Semplicemente Noi

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Cambiare città, di per sé, significa entrare in un mondo completamente diverso da quello a cui si è stati abituati. Cambiare paese significa iniziare una vita in un altro pianeta; lingua differente, ambiente differente, lo stile di vivere differente, le persone ci appaiono quasi strane. Ci si sente spaesati, usciti dai propri schemi e catapultati in una realtà totalmente nuova e difficile da affrontare.
Elvira non ha mai avuto problemi a relazionarsi con le persone, o almeno questo succedeva in America. Ora si trovava a Soul, Corea del Sud, dove la gente non sembrava essere così disposta a fare amicizia con lei. Sarà perché in Corea c'erano diversi tipologie di relazioni, di conseguenza bastava una sola parola detta in modo informale per far scappare gli sconosciuti. L'orgoglio e il rispetto erano due delle tante cose a cui la gente di questo paese ci teneva molto. Elvira non si era preparata a determinate cose, perciò vivere in una nuova città con tali regole è stato solamente un inevitabile stress.

«La smetti di dormire? Guarda che i miei appunti te li puoi scordare.» la voce di Wes risvegliò la ragazza bionda, la quale si lamentò silenziosamente e allo stesso tempo alzò lo sguardo verso il professore che esponeva la lezione via PowerPoint. «Mi dici che hai fatto ieri sera per ridurti in questo stato? Il tuo aspetto è piuttosto spaventoso.»

«Anche il tuo lo è parecchio.» ribattè Elvira stropicciando gli occhi. «E comunque non ho fatto granché ieri sera, è solo che il libro che ho letto era particolarmente intrigante, quindi volevo finirlo a tutti i costi.»

«Sappi che non te li passo comunque gli appunti.»

«L'avevo detto io, che trasferirmi a Soul con te sarebbe stato un incubo!» sbuffò la bionda contando i minuti che mancavano alla fine della lezione. Una delle cose belle del frequentare l'università è che c'erano solamente 3-4 ore di lezioni obbligatorie a settimana, perciò entrambi potevano già iniziare a fare programmi per il lungo weekend libero.

«Cosa avresti fatto senza di me? Probabilmente saresti stata costretta a vendere i tuoi reni a qualche ciarlatano pur di mangiare e avere un tetto sulla testa.»

«È sempre meglio che vivere con te.» scherzò Elvira evitando lo sguardo pieno di odio da parte di Wes. «Dimmi un po', dove vuoi andare dopo la lezione?»

«Non saprei, a vendere i tuoi reni per esempio.»

«Come sei antipatico.»

«Andiamo a mangiare, ovviamente. Che domande fai!» rise Wes chiudendo il quaderno di appunti non appena il professore finì l'esposizione.

«Ramen?» chiese la bionda afferrando la borsa dalla sedia accanto alla sua.

«E soju.» aggiunse il ragazzo dai capelli disordinati. Entrambi si alzarono dalle loro postazioni e mentre erano in fila per uscire dall'aula, parlarono di quanta fame avessero. Il ramen solitamente non sazia, è per questo che loro due ordinavano almeno due porzioni a testa, per poi bere un'intera bottiglia di soju, nonostante questa stesse bene con un bel piatto di manzo coreano. 

«Hai deciso quale corso vuoi seguire per i crediti extra? Sarebbe bello frequentare anche qualche club insieme.» disse Wes soffiando sui noodles. Elvira lo guardò mangiare quasi con disgusto; tre mesi in Corea e ancora non si era abituata al modo  di mangiare al quanto rumoroso e fastidioso che apparteneva praticamente a tutta la gente del posto. Wes si era adattato in fretta, ed era questo che la infastidiva tanto.

«Ti prego di mangiare come una persona civile.» lo rimproverò lei mangiando il suo ramen in perfetto silenzio.

«Non mi hai risposto.»

«Forse perché stai facendo troppo rumore e i miei nervi sono già al limite.»

«Ora sei tu ad essere antipatica.»

coffee with sugaR | Min Yoongi |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora