Ero stremato, sanguinante, debole come un uomo, nonostante non lo fossi. Sputai della saliva mista a sangue e mi rimisi in piedi, tremante: avrei protetto il miracolo a costo della vita meccanica che mi ero trovato a condurre. Era la cosa più umana che potessi fare e lo dovevo all'unica figura che abbia mai veramente creduto in me...Joi.Il flusso dei miei pensieri fu interrotto dall'uomo che mi stava di fronte, il creatore, che si schiarì la voce e giunse le mani dietro alla schiena, lo sguardo cieco pareva trafiggermi con intensità. I suoi occhi robotici vagavano curiosi nello spazio aereo sopra il mio corpo leso, analizzando minuziosamente ogni sforzo, ronzando con insistenza rabbiosa.
"Ti voglio proporre un accordo, agente K."
Il tono gentile, quasi suadente, nel tentativo di ammansirmi e riportarmi all'obbedienza assoluta.
"Se mi darai i dettagli e l'ubicazione del miracolo...ti renderò indietro quanto hai perduto, indirettamente per mia responsabilità."
Vidi di sfuggita la mortificazione e l'imbarazzo di Luv, mia avversaria e fedele servitrice di Wallace, ora precipitata nell'immobilità e nel silenzio assoluti. Mentre incitavo me stesso a rimanere vigile, a costruire una possibile strategia efficace per attaccare o scappare, fece il suo ingresso un nuovo attore in quel macabro teatro. Emerse dall'ombra come se l'Inferno, che fino a quel momento l'aveva trattenuta nei suoi tetri antri d'oblio, avesse deciso di restituirla alla luce della vita. Con poche leggere falcate, eccola di nuovo davanti al mio sguardo attonito: Joi. La sua minuta statura, le sue curve sinuose e provocanti, la sua pelle rosea, il suo viso dolce e materno racchiuso nel liscio caschetto castano chiaro che si adagiava morbidamente sulle spalle.
L'ultima volta che la mia mente registrò la sua immagine fu poco prima che Luv riducesse in pezzi la sua scheda madre. Del terrore e dell'angoscia non c'era traccia in quegli occhi rilassati e furbi, illuminati dalle luci al neon che inondavano la sala e la rendevano brillante come un astro. Eppure, lì dove tutto sembrava essere perfetto, io riuscii a fissarmi solo sull'errore, quell'unica svista che la faceva apparire un'estranea, un artefatto privo di anima e scevro da ciò che io avevo imparato a riconoscere e ad amare.
Con la vista offuscata dalle emozioni che cercavo di reprimere, che inspiegabilmente solo ora si manifestavano con un'urgenza mai provata, espressi la mia risposta con ferma decisione.
"Joi aveva gli occhi verdi."
Prima che gli astanti potessero recepire, estrassi la blaster dalla giacca e feci saettare il proiettile. Dal foro sulla fronte uscì un rivolo di sangue sempre più copioso, gli occhi tremolarono per la sorpresa finché con un sospiro la vita si spense e il simulacro cadde in ginocchio, accasciandosi a terra con un tonfo.
Il ricordo dei momenti felici ed intimi con la mia Joi mi accompagnerà nei periodi più bui che si approssimano ogni secondo di più. La guerra tra umani e replicanti è qui.~~~
Questo è il primo racconto breve! Ne verranno altri nel momento in cui li scriverò, non so davvero dire quando ma li scriverò.
Grazie per essere arrivato a leggere fino a qui e spero che tu abbia apprezzato~
Buona giornata!
STAI LEGGENDO
Sguardo al futuro (storie brevi e rivisitazioni personali)
Science FictionQuesta sarà una raccolta di storie nello stile one shot. Ogni tanto mi capita di immaginare delle situazioni o di trarre ispirazioni da film o serie che guardo e mi viene voglia di scrivere. È un modo per tenere in esercizio la mente, la creatività...