Elvira Jensen stava camminando per le vie strette di Soul, in cerca di qualcosa che la attirasse talmente tanto da comprarla. Solitamente le piaceva fare un giro in centro, tra i negozi costosi, sognando di indossare determinati abiti luccicanti che valevano più di casa sua. Quest'oggi invece preferì passeggiare tra le bancarelle, che portavano dritte verso uno dei mercati più grandi della città. Wes rimase a casa, con la scusa di voler portare avanti gli studi, ma Elvira lo conosceva talmente bene da sapere che sarebbe uscito con i suoi soliti amici non appena lei avesse varcato il portone del palazzo. Tra i due lei era sempre stata una persona abbastanza riservata, che non facilmente lasciava le persone entrare a far parte della sua vita. In Corea non aveva amici, per un motivo e per un altro, ma neanche in America usciva spesso, non quanto Wes. Forse era esattamente questo uno dei aspetti principali che li legavano; forse Wes era talmente affascinato dal modo di vivere di Elvira da voler essere il suo migliore amico; forse Elvira era talmente curiosa e probabilmente invidiosa del modo di vivere di Wes da lasciarglielo fare. Ognuno di loro ha riscoperto un lato nuovo del mondo.
«Quanto costa?» chiese Elvira indicando un libro sulla bancarella.
«Quindicimila won.» rispose la signora preparando un sacchetto nel caso la ragazza bionda volesse comprarlo. In effetti "L'amore bussa sempre due volte", il titolo del libro, l'aveva incuriosita.
«Lo prendo.» disse Elvira tirando fuori il portafogli. Pagò la signora e, dopo un flebile inchino, girò le spalle alla bancarella, avviandosi verso il grande mercato che si faceva sempre più vicino. All'improvviso le squillò il telefono, quindi si affrettò a prenderlo dalla borsetta. La busta con il libro appena comprato dondolava sul suo polso.
«Pronto?»
«Che figlia ingrata che ho! Non hai chiamato nemmeno una volta questa settimana.» parlò velocemente la madre di Elvira dall'altra parte del telefono. La bionda chiuse gli occhi sbruffando.
«Ero molto impegnata con l'università.» rispose Elvira ricominciando a camminare.
«Ma che sciocchezze blateri! Vai all'università si e no tre volte a settimana, e prima di chiamare te ho parlato con Wes. Mi ha detto che stai oziando.»
«Hol!» esclamò Elvira in coreano, un'aspetto di lei che sua madre odiava parecchio.
«Stai di nuovo blaterando in coreano? Non stai per caso maledicendomi?»
«No, mamma! E' solo un'espressione che sta a significare che sono senza parole. Odio quando parli con Wes di me.» si lamentò e nel frattempo un venditore coreano le urlò in inglese di comprare un paio di occhiali, sicuramente l'aveva sentita parlare al telefono con la lingua differente. «Comunque devo chiudere, ci sentiamo dopo!» e prima di ascoltare la risposta della madre, spense completamente il telefono. Era ormai arrivata davanti il mercato, come sempre gremito di gente, quasi non riusciva a respirare. A pochi passi da lei c'era un signore che fumava una sigaretta, di cui il fumo fluiva verso la bionda fino a circondarla. Cominciò a tossire coprendosi la bocca con la mano e prima che potesse andare via da quel angolo tossico, la voce di un ragazzo bloccò i suoi passi.
«Ajossi, il fumo della sua sigarette sta infastidendo i clienti, può allontanarsi per favore?» disse il ragazzo dai capelli viola, quasi scoloriti, lanciando poi un sorriso nella direzione di Elvira. La bionda, senza dire nulla, fece un breve inchino in segno di educazione e si girò verso il mercato, per poi entrarci dentro in tutta fretta.
Namjoon, dopo aver fatto allontanare il signore, ritornò dai suoi amici, continuando a distribuire i volantini che trattavano dell'apertura di un nuovo ristorante cinese. Accanto a lui, Yoongi, invece di impegnarsi a lavorare, sbruffava in continuazione, con la mente altrove. Quasi spaventava i passanti.
«Ecco l'eroe nazionale che salvò la povera e indifesa fanciulla dal fumo di una sigaretta.» scherzò Seokjin provocando una risata generale.
