottato trasferendosi nella casa di fronte quella dell'uomo, che questo spalancò la doppia porta del laboratorio con una faccia allarmata e col fiatone.
"Che succede?"
"Mattia, spero che qualunque pozione magica tu stia producendo da ventuno anni sia riuscita oggi perché non abbiamo più neanche un minuto di tempo."
"Che vuol dire Pier? Che stai dicendo??"
"Lo sanno, sanno tutto abbiamo pochissimo tempo prendi quel siero e andiamo nel reparto 3 prima che lo chiudano."
Sono totalmente pietrificato, l'unica cosa che mi viene d'istinto fare è lanciare un occhiata fugace a quella bottiglietta, da quelle gocce, ne valeva la mia vita e non solo.
Il siero, da me soprannominato K-CBX, è di un colore argentato brillante.
Forse c'è ancora una possibilità.
Prendo al volo una penna e un etichetta di quelle che si attaccano alle provette scrivendo velocemente il nome del siero 'K-CBX' e un'istruzione molto molto basilare sperando che il destinatario capisca nonostante, a causa del poco tempo disponibile, abbia scritto letteralmente un paio di parole chiave. Rapidamente attacco l'etichetta al contagocce. Il tempo scorre e Pier che lo guarda dalla porta e lo incita a sbrigarsi non fa altro che mettergli sempre più ansia e pressione.
Stavano correndo a perdifiato in tutto l'istituto per raggiungere l'ala 2 del terzo reparto il più in fretta possibile, quest'ala è la più sicura di tutto l'edificio anzi, probabilmente di tutta la nazione.
Cosa c'è nell'ala 2? La prima macchina effettivamente funzionante per il viaggio nel tempo. Ovviamente è ancora solo in fase sperimentale ma non possiamo aspettare che venga calibrata e messa sul mercato globale. In realtà l'utilizzo di quest'ultima è autorizzato solo a coloro che la stanno aggiustando per fare in modo che diventi sicura e che il tempo di permanenza nel passato passi dagli attuali 5 minuti a un tempo bene o male illimitato. Per di più stanno cercando di trovare un modo per far sì che, quando la notizia della sua esistenza sarà lanciata globalmente e venduta sul mercato, chi la utilizza non possa fare tutto ciò che vuole sconvolgendo l'intera storia dell'umanità, bensì, ciò che sarà consentito di fare sarà strettamente limitato arrivando addirittura a impedire lo svolgimento di qualsiasi azione, quasi come fantasmi, senza poter interagire con gli eventi.
"Lasciateci entrare." il tono autorevole con il quale Pier parlò alle sei guardie speciali che si trovavano davanti la porta fece venire a Mattia la pelle d'oca, nonostante Pier fosse per lui un fratello quando parlava in quel modo provava una strana sensazione di paura.
I sei uomini si guardarono spaesati e straniti dall'ordine di Pier, nonostante ciò se ne andarono anche se solo dopo aver indugiato abbastanza a lungo affinché quest'ultimo li richiamasse minacciando di fare rapporto per insubordinazione.
Rimasti soli, neanche il tempo di scambiarci una parola che la sirena dell'edificio inizia a suonare richiamando tutti alla massima allerta, non ci avrebbero messo molto infatti a raggiungere l'ala 2.
"Mattia muoviti, non vedi che la grata della porta si sta abbassando che stai aspettando!!?"
Aveva ragione non me ne ero accorto, forse troppo preso dal panico generale.
Guardai Pier e sul suo volto vidi riflessa tutta la preoccupazione e determinazione che era segnata anche sul mio.
"Torno presto"
"Vai" urlò l'amico che si trovava già con una mano alla cinta sulla pistola pronto a ogni evenienza.
Entrai pochi istanti prima che la grata superasse la metà. Ormai è fatta. Sono dentro.
La macchina del tempo, proprio perché dovrà essere usata da tutti in futuro, ha un funzionamento semplice. Basta pensare a una persona, un luogo o una data e ci si sarebbe ritrovati lì. Il tempo di permanenza, però, non è ancora possibile impostarlo poiché, per l'appunto, superati i cinque minuti in quella fase sperimentale saresti tornato automaticamente indietro.
Tremante poggiai prima un piede e poi l'altro sulla piattaforma. I due archi incidenti che mi sovrastavano iniziarono a brillare di una luce violetta e traslucida.
Al di là della porta e dell'inferriata ormai chiusa si sentono i primi colpi di pistola partire seguiti da urla e rumore di passi sempre più veloci provenienti dai corridoi.
Guardai per la milionesima volta il flacone nella mia mano, il mio più grande successo, era ancora lì.
La luce violetta si fece più intensa, era arrivato il momento.
Nella mia mente prese forma un'immagine, precisamente la mia, il giorno del mio diciassettesimo compleanno.
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3rd Eye
Science FictionSi dice che ieri sia storia e domani un mistero ma cosa accadrebbe se non fosse più così? Roma, 18:59, 15 dicembre 2019, 384 morti, 26 feriti. E se si potesse evitare? Mattia trova nel suo zaino un flacone contagocce mai visto prima contente un sier...