«Hyong! Non prendermi in giro! Vai a distribuire i volantini più in là.» rispose Namjoon.
«Non sembrava essere coreana la ragazza.» intervenne Hoseok sventolandosi con i fogli lisci.
«Era decisamente straniera, eppure è stata molto cortese, nonostante non avesse detto una parola.» precisò il ragazzo dai capelli viola, guardò poi l'orario sul suo cellulare, lamentandosi degli altri ragazzi che non erano ancora arrivati.
«Vado in bagno.» disse Yoongi precipitandosi all'interno del mercato. In realtà non doveva andare in bagno, voleva semplicemente fare qualcosa di diverso rispetto al stare impalati per strada a distribuire volantini di un ristorante cinese che avrebbe sicuramente chiuso dopo nemmeno due settimane. Ristoranti così non erano molto frequentati, a meno che non siano a cinque stelle.
Il mercato era pieno di gente, la musica era in contrasto con le chiacchiere delle persone e i banconi erano illuminati dalla luce bianca che entrava dalle ampie finestre poste sulle pareti in alto. Una signora anziana, vicino l'entrata, vendeva frutta secca, con i prezzi che variavano da diecimila a ventiduemila won. Accanto a lei un'altra signora vendeva le arachidi e ogni tanto ne rubava una dal cestino. Più avanti due signori gestivano un lungo bancone contenente pesci di varia specie, solo a guardarli veniva l'acquolina in bocca e i prezzi sembravano ragionevoli.
«Ho detto che non la voglio! Ajossi, la prego, mi lasci andare.» Yoongi notò la ragazza straniera di prima, che cercava di scrollarsi di dosso un venditore di zucche. Il signore non accennava a voler mollare, continuando a mettere la zucca in faccia alla ragazza.
«Costa solo quattromila won. La compri!» insisté il signore.
«Ha detto che non vuole comprare la sua stupida zucca, perciò veda di lasciarla in pace, altrimenti sarò costretto a chiamare la sicurezza.» intervenne Yoongi afferrando il polso di Elvira per farla allontanare. Alla ragazza quel gesto sembrò totalmente innocuo e normale, mentre Yoongi, dopo essersi reso conto della situazione, lasciò andare il polso della bionda in modo brusco. Il venditore, nel frattempo, fece un lungo inchino e si allontanò tenendo stretta a sé la zucca.
«Ti ringrazio, non sapevo più come farlo andare via. Sei stato molto convincente, forse avrei dovuto usare anche io la scusa della sicurezza.» disse Elvira ridacchiando.
«L'averti aiutata non ti da il diritto di parlarmi in modo informale.» rispose Yoongi con lo sguardo gelido.
«Se è per questo, neanche tu dovresti farlo.»
Il ragazzo ghignò «Quanti anni hai?»
«E' scortese chiedere l'età ad una ragazza, specie se la si è appena incontrata.» si sentì abbastanza coraggiosa nel rispondere, anche perché non sopportava la gente che la giudicava solo perché non apparteneva alla nazionalità coreana. Il modo in cui Yoongi la guardava, le dava l'idea che la stesse giudicando eccome!
«Prima il signore con la sigaretta, ora il signore con la zucca..il prossimo chi sarà?»
«Ora come ora mi sembra di aver incontrato un terzo imbecille che non sa cosa fare nella vita se non importunare la gente con le sue chiacchiere futili.»
«Aish!» sembrò quasi che la volesse colpire, ma dopo un'ultima occhiata di fuoco, la superò e uscì di nuovo dal mercato. Elvira vide la sua chioma color menta allontanarsi dalla struttura, maledicendolo mentalmente. Erano passati solamente tre mesi dal trasferimento in Corea, eppure non vedeva l'ora di laurearsi e tornare in America. Più di qualunque altra cosa voleva ritornare nella sua vera casa, con gente vera. Odiava la Corea. E odiava quel ragazzo.
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coffee with sugaR | Min Yoongi |
FanfictionLui è quel tipo di ragazzo che non guarda in faccia nessuno; è quel tipo di ragazzo che ha sempre la mente confusa; è quel tipo di ragazzo che preferisce suonare il piano invece che parlare con altra gente. Lui è come un chicco di caffè nero, ma all...